Capitolo 22

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Revisionato
Jane's POV

Il sangue caldo cola dal mio collo mentre il corpo del signore anziano che mi ha impedito di fare del male al piccolo Gomez cade lentamente per terra mentre una chiazza rossa si espande sul suo petto proprio ad altezza del cuore. Sono perplessa: che motivo aveva questo signore di mettersi in mezzo, sacrificando così la sua vita, senza conoscermi?

«Sei proprio una puttanella fortunata, non posso negarlo. Ma il secondo colpo sarà perfetto ed io potrò vendicare il mio signore per il grosso carico che gli hai fatto perdere settimana scorsa» dalla faccia scioccata del ragazzo capisco due cose: prima cosa, ci teneva al signore anziano; seconda cosa, questo tizio dall'accento spagnolo deve essere un intruso come avevo immaginato. Il problema è che è talmente novellino che non sa come prendere in mano la situazione ed io mi ritrovo di nuovo con una pistola puntata in fronte. Non ci sta pace per me, anche nei giorni migliori devono venire a chiedere il mio scalpo. 

«Non credo proprio, la voglia di ucciderla ti ha distratto troppo, pivello» ad intervenire è il mio caro amico Alecxander che ha approfittato della distrazione causata dalla morte del signore per poter avanzare e trovarsi così vicino al mio assalitore, disarmandolo con una facilità tale che da lui potrei solo imparare. Usa molto la forza, io sono più piccola e ho meno muscoli rispetto a lui, sarebbe impossibile per me usare la sua stessa tecnica ma se ci lavoro forse potrei riuscire a raggiungerlo. Mentre Alecxander blocca ogni movimento del traditore, il telefono di Gomez Junior squilla indicando l'arrivo di un messaggio, risvegliandolo dal suo stato di trans. 
Lo legge con attenzione e fa cenno ai suoi uomini di dileguarsi mentre prova a prendere sotto la sua custodia il traditore, cercando di far mollare la presa ad Alecx.

«Dobbiamo lasciare l'edificio, la polizia è sotto. Qualcuno deve aver sentito lo sparo e deve aver chiamato. Occupatevi del cadavere, penso che tu ne sia capace, demonio» il tono saccente che usa nei miei confronti mi fa salire il sangue al cervello e, se permetto ai suoi tirapiedi di andare via, lui e l'assassino resteranno qui in stanza con me e si prenderanno una parte di responsabilità. Beh, in teoria il corpo lo potevo far sparire, ma la polizia sarà qui in una quindicina di minuti e non ci sarebbe il tempo materiale per me di fare una cosa del genere, non in una stanza che ha dei pazienti assegnati. Potrei lasciar ricadere la colpa a Moore o a qualche membro della mia famiglia, ma ci andrei comunque di mezzo io: volente o nolente, questo ragazzo deve collaborare con me.

«Uomo tuo, resposabilità tua. Noi Cooper non ci marchieremo il nome con un cadavere che non ci appartiene. Di ai tuoi uomini di fingersi medici o pazienti. La mia famiglia si nasconderà con loro nelle varie stanze. Qui dovremmo rimanere solo tu, io, Alecx, Tom e Jane. Se siamo pochi, sarà più facile depistare la polizia. Ora, con solo queste persone devi creare un piano Jane» dice mio padre spingendo tutti quanti a disperdersi per il piano: alcuni uomini trovano camici bianchi e divise azzurre diventando medici e infermieri, altri diventano pazienti; la mia famiglia si divide, gli uomini vanno nello sgabuzzino mentre le donne entrano nella chiesetta che si trova dentro al piano, fingendo di pregare col volto rivolto in basso e nascosto dai capelli lunghi. Dopo aver chiarito i vari nascondigli, mio padre chiude la porta e mi fissa con una certa curiosità, chiedendosi sicuramente cosa farò sotto pressione. Beh, non per vantarmi ma sottopresione lavoro meglio. Non ci penso due volte ad avvicinarmi al piccolo Gomez, colpendolo con un pugno sullo zigomo per lasciargli un bel segno rosso sul volto. 

«Scusa» mormoro dopo aver sentito il suo gemito di dolore.

«Il piano è semplice, siamo solo noi qui e possiamo fingere un aggressione finita male solo perché questo psicopatico mi ha seguita per molestarmi, solo che non sapeva del vostro arrivo. Per rendere tutto il più credibile, il vecchio e Gomez Junior si fingeranno i parenti di quel bambino lì, Tom dovrai ferirmi come se fossi stata aggredita sessualmente, Alecxander poi ti chiuderà in bagno bloccando la porta con questa sedia, poi tornerai a bloccare il traditore insieme al signorino Gomez» nel frattempo che cerco di spiegare il piano, rompo una sedia per fare ulteriore scena e passo quella sana al ragazzo tatuato, poi mi rivolgo a mio padre «Papà, rompi l'armadio e posizionati scomposto al suo interno, per il resto lasciate parlare me. Mi dispiace tesoro di mamma che devi sopportare tutto questo insieme al tuo amichetto di stanza ma ti prometto che finirà presto» dico avvicinando verso il mio piccolo guerriero che mi guarda terrorizzato. Gli lascio un dolce bacio in fronte e lascio una carezza anche all'altro ragazzino per tranquillizzarlo mentre mio padre distrugge l'armadio e si sgualcisce i vestiti prima di mettersi comodo tra i pezzi di legno. Al ragazzo arriva un altro messaggio e tenta di dire qualcosa che io non recepisco bene perché Tom ha ben pensato di agire subito colpendo la mia guancia con uno schiaffo talmente forte da farmi sanguinare il naso e, giusto per completare l'opera, mi strappa la maglia mettendo in mostra i miei seni liberi: ho scelto il giorno perfetto per non mettere un reggiseno devo dire. 

.B.A.D. (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora