55. Solitudine

467 42 4
                                    

Roma: un mese dopo.

Ormai la gravidanza per Alec era diventata ingestibile, da quando l'Imperatrice gli aveva ordinato di allontanarsi dal moro, la vita del corvino era stata una lunga discesa verso il buio della solitudine.

Si stupiva di se stesso nel pensare a quanto gli mancasse il Faraone, quell'uomo che lo aveva distrutto, ma che non riusciva proprio ad odiare, ogni volta che pensava a tutto il dolore che aveva passato a causa sua, la piccola vita che portava in grembo si agitava, e iniziava a scalciare come a voler impedire al padre di odiare il suo papà, e Lo schiavo sorrideva ripensando alle parole che gli disse la madre in sogno "anche i mostri più spaventosi nascondono un nocciolo di bontà, sta a noi scovarlo e farne tesoro".

E quel piccolo seme di bontà lo aveva visto negli occhi di Magnus, e da quel giorno non aveva più dimenticato quello scintillio.

Ma il dolore cresceva ogni giorno di
Più e con esso, la paura che il Faraone non vedendolo più prendere parte ai
Loro appuntamenti, potesse dimenticarsi di lui, di loro.

Avrebbe voluto avvertirlo, mandare un messaggio senza far capire alla Matrona chi fosse il mittente, così approfitto dell'unico contatto che possedeva con l'imperatore: Isabelle.

Scusatemi se questo capitolo non è dei migliori prometto che i prossimi saranno più accattivanti, purtroppo con la scuola sono costretta a ridurre il tempo che ho per scrivere.

Prossimo aggiornamento: Venerdì alle: 10:00/12:00.

Votate e commentate ^-^

Cupido

Il Dominio dei Re||malec||Where stories live. Discover now