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Peter's Pov

Guardai Renata mentre continuavamo a camminare lungo il corridoio della Stark Tower, lei era a testa bassa e con le mani strette in un pugno mentre il sig. Stark ci faceva strada. L'idea che fosse sua figlia mi aveva sfiorato la mente un paio di volte, insomma, entrambi erano dei geni, poi i loro modi di fare erano troppo simili e la somiglianza dei visi adesso era visibile più che mai. Ma fin da piccoli mi aveva sempre detto che non era associata al grande supereroe e alla fine io le avevo creduto perché, insomma, siamo in America, chissà quanti Stark sono sparsi per il paese.

"Papà." ruppe lei il silenzio una volta entrati nel laboratorio. "Non c'è bisogno di essere arrabbiato, davvero, non stavamo facendo niente di male." corrugò la fronte e il sig. Stark si girò a guardarci con un sopracciglio alzato.

"No?" chiese ironico. "Sono entrato in quella stanza pensando che quella testa di alluminio volesse ucciderti e cosa mi ritrovo? Mia figlia che sta pomiciando con..." si fermò a guardarmi. "Con un mio protetto. Sono molto deluso da te, Peter, mi aspettavo di meglio almeno da te." mi mandò un'occhiataccia e arrossii abbassando lo sguardo sulle mie scarpe e annuendo.

"Non stavamo pomiciando." ribatté lei.

"E allora perché eri sopra Peter con le facce praticamente incollate? Per verificare che non avesse nessuna carie ai denti?" sbottò e mi sentii un bambino e vista l'espressione di Renata probabilmente anche lei si sentiva così.

"Non ci siamo baciati, signore." mi intromisi e lui scattò verso di me facendomi fare un passo indietro. "In senso, stavo p-per b-baciarla, m-ma non l'ho fatto." spiegai e lui sospirò posando una mano sulla sua fronte.

"Oh bambini." borbottò. "È per questo che non vi ho fatti incontrare qui, sapevo sarebbe successo!" praticamente urlò.

"Sì beh, non puoi farci niente." lei incrociò le braccia al petto pronta ad affrontare suo padre. "Sono abbastanza grande da avere un fidanzato e baciarlo se voglio! Papà tu alla mia età scopavi con la prima ragazza che capitava nel tuo dormitorio!" urlò e io spalancai gli occhi fissando l'uomo che adesso tossicchiava imbarazzato.

"Non è vero." scosse la testa. "Solo con quelle delle feste, in modo da non doverle più rivedere." chiarì sistemandosi la cravatta. "E tu sei mia figlia, non lascerò che tu faccia qualche cazzata."

"Non è una cazzata! È una relazione! Quella che tu hai avuto con mamma solo a 23 anni!" urlò lei ancora.

"Non dovresti rispondere così a tuo padre." Steve Rogers entrò nella stanza con le braccia incrociate. "Scusate, vi ho sentiti urlare e non posso fare finta di niente."

"Ok." Tony batté le mani. "Ecco che si fa, Renata, tu cambi scuola. Peter, prenderò il tuo costume per un mese, giusto per essere sicuro che non ti cacci in altri guai e voi smetterete di vedervi per un po', non è meglio così?" chiese schioccando le dita e sorridendo. Spalancai di nuovo gli occhi.

"M-ma signore-" provai ma venni zittito dalla voce acuta della mia ragazza.

"Col cazzo!" urlò.

"Linguaggio, Renata." Capitain America la riprese e lei lo guardò con occhi di fuoco spaventandolo leggermente.

"Steve, cresciti i tuoi figli che io mi cresco i miei." Tony fece una smorfia. "Fuori dalle palle."

"Non posso! Devo portarla a confessarsi! Dio non ammette peccatori che non si scusano per i loro errori!" esclamò indicandola.

"Vaffanculo, Steve. Non ci siamo neanche baciati." gli alzò il dito medio. "E vaffanculo, papà. Non mi dividerai dall'unico ragazzo che mi sia mai piaciuto." prese la mia mano e gliela strinsi annuendo.

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