Capitolo 33

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Revisionato
Jane's Pov

«Tom, dobbiamo tornare indietro., devo proteggere mia sorella, i miei bambini, la mia famiglia. Devo vedere come stanno gli altri e aiutarli, mio padre è stato colpito e non l'ho visto rialzarsi, non so se è morto o vivo.  Stephen ed Alecx sono con gli altri che stanno lottando contro tutte quelle persone da soli, non posso lasciarli così. Lo sai chi sono, posso essere utile in battaglia» mi dimeno nelle braccia di Tom che continua a tenermi ferma mentre corre lungo i campi di girasoli coltivati che circondano la villa di famiglia. GLi steli di questi fiori sono così alti che ci nascondo alla perfezione dagli occhi indiscreti delle persone che con ogni probabilità ci stanno seguendo. Al momento siamo al sicuro perché nessuno ha dei cani da caccia a disposizione che potrebbero fiutare i nostri odori, ma è solo questione di tempo. Prima o poi i cani arriveranno e noi dovremmo essere lontani da qua il prima possibile anche se in cuor mio non vorrei.  

«Jane, potrai anche essere il Diavolo Rosso ma devi capire che tornare indietro adesso è un suicidio assicurato. E renderesti vane le azioni dei ragazzi che abbiamo lasciato dietro perché, non so se te ne sei accorta, ma è grazie al loro intervento repentino che noi siamo riusciti a scappare. Ora le emozioni ti stanno acciecando ma lo sai meglio di me che alle nostre spalle ci sta un gruppo di mafiosi armato fino ai denti che vuole la tua fottutissima testa perché non hanno capito che il vero Diavolo sei tu e non ci sta nessuna combutta dietro. L'unica scelta che abbiamo ora è scappare prima che sguinzaglino i cani, portarti in un posto sicuro, fare curare e ideare un piano per tornare e salvare chi è rimasto indietro. Tu pensi che tuo nonno voglia remarti contro, ma sa che non è così e non si tirerà indietro proprio ora, nel momento del bisogno. Lui vuole te al comando del clan, io lo voglio, tutti quelli che lo sanno lo vogliono. Credi di lottare da sola in questa guerra ma se aprissi almeno un po' gli occhi scorgeresti le figure di Noah, Dimitri e James a sostenerti come casate. La mia famiglia e quella dei ragazzi ti sostiene anche e, se tutti sapessero chi fosse il demone che temono, sta sicura che si inginocchierebbero al tuo cospetto perché una donna di solo ventitré anni ha fatto più di quello che avrebbero fatto tutti loro messi assieme in trent'anni di carriera» mi sprona Tom e ha perfettamente ragione. In questo momento il pensiero di salvare la mia famiglia mi sta offuscando la mente, devo ritornare ad essere la solita Jane, devo spegnere le mie emozioni e ragione come la macchina spietata che sono. 

«Chi dovrebbe sostenermi se i miei sostenitori vengono uccisi così a sangue freddo?. Ok, creeremo il piano per salvarli, ma se sarà troppo tardi quando questo succederà?» chiedo arredendomi alla preso di Tom che non accenna a diminuire dalla mia vita: siamo scappati come dei fuorilegge da una casa che ci appartiene di diritto,  lui ha corso con me in braccio nonostante le persone che cercavano di colpirci coi loro proiettili, abbiamo raggiunto i cancelli della villa per mera fortuna sotto incitamento delle guardie di mio padre che per rallentare i nemici hanno chiuso i cancelli alle nostre spalle mentre noi ci siamo rifugiati nel campi usati per la raccolta dei semi di girasole. Noi due ce l'abbiamo fatta, ma il resto della mia famiglia no. 
Tom apre bocca per protestare contro le mie parole ma viene fermato da un forte fruscio proveniente a pochi passi da noi, sembra qualcosa che corre molto velocemente e dai ringhi posso intuire facilmente che siano dei cani. Merda, sono riusciti a recuperarli subito e li hanno lasciati per i campi per cercarci. Tom sembra del mio stesso identico parere e comincia a correre a perdifiato con me ancora sulle spalle, tuttavia lo scalpitio delle foglie secche dietro di noi che vengono calpestate da una moltitudine di zampe non cessa, i latrati e gli abbai non cessano, al contrario, aumentano d'intensità dimostrandoci che non sono poi così tanto lontani. Tom corre a più non posso, io estraggo la pistola che ha nei pantaloni e la punto davanti a me per sparare ad un possibile attacco improvviso da parte di qualche bestiaccia tuttavia, a causa del buio pesto che ci circonda, il ragazzo sotto di me non nota una radice e ci inciampa facendo ruzzolare entrambi per terra e facendomi perdere la presa sulla pistola scura, ora dispersa nell'oscurità. Dannazione!
Mi rialzo subito aiutando Tom a liberarsi dalla radice ma il mio momento di distrazione mi risulta fatale perché un enorme cane nero mi si getta addosso facendomi ruzzolare per terra con il suo muso a pochi passi dalla mia faccia. Il bastardo mi ringhia contro e non perde tempo a graffiarmi, cerca di mordere anche qualche parte del mio corpo ma io, con le mani sporche di terra e leggermente graffiate, gli tengo la mascella aperta impedendogli di chiudere la bocca. Riesco a liberarmi grazie ad un altro cane maestoso che salta sopra il bestione nero e me lo toglie di dosso. Li osservo lottare nell'oscurità e riconosco immediatamente il cane che mi ha salvato: è il cucciolo di husky dei gemelli che gli ho regalato mesi fa e che è cresciuto abbastanza da poter affrontare cani della stessa taglia del cagnolone nero. Lo osservo lottare maestosamente e finalmente riesco a capire perché i bambini abbiano deciso di chiamarlo Ares come il dio della guerra: è letteralmente una macchina assassina che con pochi semplici morsi ha ucciso un cane più anziano di lui e abituato da tempo alla caccia. 

.B.A.D. (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora