Prologo

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Emma accavallò le gambe sottolineando la parte più importante del paragrafo, appuntandosi le parti più importanti sul foglio bianco, seduta al tavolino del chiosco, dove regnava la pace. Il sole illuminava il verde del giardino curato, spendendo contemporaneamente all'interno del laghetto, fino ad arrivare sulla faccia della ragazza che fu costretta ad assottigliare gli occhi.

Tenne tra i denti il tappo della penna blu cercando di concentrarsi su quei righi con delle lettere minuscole, da lì a poco avrebbe avuto l'esame più importante della carriera universitaria, uno a cui personalmente teneva molto e non voleva fallire.

Sfiorò con cura le pagine, tenendo il segno tramite quei postit colorati che amava tanto; le facevano pesare meno lo studio, nonostante la stanchezza. Sorrise al cameriere che le portò il
frullato al cioccolato, appena mise la cannuccia in bocca, sobbalzò spaventandosi e dovette tenere il bicchiere per non farlo crolla, qualcosa le si era fiondato con forza contro la sedia.

Un cagnolino,
piccolo, le si era appollaiato contro la gamba, con la lingua fuori dall'affanno, strofinandosi accanto alla pelle di Emma.
Lei lo prese in braccio tenendolo nelle braccia, gli accarezzò teneramente il pelo color senape, al tatto morbidissimo.

Vide poi un un ragazzo correre, con i mano il guinzaglio dello stesso colore del collare, un rosso forte, simile alla maglietta di Emma.

- Oh! Rome. - esclamò mettendosi le mani sui fianchi, il petto si abbassava e alzava velocemente concentrandosi sul cagnolino nelle mani della ragazza

Con timidezza si avvicinò alla ragazza,
sorrise teneramente grattandosi la nuca
- Pensavo fosse scappato, il collare va ancora troppo largo. - fece, per giustificarsi.

Emma ricambiò il sorriso fissando il ragazzo
- Immagino, comunque tranquillo, non sarebbe andato da nessuna parte, i cancelli sono chiusi. -

Marco annuì in mancanza di parole.
Quella giornata gli era andata male, una delle classiche "giornate no" che iniziano con il piede sbagliato.
Il litigio con la sua ragazza aveva fatto traboccare il vaso, così prese il cagnolino rifugiandosi nel suo posto preferito.

Tolse gli occhiali da sole concentrandosi maggiormente su Emma, era bassina, con un fisico asciutto e i capelli raccolti in una coda disordinata, accarezzava Rome teneramente, con un pennarello in mezzo alla labbra.

Emma sentì lo sguardo bruciargli addosso, così ritornò nel mondo reale, schiudendo le labbra davanti a quella bellezza - Scusami! Tieni -

Marco prese Rome in braccio, gli mise il guinzaglio, questa volta ben corto. - Grazie ancora - infiló le mani nelle tasche dei jeans neri e strappati

- Figurati. Bel cane, comunque - rispose andandosi a sedere.

Tenne gli occhiali da sole sulla fronte e con uno scatto li fece scendere, silenziosamente andò via mentre lei riprese a sottolineare e scarabocchiare il foglio.

Con calma raggiunse la fine del parco, sedendosi accanto alla fontanella, poco distante da Emma. Lei continuava a studiare tranquillamente sotto lo sguardo di Marco, non rendendosi conto di come continuasse a fissarla.

Lo squillo del cellulare lo fece riprendere, sbuffò leggendo il nome della sua ragazza e ciò che aveva scritto - Torna a casa, mi manchi. -

Così si mise in piedi trattenendo un lamento
e con un cenno della testa salutò Emma prima di sparire completamente dalla
sua vista.

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Nuova storia!
spero vi piaccia ☄️

𝒅𝒐𝒈𝒔𝒊𝒕𝒕𝒆𝒓 ✿ 𝒎𝒂𝒓𝒄𝒐 𝒂𝒔𝒆𝒏𝒔𝒊𝒐Where stories live. Discover now