58) Amaro (p)

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Merda merda merda.

Volevo fargli un servizietto fatto per bene ma non ho preso in considerazione un problema ben più importante della possibile eterosessualità di Deku, che diciamo, è etero quanto il mio cazzo quando lo vede.

In queste situazioni, non so ancora bene come controllare il mio quirk.

<Kacchan, dai, facciamo un'altra volta>
Disse prendendo la cinghia dei pantaloni con l'intenzione di riallacciarsela.

《NON SCHERZARE》
Gli afferrai le spalle e come se fossi un piccolo bambino viziato lo scossi violentemente per attirare l'attenzione sui miei occhi in fiamme per la rabbia.

《SE NON CONTINUIAMO TI FACCIO ESPLODERE LA CAPPELLA.
INTESI TESTA DI CAZZO?》
Dissi urlandogli in faccia preso dall'agitazione.

<scusami ma tra poco arriverà Todoroki a prendermi quind->
La mia espressione si fece più enigmatica.
《E QUINDI LA TUA EREZIONE? CHE FAI CON QUELLA?》
Imbarazzato si coprì il cavallo dei pantaloni con la camicia sbottonata che aveva indosso.

Puntò lo sguardo altrove, non reggente più alla troppa pressione che gli imponevo.
Dopo secondi di imbarazzo più totale, si sedette sul pavimento davanti alle mie ginocchia, dato che ero ancora seduto sul letto, più confuso di prima sul da farsi.

<...Kacchan>
Disse un po' titubante giocherellando con le sue dita.

《Che vuoi?》
Risposi frustrato.

Avvampò improvvisamente di un forte colore rosso quasi paragonabile al colore dei miei occhi.
<A-apri le gambe>

《N-NON DARMI ORDINI》
Cercai di avere la voce più ferma e autoritaria possibile ma quando lo vidi leccarsi con voglia le labbra, venni fregato.
Nella mia vita sapevo che non avrei mai deciso di obbedirgli di mia spontanea volontà.
Ma in questo caso, non potevo fare altrimenti.

Mi slacciai deciso la cintura che teneva ben salda l'estremità dei miei larghi pantaloni e mi sfilai la parte alta dei pantaloni lasciando in bella vista la mia evidente erezione che sporgeva dai boxer.

<Non... non credo di saper-> balbelttò mentre distolse a disagio lo sguardo poco prima affascinato dalla vista che gli si poneva davanti.

Deglutì appena vide che sulla mia faccia si stampò un sorrisetto poco innocente.

《Fai un qualcosa di soddisfacente e vedi di parlar poco che rovini solo il momento》dissi sollevandogli il mento con l'indice per portare il suo viso più vicino al mio.

Non resisitii alla vista dei suoi occhi lucidi e delle sue sottili labbra tremanti.
Per calmare la sua agitazione escogitai bene di coglierlo alla sprovvista, convinto che se lo avessi baciato in quel preciso momento, lui non avrebbe mai avuto tempo a sufficienza per capire e pensare su cosa fare, e sicuramente si sarebbe lasciato guidare da me.

Così feci.

Gli afferrai con entrambi le mani il viso e come un predatore con la sua preda lo divorai in un solo e travolgente gesto.

Sorpreso lo colsi con la bocca aperta approffittando dell'unica occasione per trovare un contatto diretto con la sua lingua.
Appena la sentii sfiorare i suoi occhi s'illuminarono come fiammiferi nell'oscurità.
Le sue mani prima sulle mie ginocchia iniziarono a salire lentamente lungo l'interno coscia.
Si stava lasciando trasportare come avevo previsto.

Le nostre lingue intrapresero una danza a noi sconosciuta, mai fatta prima con nessuno.
Le labbra si aprivano e si stringevano seguendo ogni movimento dei nostri muscoli che avevano dato un ritmo al nostro bacio prima impacciato.

Improvvisamente sentii delle dita sulla mia intimità che fecero, in base all'emozione di quello che le manovrava, più pressione o meno.
Mi stavano facendo impazzire.

Al suo tocco gentile ma a col tempo brutale, per la mia erezione ormai al limite, mi staccai improvvisamente da quel bacio casto lasciandoci entrambi con un rivolo di saliva che ci univa come un sottile filo rosso.

Lo guardai come mai avevo guardato qualcuno.
Non avevo parole.
Mi erano state rubate dagli attimi trascorsi con le sue labbra appoggiate alle mie.

Fantastico.

Il suo viso prima rivolto a me si abbassò concentrandosi sul togliersi i pantaloni per rimanere anche lui in boxer.

Inutile dire che era piuttosto divertente vederlo smattare perché non era capace di slegare una cazzo di cintura.

Appena sentii il suono della cinghia sbattere contro il pavimento, con fare felino, sobbalzò su di me mettendomi questa volta sotto di lui.
Non d'accordo dell'attuale posizione alzai il busto mettendomi a gambe incrociate.

Non ho la minima idea
di cosa voglia fare.

Dubbioso sul da farsi abbassò tremante i miei boxer e afferrò la mia intimità.
Con l'altra mano fece lo stesso con la sua.
Potevo sentire chiaramente il suo leggero tremore che persisteva sulla parte alta dell'asta.
Per rassicurarlo misi una mano sopra alla sua e la strinsi facendo cenno di continuare.

Lui sapeva che se gli avessi fatto un qualcosa del genere avrei fatto saltare in aria tutto, genitali compresi.
Perché una persona normale suda.
Ma non nitroglicerina come il sottoscritto.

La sue gambe mi avvolgevano il bacino invitandomi ad avvicinarmi sempre di più al suo cingolo pelvico mentre le mie erano divaricate per lasciar spazio al suo fondo schiena.
Appena sentii un movimento sospetto liberai la sua mano, curioso delle sue intenzioni.
Ogni mossa che faceva con la mano destra alla sua intimità era speculare alla sinistra.

Iniziò con sempre più insistenza a muovere su e giù entrambi le mani lungo i nostri membri.
Sentivo di volta in volta il suo pollice strusciare sulla mia fessura e questo mi metteva in fumo il cervello.

Deku, Deku, Deku
DEKU.

Nella mia testa era presente solo il suo nome e il suono dei suoi affanni.
Ero in estasi, una fantastica sensazione mi fece ribollire il sangue nelle vene ma non per la rabbia.
Ma per il piacere.

Sentii sempre più forte la sua voce prima camuffata.
Quella voce.
La voce che ripeteva innumerevoli volte il mio nome.
O meglio, soprannome.
Non riuscivo non ascoltarla.
Non era irritante, era provocante.
Mi entusiasmava.

<Kacchan->

Appoggiò quasi esausto la sua fronte sul mio petto, ancora concentrato a finire il lavoro che aveva intrapreso, velocizzando il ritmo della salita e discesa, ansioso ormai, di venire.

Cazzo, vai più forte.
Più veloce.
Più deciso.
Voglio di più.
Di più.

Racchiusi le sue spalle con le mie possenti braccia, come se fosse un abbraccio.
Un abbraccio a dir poco graffiante per lui.

Quando sentì le mie unghie incidergli il trapezio smise di lavorare.
Sentii un qualcosa di caldo e viscido colare lungo il mio interno coscia.
Con la paura di cosa potesse essere mi affrettai a guardare nella zona interessata.

Merda, è già venuto.

&quot;Dimmi secondo te, cos'è questa sensazione.&quot; •bakudeku•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora