Capitolo 13

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Emma allontanò Marco, controvoglia, erano ore che continuavano a darsi baci, i finestrini dell'auto  si erano appannati, mentre le sue labbra erano gonfie dai morsi che le aveva dato, e ne voleva ancora, ma non poteva. Sentiva il senso di colpa farsi spazio nello stomaco, sospirò con forza, mentre le lacrime le bagnarono le guance. - Marco, io.. devo andare dagli altri - lo spinse, verso il suo sedile, scivolando dalla presa debole

Si era rilassato abbastanza sotto il tocco lento e delicato di Emma. Le era mancata, tanto. Così quando vide gli occhi farsi immediatamente più scuri la strinse di più - Em, resta con me. Ti prego. - la supplicò, appoggiando la testa sulle sue gambe, portandosi la mano della ragazza sul collo

Le tolse i residui di lacrime scivolate fin sulle labbra. Emma scosse la testa, cercando di obbligare le gambe a lasciare la macchina, a lasciare Marco, nonostante il cuore si sentiva al posto giusto. Aveva la necessità di far prendere aria al polmoni, a se stessa, e la mente si collocó a Dani.

Inumidì le labbra e nel silenzio assoluto si sentì il rumore dello sportello, lo aveva semi aperte e quello bastò a Marco per incollarsi maggiormente ad Emma, le diede diversi baci rubati sulle labbra ovviamente senza essere ricambiati, non poteva più farne a meno.

- Cosa vuoi da me Marco? Cosa dobbiamo fare? Tu starai di nuovo con Marina, o troverai qualche altra ragazza, io farò la tua migliore amica, o forse qualcosa di più. Ma metterò di nuovo da parte il dolore, e solo successivamente avrò il rigetto che farà male da morire. Non posso farlo, mi sono stancata -

Ammise. Era quella la sua pura più grande, le mani le tremarono a contatto con quelle grandi di Marco che le prese incrociandole con le sue, abbassó il freno a mano, posizionandosi per bene, con gli occhi rivolti verso Emma.

- Non m'importa più di Marina, o di nessun altra, Emmita io voglio te. Voglio solo te. - gridó, ad alta voce, facendola sobbalzare di poco.

Una parte di lei lo credeva ciecamente e voleva stringerlo o baciarlo come cinque minuti prima, l'altra si stava letteralmente lasciando travolgere dal terrore di soffrire ancora, teneva il freno ben schiacciato, era stanca di stare male; doveva salvaguardarsi da ciò che stava intorno, se lo era promessa. Anche se faceva male ugualmente, forse di più.

- Forse sei tu che non mi vuoi più. Forse un'altra persona ha preso il mio posto. - disse con fastidio,
allontanandosi di colpo, Emma strinse la felpa nel punto in cui Marco aveva tenuto la testa per tutto quel tempo

Emma fece spallucce - Mi hai praticamente spinta nelle braccia di Dani, se pensavi che io sarei rimasta ferma a guarda te e Marina andare avanti con la vostra relazione, hai sbagliato. - disse con sguardo assente, gli occhi non luccicavano più, se non per le lacrime.

Marco diede un pugno sullo sterzo trattenendo un singhiozzo. Era impossibile non darle
ragione - Se solo potessi tornare
indietro nel tempo Em, se solo io potessi cambiare le cose, lasciare perdere Marina, e dirti che ti ho sempre amata, dal primo giorno al parco. -

Sbattè più volte le palpebre cercando di realizzare cosa fosse uscito dalla bocca di Marco, gli occhi scuri la osservavano attentamente, ed erano un carico di sincerità. Diede una capocciata contro il vetro dell'auto
- Ti amo anch'io, ma è troppo tardi. -

Aprì definitivamente lo sportello e corse indietro. Poi si sedette mettendo le mani sulla faccia, aveva i polmoni in fiammi dato il passo veloce, tenne la mano contro il muro strisciando il corpo contro. Quel solco al centro del petto la stava logorando.

𝒅𝒐𝒈𝒔𝒊𝒕𝒕𝒆𝒓 ✿ 𝒎𝒂𝒓𝒄𝒐 𝒂𝒔𝒆𝒏𝒔𝒊𝒐Where stories live. Discover now