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«Mi scusi, signorina» una voce mascolina attira la mia attenzione e mi volto per capire se stia parlando con me.
«Ha perso questo» dice mentre tende nella mia direzione una specie di sciarpa.
«Oh» mi coglie di sorpresa e afferro l'indumento senza neppure guardarlo.
L'uomo davanti a me mi ha catturata, è giovane ed estremamente bello, ha i capelli corvini e gli occhi azzurrissimi, una barba ben curata e un viso snello e appuntito.
«Grazie» farfuglio e lui sorride facendomi perdere un battito.
Ho l'innamoramento facile.
Rimaniamo qualche secondo in silenzio e inizio a sentirmi a disagio.
«Ehm...allora, ancora grazie» dico alzando il pezzo di stoffa mentre mi allontano di un passo, lui scoppia a ridere e avanza verso di me.
«Quella non è sua» confessa prendendo la sciarpa che solo ora mi accorgo essere un asciugamano «Volevo solo una scusa per parlarle...speravo potesse nascere una conversazione»
Divento viola subito.
Non so che dire.
Perché uno come lui dovrebbe voler parlare con me?
«Piacere, sono Sandro» allunga una mano e dopo pochi istanti di esitazione l'afferro.
«Susan» sorrido imbarazzata.
«Incantato, Susan» il suo sguardo magnetico percorre tutto il mio corpo e si ferma per qualche secondo di più sulle mie gambe, lasciate scoperte dalla gonna.
«È di fretta o posso rubarle qualche minuto?» chiede speranzoso.
Avrei lezione, mi sono iscritta ad economia ma la realtà è che la odio.
«Ho qualche minuto» mento, tanto non ci volevo andare in facoltà.
Ci siamo scambiati il numero e siamo usciti più volte insieme, mi veniva a prendere in università facendo gesti carini, una volta mi ha portato una rosa, un'altra i cioccolatini, poi ha preparato una borsa per fare un picnic in mezzo al bosco.
Era tutto una favola, mi sentivo sempre una principessa con lui, era pieno di attenzioni e faceva tantissime cose romantiche che sembravano uscite dai film d'amore più belli.
Mi sentivo felice come non mai.
Dopo tre mesi è riuscito a convincermi a lasciare l'università visto che non mi piaceva, anche se sospetto che lo avesse fatto più per gelosia, avevo molti compagni di corso uomini con cui parlavo spesso, la cosa lo faceva arrabbiare e avevamo litigato più volte per questo motivo, ma non mi picchiò.
Al quinto mese insieme mi passò un annuncio di lavoro: cercavano una ragazza per far da commessa in una fumetteria.
Le cose tra di noi andavano ancora bene, lo vedevo tutti i giorni, quindi non riuscivo a ricavare tempo per le mie amiche, visto che, se gli dicevo che non potevamo incontrarci, mi tirava su una scenata chiedendomi se mi fossi stufata di lui, se non lo volessi più ecc.
Io mi sentivo in colpa quindi finivo sempre per dargliela vinta.
Lui veniva tutti i giorni a prendermi al lavoro, così, una volta che Paolo mi aveva mandata a casa prima, decisi di andare io da lui.

Osservo il mio riflesso sulla vetrina, ho cercato di vestirmi in modo più carino ma ultimamente qualsiasi cosa faccia non mi fa sentire bella. Sistemo il mio vestitino rosso a pois mentre aspetto che Sandro esca dall'edificio.
Quando finalmente lo vedo, è con due colleghi, una donna e un uomo che mi squadra dalla testa ai piedi prima di dare una pacca sulla spalla al mio ragazzo e sussurrargli qualcosa all'orecchio. L'altra mi scruta velocemente con uno sguardo carico di ribrezzo e mi sento subito a disagio.
Forse non sarei dovuta venire.
Il moro si allontana dagli altri due e viene nella mia direzione, non mi bacia, mi afferra un braccio con forza e mi trascina verso la sua macchina.
«Mi stai facendo male» mi lamento cercando di divincolarmi dalla sua presa.
«Che ci fai qui?» sbotta mentre apre la portiera e mi spinge con forza all'interno.
Perché è così arrabbiato?
«Pensavo di fare un gesto carino e venire a prenderti» dico quasi con un sussurro appena prende posto nel suo sedile.
Non l'ho mai visto così, ha gli occhi iniettati di sangue, le vene del collo in evidenza e la mascella così contratta che ogni volta che deglutisce vedo un nervo guizzare.
Tira un pugno al volante, facendomi sussultare, poi si passa una mano tra i capelli e sospira.
«Scusami, amore» si riprende «è colpa di quel coglione di Giacomo, che ha fatto un commento stupido su di te e lo odio» spiega.

Otaku in love || COMPLETAWhere stories live. Discover now