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Presi la matita e la passai sul foglio scarabocchiando a caso, non mi sentivo in vena di fare niente. Quella mattina mi ero svegliata scoprendo di aver fatto prendere vita ad un altro mio sogno, c'ero io che abbracciavo un pupazzo enorme per poi trasformarmi in una supereroina dai poteri morbidosi. Un sogno di merda. Ero rimasta mezz'ora solo per cercare di levarlo dalle palle prima che qualcuno potesse vederlo.

Era passata più di una settimana dall'incidente con Spider-Man, l'avevo rivisto due giorni dopo e mi ero scusata e lui aveva fatto altrettanto, mi aveva chiesto di smettere perché "Il sig. Stark sembrava veramente arrabbiato." ma io gli avevo detto che avrei fatto più attenzione e che non avrei fatto grandi cambiamenti se non voleva.

In ogni caso i caricatori funzionavano alla perfezione e ne ero così fiera, quasi come una madre. Poi avevo parlato con papà e avevamo fatto pace, o almeno credo, avevamo finalmente cenato tutti insieme dopo tanto tempo.

"Smettila di fare quei ghirigori o ti spacco la matita." mormorò Michelle poggiando la testa sul banco. "Te lo giuro, sono a un passo dall'andare alla lavagna e romperla a testate." sbuffò e sorrisi leggermente.

"È lunedì, è abbastanza normale essere di cattivo umore, giusto?" chiesi mettendo giù la matita e guardando le linee messe a caso sul foglio del mio quaderno.

"No Renata, è lunedì, è normale avere voglia di suicidarsi. C'è il 90% di possibilità in più che qualcuno si suicidi di lunedì che nel resto della settimana." spiegò e annuii cercando di rimanere con gli occhi aperti e guardando il viso stanco della mia amica.

"Giuro che farò zittire la professoressa." borbottò e ridacchiai. "E giuro che se Parker non la smette di fissarti gli butto addosso la tua matita." mi fermai dal ridere e arrossii coprendomi il viso con le mani. "Ti piace, non è vero?" chiese con un ghigno e alzai le spalle.

"Non lo so, forse, non ci ho veramente pensato." spiegai. "Mi sta guardando?" sussurrai e lei controllò per poi annuire.

"Guardare, ti fissa." alzai leggermente la testa e guardai il banco davanti dove stava Peter, lui appena si accorse di me girò la testa tornando alla lavagna e sorrisi leggermente. "Perché non gli chiedi di uscire." propose.

"Io? No, non è da me." blaterai. "E poi come faccio a sapere se non prova ancora qualcosa per Liz?" chiesi e lei alzò gli occhi al cielo.

"Forse perché non parla più di lei e non la guarda neanche nel corridoio? Tra l'altro si trasferisce tra quattro giorni." annuii e ci pensai.

Peter era carino, molto carino, ammettevo di avere una cotta per lui, ma se lui aveva deciso di puntare i suoi occhi qualcuno che non ero io? Avere un'altra Liz non era proprio quello che volevo, anche se mi sarebbe piaciuto sapere che lui parlava di me.

Impossibile, comunque. Probabilmente Peter non era interessato a me, per niente. "Sì beh, per il momento siamo amici." poi si vedrà. Tanto non era la prima volta che venivo rifiutata, era successo varie volte partendo dalle elementari.

La campanella suonò e ci alzammo pronte per la ricreazione. "Devo andare a lezione di arte, ci vediamo a matematica?" chiese e annuii per poi darle un veloce abbraccio prima che se ne andasse.

Rimasi sola per prendere con calma la mia roba, misi i libri nel mio zaino e poi iniziai a dirigermi verso la porta per raggiungere il mio armadietto, ma venni fermata dalla voce dei miei amici. "Hey ragazza." Ned mi venne incontro e gli sorrisi caldamente.

"Ciao ragazzo." ridacchiai e Peter ci raggiunse. "Parker." annuii facendolo ridacchiare. "Che avete ora?"

"Trigonometria, ancora non capisco perché frequento la scuola." borbottò Ned facendo una faccia drammatica. "Corro prima che il professore decida di iniziare la lezione prima della fine dell'intervallo, a dopo ragazzi." ci salutò e mi superò velocemente andandosene.

Just MyselfOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz