San Valentino

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Emma.
Quella mattina fu il suono del mio cellulare a svegliarmi e, non so per quale ragione, speravo con tutto il cuore che fosse un buongiorno da parte di Biondo.
Era una cosa sciocca, ogni mattina mi augurava il buongiorno dal vivo, ma era una di quelle attenzioni stupide che una ragazza ama ricevere dal proprio fidanzato.
Mi stropicciai gli occhi con le mani e afferrai il mio i-Phone staccandolo dalla carica. Ciò che vidi non solo deluse le mie aspettative ma addirittura non mi fece piacere.

'Buongiorno Emma. Oggi è la festa degli innamorati e nonostante tutto io lo sono ancora di te e sono certo che nel tuo cuore ci sia ancora un posto per me, diamoci un'altra possibilità. Ti penso sempre!"

L'ansia si impossessò di me e iniziai a sentire il mio cuore palpitare, non di certo perché quel messaggio aveva fatto scattare nuovamente in me un sentimento per lui, ma perché non sapevo davvero come rispondere. Il mio ex fidanzato ci si era davvero impegnato a far partire quella giornata nel peggiore dei modi. Ero stata tutta la notte a fantasticare sul modo in cui io e Simone avremmo trascorso quella giornata, se mi avrebbe portata a cena fuori o se si sarebbe limitato soltanto a regalarmi dei cioccolatini ma ero certa che ci avrebbe pensato.

Svegliai Lauren e nel tempo in cui la mia amica si preparò, cercai di riflettere su quale fosse la risposta migliore da scrivergli, ma nessuna idea geniale illuminò la mia mente e decisi che forse era meglio ragionarci a stomaco pieno, ma soprattutto con l'aiuto e i consigli di Simone.
Varcai la porta del ristorante e lo trovai come sempre seduto vicino ai suoi amici inseparabili, ormai erano un trio indissolubile. Mi salutò da lontano con la mano e mi precipitai a baciarlo.
Ormai non ci preoccupavamo più degli sguardi dei nostri compagni, erano settimane che ci scambiavamo gesti inequivocabili, certamente non da amici, e ormai tutti ci avevano fatto l'abitudine.
Non potevano di certo sapere che quel buongiorno, quel bacio di quella mattina, aveva un sapore diverso perché sapeva di consapevolezza, sapeva di un inizio tutto nuovo e sapeva di felicità.
Una felicità che non facevo altro che provare da quando quel biondino dall'aspetto curioso era entrato nella mia vita.

Andai a sedermi con Lauren e riempii il piatto di varie torte e crostate presenti nel tavolo del buffet e mi concentrai nel non lasciare neanche una briciola.
"Beata te Emma!" sospirò Lauren che invece aveva davanti ai suoi occhi solo una tristissima tazza di latte e cereali. Sapevo che la Celentano era stata un po' severa nei suoi confronti e che le aveva suggerito di stare attenta con l'alimentazione e la ballerina aveva preso molto sul serio quanto le aveva detto la maestra. Ci teneva al suo parere e, nonostante sprizzasse sempre gioia da ogni poro, era sempre a lavorare duramente per migliorarsi.
"Guarda che se ingrassi non ti prendo più in braccio" pronunciò una voce dall'inconfondibile accento romano e che mi fece sobbalzare.
"Mi farò portare in braccio da qualcun altro, qualcuno che mi vuole ci sarà" risposi acida e probabilmente, visto il modo in cui scoppiò a ridere, non capì che la mia frase celava un velo di verità. "Nessuno bello come me, però!" esclamò battendosi una mano sul petto. Era assurdo, con lui era impossibile tenere il broncio per più di un minuto.

Biondo.
Una volta arrivato nella hall, come al solito per aspettare Emma che è sempre l'ultima ad uscire, trovai Filippo completamente rosso in volto, con una scatola di Baci Perugina nascosta dietro la schiena.
Ero stato tutta la settimana a chiedermi se era il caso di comprare qualcosa per Emma, ma alla fine avevo optato per non regalarle nulla. A San Valentino si celebra la festa degli innamorati e di certo io e lei non lo eravamo. Non mi sarebbe costato nulla comprarle un pensierino ma non sapevo quanto questo potesse farle piacere, avevamo detto di andarci piano e di non correre, e avrebbe potuto interpretare male quel mio gesto.
Non volevo correre rischi, ci tenevo tantissimo a ciò che stavamo costruendo e non potevo permettermi di rovinare tutto. Ad essere sincero, già mi sentivo molto più avanti di lei a livello di coinvolgimento, se le avessi anche dato modo di pensare che mi fossi già innamorato di lei ci avrei fatto la figura del sottone.
E io sono un sex symbol, anzi un sex symbol freddo, non un sottone.

Finalmente Emma uscì fuori dall'ascensore e le porsi la mano, non era la prima volta che lo facevo, ma quel giorno mi sembrò più distaccata del solito.
Come al solito affrontai le lezioni del giorno con impegno e voglia di migliorare. Non c'era posto per la stanchezza e per tirarsi indietro, Dio mi aveva concesso un'opportunità assurda e sarebbe stato da ingrato e soprattutto da incosciente non sfruttarla al massimo.
Uscii dalla scuola e mi fiondai sotto il getto bollente della doccia. Indossai i miei jeans preferiti e un maglione nero per poi scendere a cena. Come sempre presi posto vicino ad Einar e Irama mentre invece Emma era come al solito seduta con Luca, Lauren e Daniele. Ero felice che oltre a me avesse trovato altri punti di riferimento, soprattutto per come si erano messe le cose al suo ingresso. A differenza di prima, mi sembrava perfettamente amalgamata nel gruppo e tutti la rispettavano.

Terminai la cena e mi voltai per dirigermi da Emma, come facevo ogni sera, ma trovai la sua sedia vuota. Si era alzata e non mi aveva neppure salutato e iniziai a insospettirmi.
Tirai fuori dalla tasca il mio cellulare e in quel preciso istante una notifica di Twitter illuminò lo schermo. Emma aveva twittato qualcosa e immediatamente andai a curiosare sul suo profilo.

Era un chiaro riferimento a San Valentino e al suo stato attuale. A quanto pare il modo per rappresentarlo meglio era un orsacchiotto che si portava una mano sulla fronte, in modo quasi esasperato. E collegai tutto.
Pregai Lauren di lasciarci la stanza almeno un'oretta e acconsentì senza problemi, dopodiché mi catapultai da Emma.
Bussai due volte e la sentii protestare "Lauren ma perché non hai mai le chiavi?" mentre udii il suono dei suoi passi farsi sempre più vicino alla porta.
Emma aprì la porta e di sicuro non si aspettava di trovare me davanti visto che a coprirla c'era solo uno striminzito completino intimo di pizzo bianco.
Spalancai gli occhi a quella vista mozzafiato e probabilmente ero rimasto a bocca aperta per qualche secondo.
Cazzo, è troppo bella!
"Girati, cretino!" mi urlò contro mentre cercavo di ritornare in me, e non fu affatto semplice. Non so quale potere sovrannaturale si era impossessato di me e mi aveva distolto dal mio istinto di sbatterla contro la prima parete libera che avrei trovato.
Dopo qualche istante mi diede il permesso di voltarmi e la trovai con indosso un pigiama rosa con dei pupazzetti colorati ma non bastò a far calmare i miei ormoni ormai impazziti.
Sono sicuro che da adesso me la sogno tutte le notti, è una dea!
Mi sforzai per ritrovare la concentrazione e andai da lei con un sorriso stampato in faccia "mi piacevi più prima" le sussurrai in modo sensuale all'orecchio, prima di lasciarle una scia di baci sul collo. Solitamente non perdeva tempo per abbracciarmi, ma in quel momento non mosse neanche un muscolo. Le rivolsi un sorrisetto divertito prima di prenderle le mani che erano appoggiate ai fianchi, in una posizione quasi minacciosa, e tirarla verso di me. "Però anche con questo pigiama sei comunque meglio di quell'orsetto che hai messo su Twitter".
Emma si morse il labbro inferiore, probabilmente per l'imbarazzo, e guardò in basso. "Forse se mettessi davvero il tuo 'current mood' non so se avresti così tanto da lamentarti" la provocai, tirandomela leggermente.
Anche meno Simò, che manco in video l'hai mai vista una così!
Indugiai un po' sui suoi fianchi prima di poggiare le mani sul suo sedere e avvicinarla ancora di più a me. Emma era tutta perfetta, dalla testa ai piedi, ma forse per il suo lato B c'era bisogno di una nota di merito. Più volte avevo trovato anche Einar e Irama, oltre che altri miei compagni, fissarlo con una faccia da pervertiti e ovviamente a nessuno di loro avevo risparmiato uno sguardo truce e uno schiaffo sulla nuca.
Le cose mie non si toccano!
Finalmente portò le sue braccia sopra le mie spalle e stabilì un contatto visivo con i miei occhi. Io nei suoi sarei potuto annegarci da un momento all'altro.
"Stai facendo un po' troppo il Sex Symbol per i miei gusti" proferì seria e non riuscii a trattenere una smorfia divertita "mh, e tu sei stata troppo fredda oggi per i miei gusti... Non è che ti aspettavi qualcosa?" domandai con finta innocenza e colpii dritto nel segno.
Scrollò le spalle negando prontamente e balbettando nervosamente "neanche un Bacio mi hai comprato" confessò alla fine staccandosi da me e rompendo l'atmosfera. La osservai voltarmi le spalle e dirigersi verso il suo letto con le braccia conserte. Si mise seduta sopra di esso e mi mostrò un broncio tenerissimo che riuscì quasi a farmi sentire in colpa.
Mi avvicinai sicuro di me e mi inginocchiai davanti a lei portando il mio viso allo stesso livello del suo "posso rimediare con un bacio vero però".

Un nuovo capitolo lunghissimo tutto per voi! Spero vi piaccia e che commentiate e lasciate tante stelline come al solito. Non vi ringrazierò mai abbastanza!

(Vi consiglio di aprire la foto sopra al titolo per comprendere meglio il capitolo)

Buonanotte 😘

Un sex symbol tutto mioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora