1. Un compleanno inaspettato

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È oggi. Finalmente è arrivato. È arrivato questo giorno. Il giorno che io, Rachel Witch, aspetto da quando ero bambina. Oggi è il mio compleanno, il mio diciassettesimo compleanno. Sono felicissima!

La sveglia suona e io, come tutte le mattine, mi alzo dal letto e mi preparo per andare a scuola. Scendo le scale e vado in cucina da mio padre, l'unico rimasto della mia famiglia oltre a due cugini. Mia madre morì in un incidente d'auto mentre tornava a casa dal lavoro, almeno questo è ciò che mi disse mio padre. Io non ero con lei, ma avrei voluto esserlo. Non che io abbia da ridire su mio padre, mi ha sempre trattata con riguardo, ma non si può sostituire una madre. Ricordo che sentivo tanto la sua mancanza, dovevo cavarmela da sola in ogni occasione quando mio padre non c'era. Non voleva affidarmi a una babysitter, preferiva che io imparassi a gestire la casa. Come quella volta in cui lui era al lavoro e avevo bisogno di cibo: guardai un programma televisivo di ricette e imparai a preparare qualche piatto, che ogni tanto mio padre mi chiede ancora di cucinare per lui.

Del resto della mia famiglia non so nulla, avrei tanto voluto conoscere qualcuno, ma mio padre mi disse che si erano tutti trasferiti altrove, molto lontano.

Lo vedo seduto al tavolo mentre mangia, come ogni mattina, una fetta di pane tostato e marmellata di Limoni.

<buongiorno papà>

Lo saluto con un bacio sulla guancia e prendo una mela da un armadietto della cucina.

<buon compleanno, Rachel>

Si alza e mi abbraccia, baciandomi la guancia.

<grazie. Ci vediamo dopo la scuola>

<no, tu oggi non andrai a scuola>

Cosa? Perché? Le mie amiche mi stanno aspettando per passare insieme a me il compleanno, non posso non andare a scuola.

<perché?>

<il motivo non conta, tu non ci andrai e basta>

Mi dice con fare, credo, protettivo e calmo. Non c'è nessun segno di rabbia nel suo tono.

<ma papà->

<niente ma. Tu rimarrai a casa oggi. Non uscirai da qui>

<mi vuoi spiegare perché?>

Sto iniziando a innervosirmi. Non mi ha mai fatta rimanere a casa nemmeno quando avevo la febbre e il giorno del mio compleanno mi dice di non andare a scuola? Che ha in testa? Almeno il motivo della sua decisione pretendo di saperlo.

<e va bene, puoi andare. Ma se non stai bene o succede qualcosa di insolito, chiamami immediatamente>

<va bene>

Non capisco, come ha cambiato idea così in fretta? E perché dovrebbe succedere qualcosa di insolito? È solo il mio compleanno! Per caso la fine è vicina? Gli alieni ci attaccheranno? Davvero, non capisco...

Sarà meglio non fare altre domande e andare a scuola, se non parto ora rischio di perdere l'autobus.

<a dopo>

<stai attenta>

Sono le ultime parole che sento prima di chiudere la porta di casa e camminare verso la fermata dell'autobus. Dopo essermi allontanata abbastanza per non essere vista, trasferisco l'enorme peso del mio zaino su una spalla e tiro fuori un piccolo pacchetto dalla tasca inferiore, insieme al mio accendino viola. Accendo una sigaretta e fumo mentre rimetto lo zaino a posto. Non è passato molto da quando ho cominciato a fumare, forse lo faccio da poco meno di un anno. Ricordo che la prima volta ero con Jasmine, mi aveva appena lasciata il mio ragazzo e lei era arrabbiata, stressata e triste quanto me; entrammo in un bar e comprammo due pacchetti di sigarette per poi fumarne la metà. Non mi definisco una fumatrice accanita, ma ho bisogno di almeno una sigaretta al giorno, a volte due, ma non di più. Sono perfettamente a conoscenza del fatto che facciano male all'organismo, ma mi danno un senso di sollievo e sfogo.

La Principessa Di Alfagor// Wattys2020 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora