It wasn't Love, It was just Acting ;; Errorink ||

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Il Creatore si svegliò a causa di urla provenienti dalla sala.
Si alzò dal pavimento in legno sul quale si era addormentato qualche ora prima, mettendo a fuoco e stiracchiandosi.
Vide Error urlare e Paperjam ridere; appena il glitch si accorse della presenza dell'altro scheletro smise di urlare, ma il suo sguardo era comunque ancora colmo d'odio.
-Error? Che ci fai qui?- domandò Ink, stropicciandosi gli occhi.
-Che ci faccio qui? Che razza di domanda é?! Questa é casa mia!- esclamò il Distruttore, su tutte le furie.
-Piano, non urlare, così spaventi il bambino!- disse Ink, dirigendosi verso la culla.
-Tsk, più io urlo più quel coso ride.- si lamentò in risposta Error, incrociando le braccia.
Era ovvio che non lo voleva tra i piedi.

Lo considerava solamente un errore.

-Vieni a vederlo.- disse Ink, prendendo tra le braccia il bebé.
-No. Non voglio nemmeno nomimarlo quel piccolo abominio.- rispose il glitch.
Il Creatore sospirò, preparando dell'altro latte caldo per il figlio.

-Ascolta, questo é nostro figlio. So che é stato un "errore", anche se odio chiamarlo così, lo ammetto. Ma ricordati che tu sei pur sempre suo padre, e da tale devi volergli del bene. Quando crescerà cosa faremo? Non potremmo nascondergli per sempre il fatto che siamo i suoi genitori, e chi se ne prenderà cura?- sulle ultime frasi il tono di voce del minore cambiò, passando da seria e determinata a insicura e timorosa.
-Non sono fatti miei di cosa penserà da grande, non m'interessa essere suo padre. Se anche finisse col stare per strada, non mi turberebbe minimamente. E non ci penso affatto a volergli del bene, é solo un errore.- tutte le sue parole, dalla prima all'ultima, erano come una fitta al cuore del partner.
-Ora devo andare.- concluse Error, uscendo dall'appartamento e sbattendo la porta con violenza.
Ink sospirò, sentendo copiose lacrime accumularsi lungo i bordi dei suoi occhi.
Rivolse un'occhiata al piccolo Paperjam, che se ne stava in una posizione buffa e lo fissava silenziosamente.

Al solo pensiero di abbandonarlo, il suo cuore si gelava.