4) Condizioni

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Bakugou's POV
"Intanto che ci pensi, t'illustro le regole base, così da facilitare la tua scelta:
Primo: Devi fare tutto quello che ti dico, senza discutere.
Secondo: Abbi rispetto per le mie cose e per la mia servitù.
Terzo: Sii accomodante. Alle feste devi sembrare un cagnolino.
Quarto: Non ti é consentito chiuderti in camera.
Quinto: Non devi tentare di entrare in nessuna delle stanze del piano superiore, eccetto la tua.
Sesto: Non ti è permesso uscire al di fuori della recinzione che circonda la villa." Spiega Kirishima.
"Come? Non posso uscire?"
"Solo ed esclusivamente per accompagnarmi ovunque io deciderò di portarti, per il resto non ti é concesso muoverti da qui. Questa regola non é trattabile." Dice, guardandomi con sguardo serio.
"E cosa dovrei fare qui da solo tutto il giorno?" Domando a braccia conserte.
Lui ridacchia sotto i baffi e dice:
"La mia villa é munita di ogni comfort e svago proprio per questo motivo. Tutto ciò che ti chiedo cortesemente di fare è trovare del tempo per continuare le tue normali sessioni di allenamento così da mantenere un fisico invidiabile."
"E perché?"
"Non é ovvio? Hai le potenzialità per essere un vero gioiello: più sarai bello, più sarai in grado di far rodere i miei amici, maggiori saranno i tuoi privilegi ed i regali che io ti farò. Migliora il tuo fisico, la tua estetica ed io renderò migliori i tuoi comfort." Dice, aprendo le braccia, sottolineando la sua grandezza.
Meglio di così?!
"Saresti pagato in beni materiali per essere bello e per fingere di essere gay." Sorride, "Non è poi così male, non credi?"
Il tutto è dannatamente interessante, allettante e rifiutare sarebbe da pazzi.
Non mi reputo bello, ma fintanto che lui pensa che io lo sia...
Sarebbe il sogno di chiunque, vivere con così poco, questo è certo.
Vedendo la mia incertezza, il rosso incalza:
"Allora? Accetti?"
Vi penso un po' sù.
Sarò in grado di uscirne se le cose dovessero andare storto?
Penso.
Ma che importa? Pagato per essere bello, per allenarmi e per fare ciò che mi piace! Quando mi ricapiterà un'occasione del genere?!
"Va bene, accetto."
Un rumore proviene dalla cucina un secondo dopo, ma viene smorzato quasi subito, per poi essere seguito da alcune parole e bisbigli non distinguibili.
Il volto di Kirishima si rabbuia, ma il suo corpo rimane comunque composto e le sue azioni contenute, sebbene sembri sul punto di scoppiare.
Torno a sedermi, ma ormai mi è passato l'appetito.
Mi dileguo con la scusa della stanchezza e torno in camera mia.
È dannatamente tardi.
Mi spoglio al volo e mi butto sotto le coperte, stremato da quest'assurda giornata.

Cameriera's POV
"Non succeda mai più che voi tre origliate una mia conversazione!" Urla il padrone mentre noi guardiamo a terra, definitivamente sottomessi.
"Non abbiamo origliato nulla!" Cerco di dire a nostra discolpa.
Un fortissimo schiaffo mi arriva dritto in faccia, facendomi indietreggiare.
"Almeno abbi la decenza di non dirmi bugie, Ashido!" Afferma il padrone con sguardo truce.
"Stasera non voglio la compagnia di nessuno di voi tre." Ringhia, voltandosi e facendo per uscire.
Il biondo accenna a voler parlare, ma il padrone lo blocca all'istante con una mano protesa verso di lui e afferma:
"Non proferire parola, Kaminari. Sei l'ultimo che voglio sentire."
Denki guarda in basso con aria afflitta e tutti e tre guardiamo il padrone uscire e dirigersi in camera sua con passo deciso.
Kaminari digrigna i denti e stringe i pugni, incazzato nero.
Sero allunga una mano nel tentativo di consolarlo, ma con un colpo secco, Kaminari lo allontana.
Si porta una mano agli occhi, nel vano tentativo di nascondere le sue lacrime e corre via, probabilmente verso la sua stanza.
"Aspetta...!" fa per dire Hanta, iniziando a seguirlo, ma lo fermo prontamente.
"Lascialo andare, Sero. Ha bisogno di un po' di tempo per sé..."

Kaminari's POV
Esco dalla cucina di corsa, salgo le scale per poi raggiungere la mia stanza.
Apro la porta e la richiudo alle mie spalle con violenza, ignorando il colpo secco contro lo stipite.
"Vaffanculo!" Urlo.
Mi accascio a terra e mi rannicchio con la schiena contro la porta, le dita incastrate tra i capelli.
"È tutta colpa tua! Vaffanculo!"
Tiro una testata alla porta, sperando che il padrone passi vicino alla mia stanza e noti anche solo vagamente il mio dolore.
Purtroppo, alla mia porta non giunge nessuno.
Sospiro ed appoggio il capo contro il legno, gli occhi fissi sul soffitto, le guance solcate dalle lacrime.
Chiudo gli occhi e ripenso ai momenti più belli passati con lui:

Sold to you (KiriBaku/BakuShima)Where stories live. Discover now