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Ink ed Error si erano appena alzati, preparando la colazione.

-Paperjam, sveglia! É pronta la colazione!- disse Ink, bussando alla porta del figlio.
Non udì alcuna risposta, bussando nuovamente.
Nulla.
Aprì la porta, vedendo che il letto di Paperjam era vuoto.
Prima di farsi assalire dal panico, il Creatore controllò ogni singola stanza nell'appartamento, ma del piccolo non c'era alcuna traccia.
-Error! Paperjam é sparito!- esclamò, scendendo le scale.
-Beh, penso di aver capito dove si trova.- rispose Error, indicando la porta spalancata.
Ink quasi non svenne; fece come per uscire dalla casa, ma Error lo prese per un braccio.
-Calmati, dove vuoi che sia andato quello stupido? Sarà sicuramente nelle vicinanze, non ti preoccupare.
E inoltre, chissene frega! Un peso in meno per entrambi!- rispose Error, bevendo il suo caffé.
Ink impallidì dalla rabbia.
-Come chissene frega? É nostro figlio, Error!- esclamò Ink, scioccato.
-Senti, dovevamo comunque abbandonarlo in qualche modo, no? Allora rilassati, é finita.- replicò Error, ignorando lo stato d'animo del partner.

-Come fai a dire una cosa del genere... Abbandonare un bambino...
Tu non puoi capire quanto sia dura...
Tu non provi niente. Sei più vuoto di me.- disse Ink, asciugandosi le calde lacrime che solcavano il suo viso.
Poi uscì dall'appartamento, cercando Paperjam con lo sguardo.
-Dove diamine stai andando?!- esclamò Error, alzandosi.
-A cercare mio figlio!- gridò in risposta il Creatore.
-Stai uscendo in pigiama!- disse il glitch, dirigendosi verso il portone.
-E che cazzo me ne frega!- gridò Ink, correndo verso la strada principale.

-Che ci fai con la mia palla?- chiese uno scheletro più piccolo di lui, con addosso una felpa bianca e una sciarpa rossa.
-Non sapevo fosse tua, scusa.- rispose Paperjam, passandola al coetaneo.
-Non fa niente. Come ti chiami?- domandò l'altro.
-Paperjam, e tu?- chiese il piccolo.
-Goth.- rispose lui, con tono timido.

-Paperjam! Eccoti!- esclamò Ink, correndo dal figlio e abbracciandolo.
-Papà? Che ci fai qui?- chiese egli.
-Sono venuto a cercarti, mi sembra ovvio! Perché diamine sei uscito?! Ti ho detto mille volte di non farlo!- lo rimproverò il Creatore, per poi prenderlo per mano.
-Ci vediamo, Goth!- esclamò Paperjam, salutandolo con la manina.
-Ciao!- rispose l'altro, giocando con la propria palla.

Quando tornarono a casa, Paperjam prese una bella lavata di testa, per poi filare in camera.
-Eddai, avevamo l'occasione di abbandonarlo.- sbuffò sarcasticamente Error.
Infondo nemmeno lui voleva lasciarlo, ormai si era affezionato a Paperjam.
-Fanculo.- rispose Ink, dando un bacio a stampo al Distruttore.
-Papà! Cosa vuol dire fanculo?- chiese Paperjam, che intanto passava di li.
-Ora glielo dici.- disse Error, scoppiando a ridere.
Ink sospirò, per poi riportare il figlio in camera.

Alla fine il bambino cominciò ad uscire quasi tutti i giorni, ma andava solamente da Goth, non oltre.
Ink ed Error decisero infine di convivere come una volta, e non dare minima importanza ai giudizi altrui.

Sei tu il padrone della tua vita, vivila al meglio e con le persone che più hai a cuore accanto.

Fine.

It wasn't Love, It was just Acting ;; Errorink ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora