22. Dimensione parallela

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Passa qualche settimana e io sto cominciando a sentirmi come una prigioniera: vengo controllata per tutto il giorno, non posso uscire dalla scuola se non insieme ai due avvoltoi e non posso più essere me stessa. Se prima con Will potevo tranquillamente fare una battuta e comportarmi da ragazza perché lui sapeva tutto, ora è già tanto se quando sono insieme a Francis e Maldensi il silenzio si interrompe. Almeno durante le lezioni posso sedermi accanto a Cam e a Will, ma non possiamo parlare per tutto il tempo e non tutti i nostri corsi corrispondono. Durante il pranzo e la cena, fortunatamente, ci sediamo tutti allo stesso tavolo: io, i miei amici, gli amici di Maldensi e quelli di Francis. In tutto siamo in dieci.

Persino nel weekend non posso uscire insieme ai miei amici perché devono per forza esserci le mie guardie del corpo. Di solito rimango dentro la scuola nella mia stanza a parlare telepaticamente con Jill mentre gli altri stanno in silenzio e fanno altro, oppure vado in biblioteca e leggo un libro, sempre insieme a quei due.

Francis si comporta normalmente con me, non mi parla come se fossi la sua ex ragazza e questo mi da sollievo. Probabilmente è perché siamo sempre tutti e tre insieme e non vuole che Maldensi scopra qualcosa. Non ha ancora tirato fuori questo argomento.

<che facciamo stasera? Non intendo rimanere ancora dentro questa scuola durante il weekend>

Dice Francis mentre camminiamo per tornare in camera dopo le lezioni.

<io vorrei uscire con i miei amici, ma non posso ed è tutta colpa tua!>

Mi accusa il biondo. Sarebbe solo colpa mia? Pensa davvero che a me faccia piacere avere sempre intorno il ragazzo che odio di più al mondo? Sappiamo entrambi che non è solo colpa mia, ma lui, giustamente, mi accusa perché è invidioso e vorrebbe essere come me. In un certo senso mi sento in colpa, non voglio che lui si senta una nullità perché io sarei il figlio modello per suo padre.

Vorrei poterlo aiutare, ma lui l'ha raccontato solo a Rachel, mentre era ubriaco aggiungerei.

<vorrei ripeterti che non è solo colpa mia, la bottiglia di vodka era tua e tu dovresti ringraziarmi per non aver lasciato che il preside ti espellesse. Avresti preferito questo? Avrebbe anche avvertito tuo padre, e tu non vuoi questo, giusto? Allora ringraziami>

Sputo fuori queste parole guardandolo arrabbiata. Non ne posso più di questa situazione e lui deve abbassare i toni con me. Ho provato più volte a chiedergli una tregua, soprattutto dopo che ho scoperto che avremmo dovuto combattere insieme a palazzo, ma lui ha sempre rifiutato credendo di essere superiore in questo modo.

<cosa ne sai tu di mio padre?>

Mi domanda aggrottando le sopracciglia e riducendo i suoi turchesi a due fessure. Forse ho esagerato, so perfettamente di aver toccato un tasto dolente che non dovrei nemmeno sapere, ma lui mi fa talmente arrabbiare che non mi controllo.

<lasciamo perdere. Andiamo in camera>

Dico accelerando il passo sperando di finirla qui, nonostante sia la conversazione più lunga che abbiamo mai avuto.

<no, non finisce qui! Dimmi subito come sai tutto questo>

<basta, ragazzi!>

Francis si intromette tra di noi, separandoci.

<è possibile che la conversazione più lunga che riuscite ad avere è questa? Parlate solo per litigare! Vogliamo provare ad andare d'accordo?>

Ora sappiamo che tutti e tre siamo stufi di questa situazione, almeno su una cosa siamo d'accordo.

<siamo d'accordo sul fatto che non ne possiamo più di stare insieme>

La Principessa Di Alfagor// Wattys2020 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora