Capitolo 12

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Marco si attaccò al citofono di quel palazzo, faceva freddo e si strinse nella felpa, aveva il brutto vizio di non portarsi mai una giacca dietro. Il
vento gli fece ricadere il ciuffo sulla faccia, strofinandosi gli occhi raccolse l'ultima lacrima dal viso, e sorrise appena sentí la voce di Emma nel citofono - Chi é? - aveva chiesto, sembrava felice dal tono di voce

- Marco, Em. Posso salire? - chiese, con difficoltà, stringendo i mattoncini ai bordi del portone, avvertiva quel fuoco bruciargli l'addome.

Emma diede un'occhiata al divano, Dani le sorrise mentre Maria e Francisco erano incollato l'uno all'altro. Ricambió il sorriso e poi strinse la cornetta; inutile dire che sentiva le gambe tremare ed il respiro farsi corto. - Scendo io - disse piano - Aspetta un po' -

Lui sorrise, poi si mise dritto aggiustandosi i capelli quando Emma mise la cornetta al posto. Lei fece un grande sospiro e andò in camera, mise la felpa enorme che aveva e lasció i jeans strappati da sotto. - Vado a prendere delle patatine, ne ho voglia - disse, senza neanche dar modo di rispondere, si catapultó dalle scale scendendo velocemente.

Gli cadde quasi il cellulare di mano quando vide Marco poggiato al portone, fuori, con un sorriso più che bellissimo. Era cambiato, aveva i lineamenti ammorbiditi, il viso con l'accenno di barba che lei adorava e i capelli che cadevano sulla fronte. - Emmita. - borbottò, con un acuto felice nella voce

Lei si sciolse alla vista delle fossette, poi Marco guardó le scarpe ed Emma aprí il portone, uscendo fuori.
Lo guardó per bene senza dire una parola, stessa cosa fece lui, la fissava intensamente come se volesse mangiarla da un momento all'altro. Era cosí bella, piú di prima.

- Devi dirmi qualcosa? - si accigliò, Marco rise per l'espressione buffa che aveva

- Non sei brava a nascondere i sorrisi, Emmita - se la portó addosso, sentendo il cuore battere più forte - In realtà devo dirti tante cose. -

- É l'una di notte Marco. Ho sonno e devo risalire di sopra, non ho tempo di parlare e per farmi prendere in giro da te, di nuovo. -

Lui aggrottò le sopracciglia, tenne il labbro inferiore tra i denti, le lasció un accenno di bacio sulla guancia ed Emma mugugnó contrariata, o forse infastidita dalle farfalle allo stomaco. - Non voglio prenderti in giro.
Voglio soltanto passare del tempo con te
E cercare di scusarmi, per aver sottovalutato tutto -

Si allontanava ad ogni parole, tornando accanto al portone, lasciando lui in mezzo alla strada. Le faceva ancora male, aveva messo il dito nella piaga. - Non m'importa piú.
Fa quello che vuoi, scusati o altro, non m'importa - mentí spudoratamente, facendogli male

Marco sentí un pugno nello stomaco a quelle parole. Tenne la lingua ferma nei denti per non scoppiare a piangere difronte ai suoi occhi - Em, non voglio perderti.
Ti prego, é straziante... - inumidì le labbra, prendendole le mani

Emma fece due passi, con le mani tolse una ciglia caduta sulla guancia del ragazzo trovandosi difronte a quegli occhi lucidi. Glieli chiuse, dando un bacio lieve all'angolo della palpebra, la pelle scottava per l'emozione.
- Non mi hai persa Marco.. ma dammi tempo, devo rimettere a posto un paio di cose. -

Lui annuì - Non sparire per un altro mese però
Non lo sopporterei mai - strofinó il naso contro il suo, schiacciando la faccia contro quella di Emma, la quale sorrise involontariamente

- Io vado ora. Tu fai il bravo, mi raccomando - gli scompiglió i capelli, sorridendogli

Marco la tiró all'indietro prima che potesse rientrare nel portone, se la strinse per bene, cercando di sottrate più profumo possibile dalla sua pelle. - Buonanotte Emmita - le diede un bacio lungo all'angolo della bocca

- Buonanotte a te - con il cuore in gola, camminó all'indietro fino al portone, poi salí velocemente le scale sorridendo

Fece un salto entrando in casa, lanció la felpa sul divano dopo averla sfilata, prendendo in pieno Dani. - Dove sono le patatine? - chiese Maria

- Erano finite - fece spallucce

Emma si stese sulla sua migliore amica, diede uno schiaffo la mano di Francisco quando provó a spingerla. Maria le diede un bacio sulla guancia e arricció
il naso ad un profumo strano che faceva il suo collo , spalancò la bocca ed Emma gliela chiuse con la mano prima che potesse dire qualcosa










Emma sbattette gli occhi più volte, il sole di Siviglia era forte, tanto che aveva tolto la giacca restando con la felpa, il clima era diverso, e si era completamente innamorata di quella nuova città. Mise le braccia intorno al bacino della sua migliore amica abbracciandola da dietro; una delle tante cose che le accomunavano era il
voler esplorare nuove città, nuove cose, nuovi posti. Le aveva raccontato tutto della sera prima, non riuscendo a capire come agire, cosa dovesse fare. Dani si stava affezionando a lei, e lei le voleva bene, quel qualcosa di più lo provava verso un'altra
persona.

Sergio camminava avanti e indietro per la piazza della città. Francisco gli mise una mano sulla spalla, - Marco quando arriva? - chiese, sussurrando

- Non lo so, sono agitato.
Dani si incazzerá di brutto con noi - disse il capitano, stringendo le braccia al petto ed osservando Maria ed Emma abbracciate sulla panchina

Francisco mise il pollice in bocca guardando ogni angolo della città. Poi vide un ragazzo camminare, velocemente. - Eccolo! - lo indicó facendo sbiancare Sergio all'istante

- Dani si incazza
Dani si incazza - continuava a ripetere, così appena Marco raggiunse Emma, lasciandola imbambolata e scossa, mise le mani sugli occhi del ragazzo

Emma vide Marco piegarsi ad altezza della panchina. Aveva tagliato i capelli, cambiato la felpa
ed infossato i jeans grigi. Quelli che gli stavano d'incanto. - Ciao Emmita,
posso fare una cosa? - le chiese, sorridendo furbo.

- Che dev-"

Marco la prese in braccio incollando le labbra alle sue. Era un bacio impacciato, inizialmente, dopo Emma schiuse le labbra abbandonandosi completamente, lasciandosi travolgere. Sentiva soltanto i brividi sulla pelle e il sorriso di Marco farsi spazio sulle sue labbra, infiló le mani nei capelli
del ragazzo tirandoli di poco. - Che ci fai qua? -

- Non mi andava di aspettare - rispose con affanno, prima di congiungere la bocca contro l'altra.

𝒅𝒐𝒈𝒔𝒊𝒕𝒕𝒆𝒓 ✿ 𝒎𝒂𝒓𝒄𝒐 𝒂𝒔𝒆𝒏𝒔𝒊𝒐Where stories live. Discover now