05│Allison's party

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❝ There's a glimmer of hope like anexhale of smoke in the skyand sometimes you drain outall the shit that used to feel right ❞。swimming pools,, Troye Sivan

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❝ There's a glimmer of hope like an
exhale of smoke in the sky
and sometimes you drain out
all the shit that used to feel right ❞
。swimming pools,, Troye Sivan

« andiamo? » mormorò, staccando la sua schiena dalla parete grigia del minimarket, mentre masticava una gomma alla fragola, con le affusolate mani nelle tasche dei suoi jeans neri, si aggiustò la visiera curva del suo amato cappello degli Yankees. Annuii, oscillando la busta della spesa dinanzi ai suoi occhi « allora, perché abbiamo comprato queste cose? » gli chiesi, mentre ci dirigevamo l'uno affianco all'altro verso il muro al quale erano poggiati il suo skateboard e la mia bicicletta « non sono per oggi, ma per domani »

Corrugai le sopracciglia, allontanando la bicicletta dal muro, mentre facevo passare un'estremità del manubrio all'interno dei manici della busta di plastica piena di pacchetti di patatine e gomme alla fragola, in modo da non doverla portare in mano, lui prese lo skateboard, salendoci sopra solo con un piede, in modo da tenerlo fermo e aspettarmi « ieri ho trovato una casa abbandonata, si trova alla fine della collinetta, non ci sono ancora entrato, volevo andarci con te »

Annuii, essendomi ormai abituato al comportamento di Ethan, avevo capito, dopo una settimana trascorsa con lui, che fosse un'amante delle avventure, amava esplorare, trovare luoghi che nessuno aveva mai notato, era una persona curiosa, sempre alla ricerca di cose nuove, avvolte da un velo di mistero « ci andiamo adesso? » chiesi poi, salendo sulla bicicletta, i nostri sguardi si posarono nello stesso momento sull'asfalto ed insieme cominciammo a percorrere la strada principale che portava al quartiere.

« non abbiamo tempo, si è fatto tardi, ci andiamo domani » rispose, mentre faceva alcune acrobazie con il suo amato skateboard, io mi limitavo a lanciargli qualche sguardo, senza staccare i piedi dai pedali « e adesso che facciamo? » chiesi ancora, deciso ad ottenere una risposta precisa dal corvino « mmh, facciamo un giro per il quartiere, giusto per far passare il tempo »

« perché ti sei trasferito qui? » chiese, mentre eravamo seduti sul bordo del marciapiede, dietro casa sua, l'uno affianco all'altro, sfilacciando l'erba per tenere le mani impegnate « beh, sono praticamente nato qui, però i miei genitori sono della California, si sono trasferiti qui quando hanno scoperto che mamma fosse incinta, non so il motivo preciso -feci spallucce, guardando dinanzi a me- tu, invece? »

« i miei hanno divorziato, mia madre è americana, durante un viaggio in Corea con le amiche aveva conosciuto mio padre ed aveva deciso di restare con lui, erano giovani ed io sono il frutto del loro amore immaturo » il suo sguardo si abbassò sui suoi piedi e poi saettò verso l'alto, al cielo « beh, non è poi così male stare qui, sai? »

« si, infatti, ci sono parecchi posti da esplorare e il quartiere è tranquillo, in fin dei conti trasferirsi è stata la scelta migliore, nonostante all'inizio sia stato difficile accettare la notizia » spiegò, lanciando un filo d'erba che però finì poco più lontano da noi, il mio sguardo si spostò su di lui, corse sulla sua figura ombrata dal flebile sole calante.

I seguenti cinque minuti li passammo in silenzio, non avendo nulla da dire, rimuginando sulle parole dette e sulla nostra vita prima dell'entrata di uno in quella dell'altro, o almeno così stavo facendo io « ci sarà una festa il quattordici, a casa di Allison » iniziò, spostando il suo sguardo, posandolo su di me, mentre ruotava il busto nella mia direzione « si, lo so, ma non credo che ci andrò, insomma, non mi ha invitato » dissi, ricambiando lo sguardo, facendo intrecciare le nostre iridi « potresti venirci con me, sono stato invitato personalmente da lei »

« lo sai vero che Allison ha una cotta per te? non credo che sarebbe felice se passassi la serata con te, non mi va di fare il terzo incomodo » dissi, scrollando le spalle, inumidendomi le mie secche labbra d'impulso, come se il suo intenso sguardo mi stesse quasi prosciugando del tutto « non è il mio tipo e poi credo che mi divertirei di più se ci venissi anche tu »

« non lo so, Ethan, le feste non mi sono mai piaciute, soprattutto quelle a cui non sono stato invitato » scossi la testa, arruffandomi i capelli, lo sentii sbuffare e alzaii lo sguardo, una piccola scossa mi perforò le magre ossa quando mi ritrovai i suoi occhi pungenti addosso « dai, Tyler, non mi va di andarci da solo »

« allora vacci con Johnny » mi alzai, passando le mani sui miei jeans per pulirli, stanco di quell'argomento, non riuscivo a capire il motivo della sua insistenza, mi strinsi poi nella felpa, andando a prendere la mia bici « Tyler » mi chiamò, alzandosi a sua volta, afferrandomi il polso con non troppa forza « quanto ti ci vuole a capire che voglio andarci con te? »

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grazie mille per il supporto

FRAGOLE & SIGARETTEWhere stories live. Discover now