Undicesimo Capitolo

1.8K 109 15
                                    

Twenty-nine past ten


Take me to the magic of the moment
On a glory night
Where the children of tomorrow dream away
In the wind of change






«Ti rendi conto che le uniche ferite fisiche che ho riportato in questa missione sono causa tua?»
Zayn alza gli occhi al soffitto – se fossero all'aperto, si ritroverebbe a guardare un cielo immenso, un cielo che si fa ammirare spudoratamente senza cupole di mezzo. «Cercavo di farti tornare in te, Payne, potresti dimostrare un po' più di entusiasmo.»
Liam alza un sopracciglio e si fa scappare l'accenno di un sorriso, mentre controlla allo specchio il livido violaceo che gli s'arrampica sul mento espandendosi in tutta la guancia sinistra. «Lo sapevo che in realtà la tua violenza era solo un modo insolito per corteggiarmi.»
Zayn sbuffa e fa per andarsene, allontanandosi dallo stipite della porta del bagno. Liam lo afferra subito, spingendoselo contro e ansimandogli sul viso e piantandogli gli occhi addosso, lo perfora con uno sguardo deciso. «Grazie per aver provato a svegliarmi.»
Zayn lo osserva senza battere ciglio, il respiro affannato, le dita che fremono. Per un attimo pensa che l'appartamento di Liam è troppo bianco, troppo ordinato per il loro rapporto, troppo delicato, troppo ordinario. E gli viene voglia di ridecorarlo, di macchiarlo tutto, anche se dovesse sorbirsi le lamentele di Payne ogni giorno. «Se provi anche solo a tenermi per mano in pubblico ti stacco le palle a morsi» dice poi Zayn, con un tono minaccioso che non scalfisce minimamente l'altro ragazzo.
Quando Liam, in tutta risposta, si avventa sulla sua bocca, agguantandogli i tatuaggi colorati e gli orecchini sgargianti e graffiandogli le labbra coi denti, Zayn sorride nel bacio: forse cambiare l'appartamento sarà più facile del previsto.


~

Louis esce dal Parlamento con una stanchezza strana addosso, una stanchezza che lo sfinisce ma allo stesso tempo lo fa sentire appagato.
Harry è lì fuori ad aspettarlo, bellissimo, i nuvoloni grigi che fanno da sfondo ai suoi boccoli scuri e ai suoi occhi verdi. Ha messo da parte la divisa nera e ora indossa una camicia arancione a ghirigori viola. Sarebbe quasi ridicola, se a portarla non fosse il ragazzo che ama. «Hai finito con tutta questa burocrazia?»
Louis ride, avvicinandosi a Harry e circondandogli i fianchi con le braccia, mentre tutt'intorno a loro le persone imparano a vivere di nuovo, si riabituano a sentire il mondo, a sentirlo per davvero, e si parlano, si parlano tantissimo.
«Per oggi ho finito» assicura.
La bocca di Harry si piega in una smorfia che tradisce la sua preoccupazione. «Dovresti riposarti, sono passati solo due giorni.»
«Hei» ribatte Louis, accarezzandogli una guancia lentamente, leggermente, come se avesse paura di vederlo sparire sotto le sue dita. «Dobbiamo solo capire cosa sta succedendo al di fuori dell'Inghilterra, okay? Poi potrò riposarmi per settimane. Sto bene.»
Lo sguardo che gli riserva Harry urla che non ci crede, non ci crede neanche un po' alla sua affermazione. Louis sospira perché Harry ha ragione. Scorgere i furgoni colmi della sua gente è stato bellissimo, vedere i membri dell'ex Resistenza entrare a Londra senza paura gli ha spezzato il fiato in gola per l'emozione e l'orgoglio e la gioia, ma incontrare i suoi genitori è stata tutta un'altra storia. Percepire le loro lacrime scivolargli addosso è stato atroce e Louis vorrebbe sapersi riprendere. Vorrebbe avere la forza di dire a sua madre e a suo padre che andrà tutto bene e crederci veramente, vorrebbe essere certo che ai funerali dell'indomani non si sentirà morire un po' anche lui, che non gli sembrerà di venir seppellito insieme ai cadaveri.
All'improvviso, Harry prende il suo viso tra le mani, ignorando i cittadini che si fermano di tanto in tanto a guardarli con sguardi riconoscenti e grati e curiosi. Hanno tanta di quella curiosità da recuperare, dopo tutti quegli anni. «Non esistono più le Pillole per il dolore, Lou» sussurra, le parole che s'infrangono contro le sue labbra. «Ma devi buttarle fuori, queste emozioni.» È determinato, Harry, determinato come quando ha fatto esplodere la Colonna d'Ercole, come quando gli ha urlato addosso tutto il proprio risentimento per quello che Louis gli aveva fatto, per averlo quasi costretto ad ammazzarlo. Determinato come quando l'ha perdonato e gli è entrato dentro, per una prima volta che in realtà era la millesima, perché nelle vene di Louis, Harry già c'era.
Louis annuisce ed è sincero, è sincero e vulnerabile e disarmato mentre si sporge in avanti per baciarlo, per sentirlo, per percepirlo fino all'ultimo atomo. Harry lo stringe fra le braccia e Louis pensa che salvare il Paese n'è valsa la pena.


~

È ormai sera inoltrata quando la fila di fronte a Jeff si dissipa e la gente comincia ad uscire da Camden Town con un'aria rilassata, l'anima leggera e i pensieri che le gocciolano giù dalle dita, si schiantano per terra e rimangono lì, ad evaporare accanto all'entrata della metropolitana che sta per essere ristrutturata.
Louis si siede davanti all'uomo, in silenzio. Negli occhi di Jeff, le storie appena imbottigliate – con le parole ancora fresche e gli apostrofi ancora lucidi – si scostano, si accavallano ai margini delle sue iridi, per far posto al racconto imminente di Louis.
«Ce ne hai messo di tempo» dice Jeff, tirando fuori un nuovo taccuino dalla borsa di pelle appoggiata sul marciapiede.
Louis sorride.
«Ho voluto aspettare le dieci e ventinove.»




Fine.






Author's corner ~
ODDIOOOOOO l'ho finita. L'ho finita sul serio, è un miracolo? Meh, la verità è che pensare a questa storia mi mancherà tantissimo çç
Rinnovo i ringraziamenti di ieri a chiunque abbia letto, inserito fra le seguite/preferite/ricordate e soprattutto recensito la storia. Grazie grazie grazie. Avete avuto una pazienza incredibile con me e ve ne sono grata.
Spero con tutto il cuore che la ff vi sia piaciuta.
La citazione introduttiva è tratta da Wind of change degli Scorpions, ch'è una di quelle canzoni che ti entrano nell'anima e non la lasciano più.
Vi mando tanto amore e tanti abbracci virtuali,
Phoenix.

Darcy: wow, questa è una delle mie storie fav ed è finita OKAY PERCHÉ NO TORNO AL PRIMO CAPITOLO
...
Ehm, spero vi sia piaciuta e se avete qualche domanda, beh potete farla qui:

-

Kissy.

Twenty-eight past ten. Where stories live. Discover now