60) Adesso?

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Ci guardammo allertati negli occhi, increduli delle nostre azioni compiute incoscientamente, trasportati semplicemente dall'eccitante emozione che ci divorava come un forte uragano.

Ah, che schifo l'adolescenza.
Che schifo gli ormoni.

D'improvviso le sue pupille si rimpicciolirono e il suo viso divenne pericolosamente pallido, come se avesse appena realizzato solo allora tutte le porcherie fatte qualche secondo prima.

Lo spintonai giù dal letto mentre ripresi in mano la situazione, cercando di mantenere inutilmente il sangue freddo.

Lo vidi "stranamente" nel panico e tra i suoi ragionamenti piuttosto confusi con tanto di balbuzie al riguardo, spezzò la pesante atmosfera tra noi due.
Oltre a tremare come una foglia in una tipica giornata autunnale, la prima cosa che fece fu quella di levarsi la camicia impregnata di sudore e di mettersene velocemente una nuova.

《D-Deku》dissi a fatica prima di raggiungere il culmine del piacere interrompendo il fiume di pensieri che ripeteva imbambolato ad alta voce.
《vai a riceverlo e non entrare in camera finché non ritroverai la porta aperta》continuai a dirgli, girandomi di spalle verso il muro intento a finire silenziosamente il lavoro lasciato incompleto.
Senza fiatare per l'imbarazzo corse alla porta.

Anche se la situazione non era delle migliori, cercai di controllare il mio quirk durante il venire, mentre nella mia testa, era comparsa l'immagine di un Deku terribilmente provocante.

《VAI ALL'INFERNO BASTARDO》
Venni urlando insulti a non finire, dedicati ovviamente a colui che catturò l'attenzione del ragazzo di cui me ne stavo "occupando" poco prima.

I peggior preliminari di sempre.

Sospirai strofinandomi frustrato i capelli con la mia mano ancora sudata.

Gli infilo un paletto in culo a quel pezzente se osa ancora interrompermi in un altro momento del genere.

Il mio compito adesso era quello di sistemare il letto e filarmene come se nulla fosse successo.
Il problema era uno solo: le lenzuola erano sporche.

Merda, dove cazzo è il cambio?

Mentre aprii le ante dell'armadio alla ricerca di panni e coperte nuove sentii da lontano la sua voce odiosa che non mi mancò manco per un cazzo.
<Midoriya, sei pronto?>

Pronto? Ma la festa non era alle 8?
Sono a mala pena le sette, magari questi due si vogliono fare prima un giro per conto loro.

Eh no, non faranno proprio un bel niente finché ci sarò io.

<in realtà non ancora, se ti va...ti puoi accomodare in cucina>
Dalle sue parole molto confuse immaginai ghigando la sua faccia ancora tinta di un forte colore rosso fuoco.
Sotto sotto mi fa quasi pena.

Quando sentii lo sbattere delle scarpe sullo zerbino avvertii una strana sensazione.
Come se avessi lasciato un prezioso indizio sulla scena del crimine.

<ma Midoriya,
Di chi sono queste scarpe?>

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SPAZIO AUTRICE:

Se vi state chiedendo perché tutta questa assenza è perché ho scritto diverse volte questo capitolo e ho cercato di pubblicarlo più volte ma wattpad mi vuole male e non me lo voleva pubblicare, oltretutto lo eliminava, a caso.
Allora mi sono rotta un po' gli zebedei e non ho scritto per un mese.
Quindi sono stata assente per praticamente 2 mesi, mi dispiace per avervi fatto attendere.

E mi dispiace soprattutto per tutte quelle persone che mi hanno sempre scritto "continua la storia se no ti ammazzo il cane", a queste persone voglio solo dire: NON HO UN CANE RAZZA DI IDIOTI.

So solo che questa storia finirà presto, o almeno spero, perché veramente è il cringe più totale e me ne vergogno tanto, poi fa anche abbastanza schifo.
PERCHÉ LA STATE LEGGENDO?

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Nel dubbio, vi ringrazio.
Vi voglio bene.

&quot;Dimmi secondo te, cos'è questa sensazione.&quot; •bakudeku•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora