Capitolo 14

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Emma si strinse a Maria, mentre ballavano insieme in quella calca di gente. Con i bicchieri minuscoli nelle mani, pieni di alcol, e la musica forte. Sergio aveva proposto una serata diversa, e le fiammate sulle guance dimostravano già tanto. Maria poggiò la testa sulla spalla di Francisco, il quale l'abbracciò  stringendola forte a se stesso sentendo troppi occhi intorno.

Si mise sulle punte cercando di individuare Dani in mezzo alla gente, poi lo vide sdraiato ai tavolini, cercò di raggiungerlo ma venne fermata da una mano che le si mise sulla pancia. Una mano che conosceva fin troppo che bene, incrociò
i capelli sudati e la camicia completamente aperta, gli occhi arrossati ed un bicchiere pieno di alcool da un colore strano.

- Potrei denunciarti per inseguimenti, sembri un maniaco, sei ovunque, Marco. - lo spinse, cercando di passare, aveva bevuto poco e ed era consapevole delle sue azioni

- Ma no, sto solo ballando con delle ragazze, sto guardando oltre, come hai detto tu - Emma si girò, cercando di capire cosa indicasse vagamente con il dito.

Appena vide un gruppo di ragazze fissarlo, sospirando, gli aggiustò la camicia bianca attenta a non far accaldare notevolemente le guance.  - Dovresti sbottonarmela, Emmita. - aveva l'aiuto pesante, a causa di tutto quello che aveva bevuto, ed inoltre era sudato

- Bella questa canzone! - urlò un istante dopo, incastrando le dita nella mano in
quelle della ragazza

Si strinse Emma al petto, le diede un bacio umido sulle labbra sentendo
l'energia scorrergli nelle
vene - Balla con me Em! Insieme -

Le si incolló addosso, muovendo il bacino con il suo, quel poco di alcol le faceva seguire il ritmo. - Apenas somos dos desconocidos
Con ganas de besarse
Con ganas de que pase lo que pase
Apenas somos dos
Desconocidos - sussurrava al suo orecchio, infilandole la mano sotto il top stretto e premendo i polpastrelli sul fianco

Emma sentì delle scosse lungo la schiena, Marco le prese il viso  osservandolo attentamente - Sei bellissima - confessó.

Le diede un bacio sulla fronte, proprio quando stava per tornare da quelle ragazze, Emma se lo tiró verso il petto, baciandolo lievemente, allontanando le ragazze che lo stavano fissando. Marco approfondì il bacio fino a falle sentire le gambe cedere e la
saliva rosicchiarsi. - Ti amo, Ti amo, ti amo. - disse piano, continuando a baciarla e farle esplodere il cuore nel petto.

- Torniamo a casa Marco, tu sei sbronzo ed io sono stanca - lo prese per mano, allontanandolo dalla calca, sfilando verso l'uscita secondaria, in modo che Dani non la vedesse

- Andiamo a casa mia? - chiese, sbattendo più volte le palpebre, incredulo, cercando di ragionare ma il troppo alcool glielo impediva

L'aria fredda sfiorò il viso di entrambi, Emma si diresse verso la sua macchina, facendo sedere Marco nei sedili posteriori. Lui guardava, gli occhi chiari riflettevano le
luci dei lampioni, le strade erano libere ed Emma correva veloce. Chiuse gli occhi avvertendo delle fitte alla testa, gli faceva freddo, strinse il polso della ragazza sottraendo calore

- Siamo arrivati? - chiese, impaziente, voleva addormentarsi e non pensare a tutto il caos che aveva in testa

E quando lo vide distrutto, attraverso lo specchietto retrovisore, se ne innamorò sempre di più, era dura da accettare, ma lo amava con tutta se stessa. - Tra poco arriviamo Marco, tranquillo -

Dopo pochi isolati la macchina si fermò, aiutando Marco ad alzarsi se lo prese addosso, stringendolo al petto.

Emma annuì solamente, Marco tenne il labbro nei denti quando lei le abbottonó la camicia, bottone per bottone. Gli prese poi la mano e gliela strinse, Marco camminava lentamente e si posava ad Emma, i piedi non ne volevano sapere. - Che schifo, mi sono ridotto proprio male, non faccio altro che pensarci Emma. Mi hai fottuto il cervello - parlava di continuo,

Lei faceva finta di essere indifferente ma aveva brividi ovunque e stringeva forte la lingua tra i denti. - Eppure io non volevo farti del male, Em, io volevo solo passare del tempo con te, perché mi ero così legato, mi manchi così tanto, manchi anche a Rome se proprio lo vuoi sapere. Ma a me manchi proprio tanto, sento come s-"

Emma lo spinse contro la macchina, si alzò sulle punte dandogli un bacio spinto, sulle labbra carnose - Non parlare più, altrimenti ci perdo io la testa - gli morse le labbra, lui rise, poi le raccolse le lacrime dalle guance.

- Dove hai le chiavi di casa? - chiese dolcemente, sfiorandogli i capelli

Marco fece spallucce, completamente assuefatto da quel tocco, stava per addormentarsi in piedi. - Dovrebbero essere nelle tasche di dietro, comunque -

- Tasche di dietro? - Alzó il sopracciglio, balbettando, Marco le prese la mano infilandogliela nella tasca dei suoi pantaloni, dove Emma trovò la chiave.

Arrossita la giró con difficoltà all'interno della serratura, trovarono Rome ed un ragazzo a dormire sul divano, un ragazzo che già conoscevo ma che Marco non gli diede tempo di riconoscere perché la riportò al piano di sopra.

Le tolse velocemente la maglietta baciandola con ardore, mise le mani nei suoi capelli concentrandosi su ogni suo tratto nel viso. - Mi ami, Em? - le accarezzava le labbra, con gli occhi lucidi dove vedeva timore e preoccupazione

- Ti amo. -

𝒅𝒐𝒈𝒔𝒊𝒕𝒕𝒆𝒓 ✿ 𝒎𝒂𝒓𝒄𝒐 𝒂𝒔𝒆𝒏𝒔𝒊𝒐Where stories live. Discover now