Istinti.

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Emma.
L'ansia si era impossessata di me al solo pensiero di passare una giornata da soli. Ci avevo messo almeno un'ora a scegliere i vestiti da mettere sotto lo sguardo divertito e preoccupato di Lauren. Non aveva mai espresso una sua opinione riguardo la situazione che si era venuta a creare tra me e Biondo ma le mille raccomandazioni con cui mi aveva salutata erano già una chiara risposta a questa domanda.

A parte l'imbarazzo iniziale, che credo sia abbastanza normale, il resto della giornata era stato incredibilmente piacevole. Quando stavo con Simone era come se mi dimenticassi del tempo e dello spazio, stavo semplicemente bene.
Se qualche giorno fa mi stavo chiedendo quali fossero le sue intenzioni, con ciò che aveva organizzato non avevo più dubbi. Era chiaro che ci stesse provando ma non mi dava affatto fastidio, anzi. Cercai in tutti i modi però di non farglielo capire, non potevo commettere passi falsi in una situazione così delicata.

Passeggiammo per qualche minuto nelle vie centrali di Roma, c'era il sole nonostante fosse gennaio e per questo molte persone camminavano sorridenti, proprio come noi. In parecchi ci riconobbero e, mentre il biondo al mio fianco sembrava del tutto a suo agio, io non mi ero ancora abituata a tutto ciò. Avevo solo 18 anni e non mi era mai successo prima che delle persone mi fermassero per strada emozionate di poter fare una foto con me. Era davvero bellissimo pensare di essere un idolo per qualcuno e mi dava un'enorme carica ad affrontare con più grinta il percorso nella scuola.
Un sorriso sincero si fece spazio fra le mie labbra e anche su quelle di Simone. Per la prima volta non volevo essere da nessun'altra parte se non lì ed era una sensazione bellissima.
Una sensazione che durò fino a quando il suono del mio cellulare mi riportò alla realtà.
Lessi con attenzione il lungo messaggio che Keanu mi aveva appena inviato e il mio umore cambiò radicalmente.
-Emma, le fans di quel biondo ossigenato mi hanno detto tutto! Vergognati, io sto qui ad aspettarti e a soffrire mentre tu vai agli appuntamenti romantici con lui. Non me l'aspettavo da te!-
Biondo si accorse del mio malumore improvviso e gli spiegai ciò che era successo. Tentò inutilmente di consolarmi e di far apparire la realtà diversa da quella che aveva descritto Keanu ma purtroppo aveva ragione.
"Non abbiamo fatto nulla di male!" continuava a ripetere Simone "Solo un pranzo tra amici".
Ma faceva sul serio?
La rabbia mi investì, non sapevo se ce l'avevo più con lui che aveva sminuito questa giornata definendola 'un pranzo tra amici' o con me stessa per non essermi preoccupata neanche un secondo di Keanu.
Mi limitai ad annuire, altrimenti gliene avrei dette di tutti i colori e una volta arrivati a San Pietro, mentre ammiravo affascinata quel monumento imponente e meraviglioso, mi fermai a pensare.

Nella mia testa c'era il caos più totale ed era il momento di fare ordine una volta per tutte.
Mi sentivo il colpa per Keanu, questo è vero, mi dispiaceva che lui stesse male a causa mia ma il fatto che io non mi ero minimamente preoccupata di lui quando avevo accettato l'invito di Biondo era l'ennesimo e chiaro segnale che nella mia testa non c'era più posto per lui. Gli volevo bene, questo sì, non avrei mai potuto rinnegare niente di ciò che c'era stato tra di noi. Era sempre stato il ragazzo perfetto ma era come se adesso non volessi più la perfezione.
Osservai il cantante di fronte a me e non potei fare a meno di sorridere. Si muoveva in modo curioso, come curiosi erano i suoi capelli e le espressioni del suo viso e lo trovai così dannatamente imperfetto.
La sua lingua, costantemente appoggiata sul suo labbro superiore. Gli occhi scuri, che avevo notato più volte fissarmi, capaci di sorridere. Quel nasino delicato come il colore della sua pelle in contrasto con le sue labbra carnose e rosse. Quelle labbra su cui adesso avevo un'irrefrenabile voglia di poggiare le mie.
'Solo un pranzo tra amici' ? Adesso vediamo!
Per una volta, forse la prima, decisi di essere imperfetta anche io e di dare ascolto a ciò che il prof. Zerbi mi aveva detto a lezione. Voleva che mi lasciassi andare e lo volevo anche io.

"Simo, andiamo a prendere un gelato?" domandai all'improvviso dopo vari minuti in cui eravamo rimasti entrambi in silenzio ad osservare uno dei simboli della Città Eterna. Mi guardò con gli occhi sbarrati "un gelato? Il 28 gennaio?" domandò come se fossi pazza "Yeah! Per il gelato non c'è stagione e poi... Punto numero 1 c'è il sole, punto numero 2 non eri un Sex Symbol freddo?" argomentai scandendo bene l'ultima parola e lo vidi arrendersi.
Pochi passi dopo arrivammo in una piccola gelateria e ordinammo due coni "per me cioccolato e fragola" dissi sorridente al gelataio che sembrava avesse appena visto una divinità nel suo piccolo negozio. Biondo si accorse dello sguardo incantato del ragazzo e circondò la mia vita con un braccio prima di chiedere il suo gelato "pistacchio e nocciola, grazie" intervenne con una punta di acidità che mi fece gongolare interiormente.
Dopo aver pagato, senza accettare la minima opposizione da parte sua, uscimmo dalla gelateria.

"Vuoi assaggiare?" domandai con sguardo innocente sperando con tutta me stessa che dicesse di sì, grazie al cielo lo fece e quando si avvicinò al mio cono, con una mossa veloce, lo sporcai intorno alla bocca. "Emma io giuro che ti uccido!" Iniziai a correre divertita fino a quando non mi raggiunse e mi abbracciò da dietro. Il cuore batteva all'impazzata e non ero più in grado di controllarlo.
Ora o mai più. Vai Emma!
Mi voltai e incrociai per l'ennesima volta i suoi grandi occhi scuri e sussurrai "sei sporco" lo vidi sorridere e realizzai che aveva capito dove volessi andare a parare "puliscimi, sei tu che mi hai sporcato!" ridacchiò sicuro di sé.
Avvicinò la sua bocca verso di me e finalmente ritrovò la mia. Dischiusi lentamente le labbra permettendo l'accesso alla sua lingua che iniziò a intrecciarsi con la mia, in un bacio carico di passione e desiderio. Mi staccai un attimo, solo per riprendere fiato, e nuovamente tornai ad assaporare quelle labbra che sapevano di mille gusti ormai. Fragola, cioccolato, pistacchio e nocciola. Sapevano di buono, sapevano di lui.

Si allontanò per un secondo, giusto il tempo per mostrarmi il suo ghigno soddisfatto, prima di tornare su di me e a quel punto decisi di servirgli la mia dolce vendetta. Iniziai a giocherellare col suo labbro inferiore per poi morderlo con decisione ed emise un sussulto "Ahia!" esclamò contrariato "solo un pranzo tra amici" replicai facendogli il verso. Si mise a ridere di gusto prima di stringermi a sé prendendomi dalla vita e posarmi un bacio a fior di labbra che mi fece venire i brividi.
Era stato molto più intimo di tutti gli altri baci passionali che ci eravamo dati fino a quel momento. Era stato un semplice bacio a stampo eppure ci avevo visto dentro tutta la complicità che aveva sempre caratterizzato il nostro rapporto.

Vi auguro una buona Pasqua con questo capitolo, so che aspettavate in molti questo momento e spero sia stato bello e vi abbia fatto sognare.
Da questo momento in poi la situazione si evolverà e giuro che non vi farò aspettare altri 15 capitoli per farli baciare di nuovo o per far succedere altro 🔞
Ho deciso di aspettare così tanto solo per rendere più realistica possibile la storia e per seguire cronologicamente l'andamento del loro reale rapporto.
Aspetto i vostri commenti e amatemi per aver postato tre capitoli in tre giorni 😌

Un sex symbol tutto mioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora