90. Dolore Paterno

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Fu questione di ore, quella notte furono due le vite distrutte, quando Simon venne trascinato dal giovane schiavo nella stanza dove era stato commesso quell'imperdonabile sacrilegio, il suo cuore parve fermarsi, le lacrime iniziarono a bagnargli senza sosta le guance, urlò a squarcia gola disperato come non mai, "è colpa mia" continua a ripetertelo nonostante il piccolo servo cercasse un tutti i modi di confortarlo, il moro lo allontanava singhiozzando disperatamente tremando Come una foglia, come avrebbe spiegato ciò che era accaduto ad Alec? E poi, che cosa era accaduto? Lui non poteva neanche immaginarsi chi mai poteva avere un tale odio dentro al cuore per commettere un reato simile, suppose fosse stato un qualche animale.

Mentre il Faraone accompagnava il compagno nella sua cella per poter rivedere il figlio, sentì quelle tremende urla angosciose di puro dolore, entrambi corsero per vedere da dove provenissero, e, quando Alexander vide il corpo del suo bambino scannato in terra, crollò in ginocchio, guardò il figlio con puro orrore negli occhi, lo prende in braccio macchiandosi di quel sangue così innocente, che ancora scorreva senza sosta, e abbracciò il piccolo, un urlo soltanto, così forte e carico di dolore che anche gli dei parvero udirlo e, con sommo dolore, Piangere con lui facendo cadere la pioggia da grossi nuvoloni grigi.

Pianse così tanto da non avere più forze, gli occhi erano ormai rossi di sangue, il sangue di un padre che perde il proprio figlio, lo stringeva così forte a se Come a sperare di potergli donare la propria vita, pregando gli dei di prendere lui al suo posto, supplicandoli di farlo tornare in vita, ma loro non sembravano dare segni per accontentarlo.

Magnus intanto era rimasto paralizzato davanti a quella scena nefasta, la sua espressione era di ghiaccio, non riusciva neanche a crederci, sperava di trovarsi in un orribile incubo, ma mai nessuno dei suoi incubi era stato così doloroso come la vita in quel momento.

Passarono i minuti e Alexander parve perdere completamente la ragione, si avventó contro Simon iniziando a picchiarlo con tutta la forza che aveva in corpo, accusandolo di aver abbandonato il suo bambino senza una ragione, ma, in fondo, dentro di se il corvino sapeva che la colpa era solo e soltanto sua, se solo fosse rimasto accanto al suo Shai, se avesse dato retta all'amico magari non sarebbe accaduto nulla.

Il figlio di Iside, come risvegliatosi dal suo stato di fermo, allontanò con molta fatica il compagno dal povero Simon che, altro non aveva fatto, se non incassare i colpi silenziosamente.

Il giovane schiavo allora, passò sotto lo sguardo pazzo del corvino che, allontanando il Faraone da se, gli si gettò contro scuotendolo per le spalle.

"sei stato tu?! È tua la colpa vero piccolo mostro?!"

Era infuriato e il piccolo, terrorizzato, scosse la testa iniziando a piangere ancora di più, Magnus allora, altro non poté fare se non prendere di spalle l'amato e schiaffeggiarlo imponendogli di stare calmo, poi si rivolse al giovane e gli si inginocchiò davanti:

"Tu sai chi è stato vero?"

Ma il bimbo rimase muto, troppo impaurito per aprir bocca, così il Faraone estrasse un pugnale dal proprio abito puntandolo alla gola del giovane;

"Te lo richiedo, tu sai chi è stato?"

Sempre più spaventato lo schiavo annuì per come poteva guardandolo con aria di supplica.

"u-una donna..."

Fornì al moro una breve descrizione della donna che aveva visto, e, capendo di chi si trattasse, Magnus sorrise vittorioso, finalmente aveva fatto un passo falso.

Spero che il capitolo vi piaccia e scusatemi per eventuali errori.

Ho in oltre appena pubblicato il primo capitolo di " Stardust" se vi va andate a dargli un occhiata visto che è una delle storie a cui tengo di più, che verrà aggiornata ogni volta che aggiorno anche questa.

Prossimo aggiornamento: giovedì alle 16:00.

Votate e commentate ^-^

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