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«Perché voi due siete sempre insieme?» chiede Oscar mentre aspettiamo che la serranda si alzi completamente, poi guarda il suo piccolo orologio blu «E in ritardo per di più?»
«Non sono manco le 9.05!»
«Sempre ritardo è» commenta il ragazzino.
«Perché tu sei qui tutti i giorni?» ribatte scocciato Matteo «Non dovresti essere a scuola?»
«Ha/Ho l'insegnante privato» rispondiamo in coro, ci scambiamo un'occhiata e sorridiamo.
Ci abbiamo preso gusto a far innervosire il mio collega, quindi ci siamo alleati ed è una settimana che lo torturiamo.
«Ah» mi ricordo all'improvviso «Sono già due settimane che sei da me, il tuo livido si vede di meno, dovresti tornare da Paolo»
Non so perché l'ho detto, in realtà averlo in casa mi piace, cucina sempre lui e fa dei piatti deliziosi, mi aiuta a far la spesa (che ha sempre voluto pagare lui per sdebitarsi del favore) e parliamo un sacco di qualsiasi cosa.
Ho scoperto che studia architettura ma non gli piace, infatti vorrebbe mollare e iscriversi a qualche corso di cucina ma ha paura di dirlo a suo padre, è più piccolo di me di due anni ed è super consapevole della sua bellezza.
Ma questo lo avevo già capito.
«Ti hanno picchiato perché con quella mascherina sembri un maniaco?» chiede il nanetto.
«No, solo perché sembra un idiota» rispondo io.
«O forse perché sembra tutti e due?» continua il ragazzino e l'altro sbuffa.
«Moscardino, Susina, non siete simpatici» ci sorpassa e va a sedersi dietro la cassa.
«Ehi! Non puoi usare i soprannomi che abbiamo inventato noi» mi lamento.
«Dobbiamo trovargli un nomignolo» decide Oscar e gli do ragione.
Il piccoletto rimane con noi per una mezz'oretta, si dedica completamente a far impazzire il biondo, che stremato ad un certo punto se lo butta sulla spalla, prende il numero che doveva essere acquistato e li porta fuori dal negozio senza farlo pagare.
Basta che quei soldi ce li metta lui, per me può fare come gli pare.
Quando il mio collega rientra gironzola tra gli scaffali in cerca di chissà cosa.
«Come si chiama il fumetto che legge quello scassa caz-»
«È un bambino!» lo interrompo «Come sei irascibile, mamma mia. Comunque il manga è Bleach»
Mi allontano dalla cassa e vado dalla libreria degli shonen più famosi, afferro il primo volume e glielo porgo. 

«Questa mascherina mi fa sembrare davvero uno scemo?» domanda Matteo di punto in bianco.
Distolgo l'attenzione dalla porta, da cui è appena uscita una cliente che ha fissato per troppo tempo il mio collega.
«Insomma» gesticola «Tu ed Oscar mi prendete sempre in giro»
«Ci sei rimasto male?»
«No» fa spallucce «Era solo una stupida domanda, lascia perdere, fai finta di niente» e torna a leggere Bleach fingendo disinteresse, ma il suo sguardo è cupo.
«A me piace» mi ritrovo a dire e i suoi occhi si spostano rapidi su di me «La prima volta che ti ho visto ho pensato assomigliassi ad un personaggio dei manga»
«Possibile che il tuo interesse sia solo per questi cosi?» afferma irritato alzando il volume che stava leggendo.
«Beh, il tuo è sempre e solo il sesso, quindi direi che il mio è migliore. Almeno mi evita di contrarre malattie veneree» ribatto offesa.
«Lo sai che no-» si blocca e poi sospira mentre scuote la testa «Lasciamo perdere» conclude con un tono che non riesco a decifrare.
Forse è triste. Forse arrabbiato.
Forse entrambi.
Fantastico, ora mi sento in colpa.
Continuo a dire a me stessa che ha un lato profondo ma a lui non faccio che rinfacciargli di essere un ragazzo superficiale e basta.
Sono una cretina.
«Trovo che ti renda affascinante e misterioso» confesso in imbarazzo «Era quello che intendevo»
Matteo chiude Bleach, allunga le braccia sul bancone e poi ci appoggia la testa, girata nella mia direzione.
Alcuni ciuffi biondi ricadono davanti ai suoi occhi che sono puntati nei miei.
Quegli occhi sono la mia condanna.
Non sbatte le palpebre e non parla.
Mi fissa e basta.
Non riesco a controllarmi e la mia mano corre dal suo viso per spostare i suoi capelli ribelli con un gesto pieno di dolcezza.
Uno strano desiderio si fa largo in me.
Non so perché voglio che mi guardi.
Che mi guardi bene.
Che riesca a leggere anche la mia anima.
Che possa intravedere qualcosa che gli piaccia.
Che veda in me qualcosa di più rispetto alle altre...
Sono qui. Guardami.
Rimango con le dita appoggiate al suo bel viso e accarezzo lentamente i bordi della mascherina.
«A me piace» ripeto con un sussurro «Mi piac-»
La campanella suona e allontano rapidamente la mia mano da lui, come se mi fossi bruciata, ma afferra il mio polso, balza giù dallo sgabello e mi attira a sé.
«Cosa stavi dicendo?» chiede a bassa voce, sembra mi stia supplicando di finire la frase.
Mi piaci.
Mi piaci.
Mi piaci.
Continuo a rispondere alla sua domanda mentalmente ma non ho il coraggio di dirlo ad alta voce.
Luca si schiarisce la gola con fare teatrale, è evidente che voglia vederci allontanare.
Anche perché avere il corpo del mio collega spalmato addosso non è molto professionale.
Quindi mi stacco, lo saluto con un sorriso forzato e corro a prendergli il fottuto numero di I Am A Hero cosicché non debba fermarsi troppo e impuzzolentire tutto il negozio. Matteo cerca di sparire in bagno ma lui lo trattiene chiedendogli da quanto lavora qui, per quanto tempo rimarrà, che cosa studia, poi gli chiede se ha la ragazza e io mi avvicino più velocemente per sentire.
«No» risponde l'altro secco.
Pheew.
«Tieni» porgo il manga al nostro cliente mentre trattengo il respiro e lui mi sorride a trentadue denti sporchi.
Penso di riuscire a vedere i rimasugli del suo pranzo di Natale.
Ehw.
«E sei interessato a qualcuna?» chiede ancora guardando per qualche secondo me, anche gli occhi verdi di Matteo si spostano sulla sottoscritta che arrossisce in tempo zero.
Sono poco poco a disagio, ma tranquilli, continuate pure a fissarmi.
I suoi smeraldi tornano sull'uomo che ha davanti.
«No»
Oh.
Perché sono delusa?
Certo che non può essere interessato a me!
Chissà con quante ragazze bellissime è uscito, io non sono nulla di speciale.
Chissà che cavolo volevo che vedesse in me!
«Ah ecco» e torna a sorridermi.
Ehw.
«Tu invece dovresti interessarti ad una doccia» commenta acido il biondo e io tossisco per trattenere una risata.
Si deve essere arrabbiato per questa violazione di privacy.
Luca si indispettisce, paga in fretta ma prima di uscire dal negozio si volta di nuovo verso di noi con un'espressione altezzosa.
«Non accetto critiche da un cretino che indossa una mascherina inquietante»
In tutta risposta Matteo l'abbassa, contrae la mascella e poi mima un non te la dà con le labbra.
Io sgrano gli occhi, mi copro subito il viso in fiamme e, quando l'altro se ne va definitivamente, prendo il deodorante alla lavanda per spruzzarlo in giro come se non ci fosse un domani.
Nel negozio c'è un silenzio tombale, si sente solo il bzzz dello spray.
Nella mia testa si ripete il suo no in risposta alla domanda se fosse interessato a me, perché tutti sappiamo a chi si stesse riferendo Luca. Era palese.
Meno male non ho finito la frase, mi avrebbe solo spezzato il cuore avere un rifiuto diretto dopo avergli confessato quello che provo.
Mi sono risparmiata l'umiliazione.
Grazie Luca.
Quando torno dietro al bancone, vicino a lui, le sue dita corrono tra i miei capelli, solleva una piccola ciocca fucsia per portarsela sotto al naso e ne inspira il profumo.
118?
Salve, il mio cuore si è sentito male. Il mio stomaco ha un'intossicazione di farfalle. Le mie guance una probabile ustione di chissà quale grado.
«La prima volta che ti ho vista» dice all'improvviso, puntando i suoi smeraldi nei miei color caccola «sai quando mi hai molestato sulla metro»
«Non ti ho molestato» borbotto.
«Toccarmi il pene come lo chiami?» ribatte divertito, io mi strozzo con le mia saliva e lui esplode in una risata.
Perché è così diretto?
«Comunque» continua «ho pensato avessi un buon profumo» arrotola i miei capelli intorno al suo indice e il mio cuore trattiene un battito.
Stai giocando sporco.
Perché mi fai questo dopo quello che hai detto?
Mi illudi.
«Anche la prima volta che ho dormito con te, ho annusato i tuoi capelli e sapevi di lavanda» il suo tono di voce è dolce.
Ma non sono molto lusingata nel sapere che profumo come il deodorante per i cessi.
«Perché hai annusato i miei capelli?»
Direi che è una domanda più che lecita.
Lui spalanca gli occhi e mi sembra di scorgere un leggero rossore appena sotto di essi, ma dura tutto meno di un secondo.
Il suo sguardo torna subito ad essere quello furbo e malizioso di sempre, si avvicina al mio orecchio e sussurra in modo erotico «Perché si dice che chi abbia un profumo buono, abbia un sapore ancora più buono...» seguo i suoi occhi che si puntano sul mio basso ventre, istintivamente le mie gambe si chiudono, come a voler trattenere una pulsazione delle mie parti intime.
Non ci riescono.
Cerco di formulare una risposta ma il mio cervello si è liquefatto e non fa che chiedermi di trovare un fottuto hentai e andare a masturbarmi in bagno.

«SUSAN!» urla Matteo «Il supermercato chiude tra poco»
«E tu entra!» gli rispondo anche io strillando.
Una volta finito il lavoro ha insistito per venire a fare la spesa, ha detto che gli servono solo alcuni ingredienti, vuole fare una torta alla frutta.
Frutta non cotta.
Anche se lui non la potrà mangiare, perchè potrebbe morire.
Non capisco perchè la voglia fare se poi non se la può gustare.
Bah.
«Andiamo, non crederai davvero a quelle cagate!» sbuffa.
Sono fuori dall'ingresso, la mano sinistra stretta in quella della veggente che si è piazzata qui oggi.
La signora è piuttosto particolare, capelli biondi ossigenati, occhi scuri come la pece, carnagione molto chiara, una bandana in testa, camicia bianca e pantaloni neri.
Più che una veggente mi ricorda un pirata.
«Vedo un biondo nel tuo futuro» afferma con gli occhi spalancati intenti ad analizzare la mia mano «Un biondo con gli occhi verdi!»
«Grazie al caz-!»
«Matteo!» lo interrompo con un'espressione di rimprovero.
«Susie, fino a domani mattina ti dico che il biondo sarà con te e ti renderà la vita un inferno se ora non entri!» ringhia lui.
«Vedo anche un periodo molto triste nel tuo passato» continua la signora.
«Tutti lo abbiamo avuto!» dice l'altro allargando le braccia esasperato «Senti, io entro, tu vedi di non farti spillare tutto lo stipendio»
Noi lo ignoriamo e lui sparisce dietro le porte automatiche.
«Vedo felicità, passione, sorpresa, lacrime e poi...» i pozzi neri della veggente si fissano nei miei «buio»
La sua voce è quasi un sussurro inquietante e un glaciale brivido percorre tutto il mio corpo.
«Buio?» chiedo spaventata «M-morirò?»

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Angolo Me 📚
Voi ci credete alle veggenti? 🤔
Che ne pensiamo del "mi piaci" a metà?
E di Matteo che afferma di non essere interessato a Susie? 👀
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, esprimete liberamente i vostri giudizi 😌
E ci vediamo al prossimo 💫❤️

Otaku in love || COMPLETAWhere stories live. Discover now