Sesto capitolo

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I hope
you had the time of your life

So take the photographs and still frames in your mind
it on a shelf in good health and good time
Tattoos of memories and dead skin on trial
For what it's worth it was worth all the while

It's something unpredictable, but in the end is right
I hope you had the time of your life







Il corpo di Jimmy crolla a terra privo di vita.
Zayn rabbrividisce, gli occhi incollati alla figura di Liam e la mano sinistra che corre automaticamente ad attivare il segnale d'emergenza dal Trasmettitore agganciato alla cintura.
Niall arriva in un attimo, trafelato e ancora in pigiama, con la pistola stretta fra le dita e i capelli scompigliati che gl'incorniciano la faccia e guardandolo Zayn pensa che tutti loro sono così incredibilmente diversi dai cittadini attuali di Londra, che sono solo umani che quando hanno bisogno d'agire si ritrovano con un cumulo di emozioni da gestire e armi troppo pesanti da sopportare e i capelli in disordine.
«Cosa diamine sta succedendo?» domanda il biondo, lo sguardo confuso che rimbalza dal cadavere di Jimmy a Liam e viceversa.
«Jimmy era un infiltrato della base militare centrale» risponde Liam in un sussurro a malapena udibile.
Niall aggrotta le sopracciglia.
«Credo che tu debba spiegarci un paio di cose» dichiara.
Poi si volta verso i ragazzi che stanno correndo loro incontro e urla «Stan! Ci servono più alcolici per la festa!»

~

Harry si accascia contro il tronco di un albero, portandosi le ginocchia al petto e osservando il sole che tramonta tra i rami che si allacciano l'uno all'altro sopra di loro.
Louis lo imita e gli si siede accanto, abbandonando la testa all'indietro in un sospiro che tradisce una stanchezza che non se ne andrà con una notte di riposo.
Rimangono in silenzio per un po', finché Harry non si obbliga a parlare.
«Mi sento sempre un po' impaurito quando vedo il tramonto» confessa, gli occhi puntati sulle nuvole rosse. «Ricordo che una volta, quando mia madre già mi dava le Pillole Bianche e la violenza sugli schermi del cinema non mi turbava più, aprii la finestra di camera mia dopo il coprifuoco e mi misi a guardare il tramonto e mi sentii strano. La paura era l'unica emozione che conoscevo in quel periodo e pensai che fosse quello, che ciò che stavo provando fosse una sfumatura diversa del terrore. Ancora non so riconoscere quella sensazione.»
Harry deglutisce, abbassando la testa con le guance in fiamme.
«A volte sento la stessa cosa quando guardo te» conclude.
Il cuore di Louis si ferma per un attimo, riprendendo poi a battergli nel petto a una velocità disumana, come se volesse fargli a pezzi la gabbia toracica giusto perché gli va, perché in fondo Louis se lo merita.
Non sa cosa Harry intenda, se ciò che prova sia effettivamente timore o magari curiosità, ma comunque non commenta, non risponde, non dice niente, lascia semplicemente scivolare la propria mano sinistra in quella di Harry, sull'erba, e rimane un po' sorpreso dal modo in cui l'altro riesce ad avvolgergliela tutta, stringendola in una morsa che sa di casa.
Louis prende un respiro profondo e si addormenta, al sicuro, con gli ultimi raggi del sole che gli danzano sul viso.

Quando raggiungono finalmente la fazione, correndo giù per i gradini della metropolitana, Louis si tuffa tra le braccia di Zayn e Niall e Harry si sente incredibilmente fuori posto.
Almeno finché il biondo non si precipita ad abbracciare anche lui, lasciandolo paralizzato per lo stupore davanti al cancello di ferro.
«Ci sono stati sviluppi di cui ti devo parlare» sta dicendo Zayn a Louis nel frattempo.
E poi se ne vanno, insieme, mentre Harry resta imbambolato a fissare le spalle improvvisamente dritte di Louis e si dice che va bene così, che lui è il Capo della Resistenza e deve portare quella maschera, deve, perché è l'unico modo attraverso cui può proteggere tutta quella gente.
Niall, al suo fianco, si schiarisce la gola e, quando Harry si volta nella sua direzione, lo trova con un ghigno divertito stampato in faccia.
Il riccio inarca un sopracciglio, quasi sfidandolo a dire qualcosa, e il sorriso del biondo si allarga.
«Amico» comincia, incamminandosi verso il corridoio illuminato artificialmente. «Dobbiamo trovarti dei vestiti da indossare.»
Harry gli lancia un'occhiata stranita.
«Beh?» sbotta Niall. «Non è che tu possa presentarti con quella roba alla mia festa di stasera.»
Dieci minuti dopo, Niall sta blaterando senza sosta e Harry si sta ancora chiedendo cosa diamine il biondo intenda per festa.
Le uniche feste che ricorda lui sono quelle di compleanno, di molto tempo addietro, e le celebrazioni annuali per il Governo.
«...insomma, le divise nere sono sexy e tutto il resto, ma no grazie, le mettiamo praticamente ogni giorno e mi piacerebbe sfoggiare il mio corpo pazzesco con qualche altro indumento addosso.» 
Harry alza gli occhi al cielo, girovagando tra le file immense di vestiti contenute in quel vagone particolarmente colorato.
«È il nostro armadio preferito» gli aveva detto Niall prima di buttarcisi dentro.
E Harry può decisamente capirne il motivo: è bellissimo.
Pieno di stoffa e stampelle e disordine, ma gli piace enormemente.
Mentre il biondo è ancora intento ad elogiare il proprio fisico, Harry adocchia un indumento semi nascosto e lo sfiora leggermente con le dita, tirandolo poi verso di sé.
Somiglia ad una di quelle camicie che indossano i capi di Governo nella Capitale, ma allo stesso tempo è totalmente diverso: non è bianco e immacolato, ma viola scuro, con una fantasia a pois più chiari che lo percorre per intero.
Harry lo stringe, pensando che se quella camicia potesse provare emozioni si sentirebbe proprio come lui, un qualcosa che prima era puro e perfetto e che poi è cambiato, è diventato strano e irriconoscibile e, sorprendentemente, migliore.
«Vorrei questo» mormora, interrompendo il flusso di parole di Niall.
Quando si gira verso il biondo, teme di trovarlo deluso o inorridito.
Si lascia scappare un sospiro di sollievo quando Niall gli rivolge un sorriso.

Twenty-eight past ten. Kde žijí příběhy. Začni objevovat