Capitolo 15

1.1K 51 6
                                    



La mattina successiva Marco si svegliò felice, e forse un po' stordito, si stringeva Emma nelle braccia come
aveva fatto per tutta la notte, il sole le illuminava il viso chiaro, ed i capelli erano umidi e raccolti in una coda disordinata. Lui gli prese delle ciocche portandoli dietro le orecchie, lasciando la faccia libera, Emma si strinse al suo petto, accucciolandosi e traendo respiro quando riconobbe il calore di Marco.

- Dobbiamo scendere a fare colazione Emmita, ho fame - lo stomaco infatti, brontolava da tante ore, aveva passato mezza notte ad osservarla e chiedersi se tutto quello che era successo fosse reale

- Ho ancora sonno, vacci tu a fare colazione - gli rispose, dandogli un bacio sulle labbra con occhi chiusi, non riusciva nemmeno ad aprirli

- Non voglio lasciarti qua, sappi che non mi scollerò mai da te - le disse, sciogliendogli la coda lasciando che i capelli le coprissero le spalle avvolte nel lenzuolo bianco

- Non riesco a scendere, mi fa freddo ed il letto è tanto comodo, anche tu sei comodo - intrecciò le gambe in quelle di Marco inziando a muovere freneticamente i polpastrelli sul suo braccio

Emma sentiva il cuore più leggero, quel muro d'orgoglio si era lasciato abbattere da un "Ti amo" trattenuto per troppo tempo e poi urlato e dimostrato, giocava con le dita lunghe di Marco, portandosele al viso, amava il calore della sua pelle, gli occhi scuri, le fossette, le labbra, il sorriso; lo amava, semplicemente. Forse tanto, forse troppo. Talmente troppo che aveva deciso di dimenticare e tralasciare tutto il dolore che aveva provato e concedergli un'altra possibilità

- Ti porto in braccio, visto che sono comodo.
Ma prima vestiti, c'è mio fratello di sotto - alzò l'angolo della bocca, poi la vide spostare le
lenzuola e rabbrividire sul posto, inumidì le labbra cercando di calmarsi e non saltargli addosso.

Emma prese una felpa bianca dall'armadio infilandosela immediatamente - Profuma di te - portò la manica al naso,
sorridendo sorniona

Marco mise i piedi fuori dal letto e la prese in braccio, risero entrambi per la posizione strana che avevano assunto; Emma per
poco non toccava il pavimento con i capelli, è proprio quando lui scendette
le scale sentì una fitta dolorosa alla testa.
Si mantenne alle gambe di Marco, e vide un ragazzo camminare nel corridoio.

- Mettimi su, ho mal di testa così - scosse la gamba, lui le tenne la schiena per riprenderla e ridendo le diede un bacio sulla guancia

Appoggiò la testa sulla sua spalla riempiendogli il collo di baci, non riuscivano a staccarsi l'uno dall'altro, erano come dipendenti, o innamorati, o entrambe le cose. Forse la somma di questi due elementi lo rendevano così; felici.

- Non davanti a me.. già stanotte..- Igor si mise una mano sugli occhi trattenendo le risate, lei arrossì di botto mentre Marco gli tirò dietro una ciabatta sfiorandogli i capelli di poco

Emma si nascose nel cappuccio della felpa osservando per bene quel ragazzo, lo aveva già visto e ne era sicurissima, increspava il sopracciglio cercando di capire e collocare avvenimenti, ma il mal di testa glielo impediva.

Marco si sedette al tavolino, riempiendosi il bicchiere di succo e increspando le sue labbra mentre Igor guardava Emma. Così le diede un bacio, di proposito - Vuoi qualcosa, Em?-

Lei scosse la testa.
Si sentiva male, aveva le tempie che sarebbero scoppiate da un momento all'atro. - Io sono Igor, comunque - disse avvicinandosi e sedendosi alla sedia

- Oh io sono Emma, piacere di conoscerti,
Ma io e te ci siamo già visti da qualche parte? -

A Marco andò di traverso il succo mentre il più grande trattenne ancora una risata
- Probabilmente ti stai confondendo con qualche altro, o forse mi hai davvero visto da in giro -

Emma era ancora più indecisa, fece spallucce e poggiò il mento sulla mano chiudendo gli occhi. Doveva prendere qualcosa per il dolore o sarebbe finita male

[....]

Sentì qualcosa contro la guancia e aprì lievemente gli occhi, ritrovandosi la sua migliore amica le sorrise e se la strinse nelle braccia. Maria le tenne la mano come aveva fatto fino a pochi minuti prima che Emma si svegliasse. Le tolse i capelli scompigliati dal viso e si stese addosso a lei

- Hai la febbre alta Emma, probabilmente è stato tutto il freddo di ieri. Marco mi ha chiamato preoccupato, diceva che non ti svegliavi più, è andato in panico - rise, coinvolgendo anche lei

- È così bello Mar, ed io penso di amarlo proprio tanto. È inspiegabile - sorrise sorniona, nascondendosi poi la faccia nel cuscino.

Marco sentì un tonfo nello stomaco e la voglia di saltare per casa, aveva involontariamente sentito tutto ed era rimasto fermo dietro la porta. Quelle parole lo ghiacciarono, facendogli andare il cuore a mille.

- Ti ama tanto anche lui, fidati di me - l'abbracciò ancora, poi le mise una mano sulla fronte ritirandola immediatamente - Scotti di brutto -

- Ho portato le medicine, ne ho presi milioni - Marco entrò in stanza, lasciando un bacio sulla fronte di Emma e cercò di nascondere l'imbarazzo - Come stai? - le sussurrò a due centimetri dalle labbra

- Bene,
sono solo stanca - rispose spingendogli all'indietro i capelli tirati su dal gel

- Riposati Emmita. Io e Fran andiamo ad allenamento, torniamo stasera
Ti amo. - le diede un bacio e fino all'uscio della
porta, tenne lo sguardo fisso a lei, poi scese velocemente le scale

Chiuse gli occhi e Maria si infilò nel letto insieme a lei. Abbracciandola forte ritornò a dormire, coccolata per bene.

𝒅𝒐𝒈𝒔𝒊𝒕𝒕𝒆𝒓 ✿ 𝒎𝒂𝒓𝒄𝒐 𝒂𝒔𝒆𝒏𝒔𝒊𝒐Kde žijí příběhy. Začni objevovat