07│"Am I not worth it?"

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❝ So I take a sip, wait 'til it hitsthat liquid guilt is on my lipsI'm wasted on you ❞。too good,, Troye Sivan

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❝ So I take a sip, wait 'til it hits
that liquid guilt is on my lips
I'm wasted on you ❞
。too good,, Troye Sivan

Pedalai con tutta la forza che le mie gambe possedevano, i miei occhi fissi sulla tua schiena, mentre con velocità percorrevi la strada che ci avrebbe condotti alla casa abbandonata. Nella mia mente continuavano a ripetersi, come in loop, i ricordi del giorno prima, non riuscivo a togliermi di testa il modo con cui tu mi avevi guardato prima che la casa fosse immersa nel buio e la pioggia avesse iniziato a picchiettare con più forza contro le finestre.

Avevamo provato a far tornare la corrente, ma nessuno dei due sapeva dove mettere le mani e in più il forte temporale non sembrava volersi fermare, accendemmo delle candele che mia madre teneva nel ripostiglio, sparpagliandole per il soggiorno, le gocce di pioggia scorrevano violente sulle finestre, producendo però una melodia incalzante e piacevole che accompagnava i nostri discorsi. Era bello poter condividere con te un momento del genere, seduti sul divano, a sorseggiare la cioccolata calda, immersi in un mare di candele.

Mi lanciasti numerose occhiate quella sera e non ti preoccupavi neanche di distogliere lo sguardo quando notavo i tuoi comportamenti e corrugavo le sopracciglia, con gli occhi schiusi che s'impegnavano a farti comprendere la mia domanda muta. Assottigliavi le labbra e facevi scorrere le tue iridi ovunque. E anche in quei momenti mi chiesi cosa ci trovassi di così bello in me, da spendere minuti interi della tua vita a guardarmi « spero che domani non piova »

« Tyler » la tua voce mi riportò alla realtà, non avevo neanche notato che ti fossi fermato, scendemmo dai nostri "mezzi di trasporto" e, l'uno affianco all'altro, cominciammo a camminare verso la casa diroccata. Una volta giunti dinanzi la porta, ti fermasti, voltandoti per guardarmi, facendo scorrere le tue iridi lungo il mio corpo, provocandomi di nuovo quei dannati brividi « dammi la mano »

Inutile dire che il mio cuore aumentò la propria velocità, pompando sangue che giunse sulle mie guance, le quali cominciarono a bruciare « perché? » chiesi, guardandoti negli occhi, le tue labbra si piegarono in un minuscolo sorriso « perché oggi ti vedo distratto, non vorrei che inciampassi » dicesti e subito dopo sentii la tua mano toccare la mia, fin quando non l'afferrasti.

La casa non era pericolante, ma solo molto impolverata, c'era una puzza di chiuso asfissiante che mi pizzicava le narici, facendomi starnutire più volte. Il pavimento era di legno, le pareti con l'intonaco bianco rovinato, c'era un tappeto enorme nel soggiorno ed una poltrona in pessime condizioni « chissà perché me l'aspettavo proprio così, potremmo metterla in ordine e renderla la nostra "base" » fece una piccola risata, continuando a tenermi la mano stretta, una presa protettiva che mi riscaldava il cuore « mi sento un bambino » rivelò, in un sussurro, fermandosi, in modo da voltarsi e guardarmi.

« credo sia una buona idea, sai? non è messa malissimo, basterebbe pulirla e metterci qualche mobile, il problema è portarli qui » dissi, riflettendo sulla sua proposta, Ethan sorrise, sentii le sue dita intrecciarsi alle mie, ciò mi fece sussultare e spostare lo sguardo su di lui. Perché lo fai? Non ci capisco più nulla.

Le settimane passarono velocemente, Ethan continuò a comportarsi in modo strano, non capivo se fosse serio o mi stesse solo prendendo in giro. Dopo essere riusciti a convincere la madre di Ethan a prestarci la toyota, caricammo dei materassi e due sedie da mettere nel soggiorno della nostra base, in breve tempo quella casa era già nuova. La pulimmo e al piano di sopra, nella presunta camera da letto, mettemmo i due materassi vicini, con sopra delle lenzuola.

« allora ci vieni alla festa? » chiese ad un tratto, Ethan, mentre eravamo stesi sui materassi della casa, in una posizione che ci permetteva di fare scontrare le nostre iridi « non lo so, non ho nessun motivo per andarci » dissi, accompagnando quelle parole con un sospiro, vidi la mano del pece muoversi nella mia direzione con lentezza, fin quando non si posò sulla mia, abbandonata in mezzo ai due materassi « io non sono un buon motivo per andarci? »

« mi lasceresti lì, da solo, dopo aver trovato qualcun'altro con cui bere e scherzare, non voglio ottenere questo e non ti chiedo nemmeno di non fare ciò che credi sia più divertente, è una festa, quindi non pensare a me » dissi con voce tranquilla, anche se un po' annoiata dall'argomento che l'altro non faceva che mettere in mezzo « mi dici perché sei così sicuro del fatto che io ti lascerò da solo? se insisto è perché voglio stare con te!, bere in tua compagnia, non è così difficile da capire, Tyler »

Lo guardai negli occhi per più di un attimo e lui non spostò lo sguardo, lo esaminai, volendo capire se potessi prendere quella affermazione come una promessa. Volevo essere certo che non mi avrebbe lasciato da solo e che avrebbe passato il tempo con me « d'accordo, allora »

Forse sarebbe stato meglio dire di "no", non credi? Quello che è accaduto non può essere cancellato, da quella festa tra di noi è cambiato tutto, ci siamo persi entrambi, c'era confusione e sentimenti muti nei nostri silenzi. Avrei voluto ricordare quel momento come il più bello ma hai rovinato tutto.

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se la storia mette ansia
allora sto riuscendo nel mio intento.
fatemi sapere se vi sta piacendo

FRAGOLE & SIGARETTEWhere stories live. Discover now