11- Semplice e Okay, andiamo.

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11- Semplice e Okay, andiamo.

"Mare?" la porta si apre mentre la voce del moro mi arriva alle orecchie. Stringo la cinghia della mia borsa mentre annuisco, il volto basso.

"Vieni, entra." si affretta a spostarsi.

"Tutto okay?" si avvicina. Alzo di poco il volto, incrociando i suoi occhi dopo due giorni.

"Oh, porca..." la sua mano trova spazio sul mio mento sollevandolo di poco mentre ispeziona il mio viso. "Che cosa diamine è successo?" domanda duramente. "Ho inventato una scusa sul perché fossi uscita, se l'è bevuta, ma si è arrabbiato perché non l'ho avvisato e così ha deciso di punirmi." "Pu- punirti? Cosa diamine sei, una serva? Un cane?" "Ci è... andato leggero stavolta." tento di giustificare Steven anche se il mio cervello non fa altro che insultarmi.

"Non posso credere a quello che sento. Lo stai giustificando, Mare!" esclama sconvolto. Mi allontano di qualche passo, prendendo poi posto sul suo divano. "N-non ho... io non so più cosa fare." ammetto portando indietro i capelli con una mano. "Quello che devi fare è semplice, Mare." parla mentre io lo fisso in attesa. "Devi riprenderti la tua vita." si inginocchia di fronte a me.

"Semplice... – mormoro – non c'è niente di semplice in tutto questo. Io non so più come muovermi e non so nemmeno di chi... di chi fidarmi." "Non pretendo di ottenere la tua fiducia dopo una sola settimana e so benissimo che non c'è niente di semplice in questo casino, ma... ti prometto che starò al tuo fianco se tu lo vorrai." le mie mani torturano il tessuto del mio cappotto mentre ascolto le sue parole.

"Q-questo è davvero difficile per me e- e mi dispiace perché non... io non riesco più a distinguere cosa sia giusto e cosa sbagliato." ammetto piena di vergogna. "Sei stata rinchiusa per troppo. Quell'uomo ti ha plasmata a suo piacimento e questo deve finire. C'è solo un modo per riprenderti te stessa, Mare."

"C-che modo?" balbetto, gli occhi pieni di non so cosa.

"Devi denunciarlo."

"C-cosa?!" tremo guardandolo scioccata.

"Non puoi continuare a subire tutto questo – indica il mio viso – e startene zitta. C'è bisogno che qualcuno ti invogli a smuovere le acque e quel qualcuno voglio essere io. Voglio che tu sia libera, Mare."

"Non ce la faccio... no- è troppo." deglutisco terrorizzata.

Improvvisamente il mio cellulare squilla, lo prendo notando il nome di Steven lampeggiare sullo schermo.

"Oh mio Dio... mi- mi sta chiamando. Ha scoperto che non sono a casa. Oddio, oddio." mi alzo completamente nel panico non sapendo cosa fare.

"Mare, ehi, ehi..." Harry afferra lentamente la mia mano per poi stringerla nella sua.

"Ora più che mai dobbiamo farlo. Ti giuro che starò con te, ma dobbiamo andare dalla polizia."

"Io..." il mio cellulare riprende a squillare, non ne vuole sapere nulla di smettere. "O-okay. Okay, andiamo." 

Restart. || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora