Quarto Capitolo

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If life ain't just a joke,
then why are we laughing?


And in my honest observation
During this operation
Found a complication in your heart
So long, 'cause now you've got
Maybe just two weeks to live
Is that the most the both of you can give?

If life ain't just a joke,
then why are we laughing?



Le mani di Harry stringono le pesanti grate di ferro non appena Niall dà loro il via libera.
Il ragazzo apre il cancello ed esce in fretta dalla metropolitana, il corpo percorso da una scarica di brividi a causa della sferzante ondata di aria fresca che lo colpisce improvvisamente.
Louis scivola accanto a lui, chiudendosi il proprio mondo alle spalle.
«Louis.»
L'interpellato si volta a fronteggiare gli occhi preoccupati di Niall, che lo guarda attraverso le sbarre.
«Non fatevi ammazzare.»
Il suo tono è duro, quasi arrabbiato, e Harry se ne stupisce perché non l'ha mai sentito parlare in quel modo.
Louis annuisce con un solo, lieve scatto del capo, come una promessa firmata in silenzio.
«E vedete di non ammazzarvi a vicenda,» aggiunge il biondo esibendosi nel suo primo sorriso del giorno. «Sto organizzando una festa per il vostro ritorno.»
Louis ride e Harry si ritrova nel petto un cuore che batte troppo veloce.
S'incamminano entrambi su per le scale, facendo attenzione a non cadere e a non inciampare fra le macerie.
Il paesaggio che li accoglie, una volta arrivati in cima, lascia Harry senza fiato, senza forze, senza voglia di combattere.
Ogni volta che si è recato alle basi militari al di fuori della Capitale è stato portato nell'auto di Liam, con tanto di finestrini oscurati che gli impedissero di vedere cosa c'era fuori.
Ora, invece, non ha alcun tipo di barriera davanti agli occhi e vede, vede fin troppo bene, sotto il sole ch'è appena finito di sorgere.
Il villaggio inglese sotto cui la fazione più importante della Resistenza vive è ricoperto di polvere, mattoni, vetri, frammenti di una quotidianità fatta a pezzi, maciullata senza riserve, smembrata in tutte le sue abitudini colme di sicurezze.
Harry si guarda intorno ed è tutto abbandonato e per un attimo si sente abbandonato lui stesso, finché Louis non lo riscuote con uno strattone.
«Styles, non abbiamo tempo per queste cose.»
Harry annuisce e obbliga le proprie gambe a muoversi, a seguire Louis che sta correndo lontano da quei fantasmi verso l'immensa distesa di alberi.
Il riccio arrischia un'occhiata fugace alla propria sinistra mentre esce dal villaggio e per un attimo sente di non avere più ossigeno in corpo perché c'è la Capitale, laggiù in fondo, un puntino minuscolo circondato da mura massicce che si scorgono persino da dove si trovano loro due, mura che viste da fuori sembrano una prigione.
Harry deglutisce, compressandosi quella sensazione sgradevole nello stomaco, e riprende a guardare dritto e spingersi in avanti finché non viene inghiottito dal bosco.

«Styles, sembra che tu non abbia mai visto un albero.»
Harry potrebbe azzardare che nella voce di Louis ci sia una piccola nota di divertimento, ma non ci metterebbe la mano sul fuoco.
Schiva una radice all'ultimo secondo e sorride, tornando a guardarsi intorno.
«In un certo senso è così» risponde sincero. «Nella Capitale ce ne sono pochissimi e quelli che ci sono... beh, non sono così. Sono disposti in fila nelle strade e sono...»
«Perfetti» finisce l'altro per lui.
Harry annuisce, ricordando i Funzionari Sociali che spingono quelle siringhe enormi nei tronchi, che lucidano le foglie finché non paiono cristalli colorati, che potano gli ammassi di rami tutti i mesi per far sì che rimangano sempre sferici, privi di difetti e imperfezioni.
Quelli fra cui stanno camminando adesso sono completamente diversi: sono grandi e nodosi e disordinati.
Harry pensa che disegnino ombre bellissime sugli zigomi di Louis.
«Mi piacciono di più questi» confessa con un filo di voce.
Louis lo sente, naturalmente – udito da Ribelle, ricorda a se stesso Harry – e gli riserva un'occhiata strana, un po' diffidente e un po' incuriosita.
Dopo quello scarso scambio di battute, non si parlano per quasi tre ore, il silenzio rotto soltanto da qualche imprecazione rivolta agli ostacoli naturali di turno che cercano di farli inciampare e dai commenti di Louis che controlla di tanto in tanto il localizzatore per assicurarsi di star procedendo nella giusta direzione.
Le gambe di Harry, fasciate nei pantaloni neri rimediatigli da Niall, stanno sopportando la camminata senza il minimo sforzo, nonostante il peso non indifferente dello zaino.
L'attenzione del riccio torna sporadicamente a focalizzarsi sull'altro, che deve sottostare a un peso ben più grande, date le dimensioni della bomba lancio che trasporta sulle spalle.
Ma Louis non rallenta mai, in quelle ore, né mostra il minimo segno di fastidio.
Harry si dice che probabilmente è perché ha dolori più grandi nascosti sotto la pelle.
Quando incontrano il primo tronco abbattuto sul loro cammino, il riccio rimane un attimo frastornato, le mani che tremano nel vedere una cosa così bella gettata al suolo.
Poi imita Louis e afferra una sporgenza all'altezza della propria spalla, issandosi con la forza delle braccia e scavalcando l'ostacolo con una spinta dei fianchi un po' troppo forte, che lo fa scivolare giù velocemente senza dargli il tempo di aggrapparsi a qualcosa né di rallentare.
Harry trattiene il respiro, preparandosi all'impatto violento col terreno, ma all'improvviso l'unica cosa che sente sono le mani salde di Louis sul proprio corpo e poi il torace del ragazzo che gli preme per un attimo sullo sterno, frenando la sua caduta in un modo meraviglioso.
Il riccio pensa assurdamente che gli piace atterrare su quella carne, su quelle ossa, davanti a quegli occhi azzurrissimi che ora sono strabuzzati, a pochi centimetri di distanza dai suoi, e che stanno battendo in ritirata in fretta e furia, portandosi con sé il calore di quella stretta.
«Vedi di fare attenzione, Styles» sputa Louis ricomponendosi e riprendendo a camminare. «Non ho tempo di badare al tuo cadavere.»
Harry sorride, nell'udire quelle parole.
Dopotutto, fare attenzione è estremamente sopravvalutato.

Twenty-eight past ten. Where stories live. Discover now