Capitolo 2 Conoscenze

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Rafflesia aprì gli occhi, non capendo immediatamente dove fosse. Poi ricordò la strana giornata appena passata. Sentì l'odore dell'agognato caffè. Ne consumava in abbondanza e la mattina, senza quello, proprio non era in sé. Si alzò di scatto e infilò le ciabattine infradito. Si diresse verso la cucina, certa di non trovarci quasi nessuno.

Invece, stentando a mettere a fuoco dal sonno, si rese conto che tutti gli altri erano già in piedi, intenti a fare colazione e, soprattutto, molto più vestiti di lei.

'Buongiorno' mormorò, con naturalezza 'Devo assolutamente prendere un caffè'. Gli altri la salutarono. Clint, che si stava servendo a sua volta, gliene porse una tazza. Lo ringraziò. Ci mise zucchero e latte e si sedette, al solito posto. Non aveva potuto non notare lo sguardo di Loki che fissava, intensamente e languidamente, le sue gambe nude.

Appena era entrata nella stanza, con quella maglia che le lasciava scoperte le gambe e gran parte delle cosce, il moro aveva smesso di ragionare. Era sicuro di non essere l'unico in sala, a non riuscirle a staccare gli occhi di dosso. Anche il Capitano e suo fratello l'avevano guardata a lungo, rimirando la sua bellezza, muti.

Si era concentrato tutta la notte. Meditava di allontanare il pensiero di lei. Qualsiasi pensiero di lei...tempo sprecato, per gli Dei! Era bastata una maglietta ed un paio di ciabattine di plastica a mandare al diavolo tutta la forza di volontà che possedeva. Com'era possibile tutto ciò?

'Loki, per favore, puoi passarmi i biscotti?' gli chiese la ragazza, un sorrisone.

Le porse il pacco aperto, in silenzio.

L'agente Tyler ne prese una manciata e cominciò ad inzupparli, velocemente, nella tazza. Famelica. La mattina aveva sempre un grande appetito. Ne mangiava uno dietro l'altro, rumorosa, noncurante della presenza degli altri. Nella fretta, un biscotto inzuppato le cadde sulla t-shirt e si frantumò. 'No, cavolo, accidentaccio. Il mio biscotto...' piagnucolò, con fare a dir poco disperato.

Loki scoppiò a ridere. Era troppo buffa. 'Non sarà la fine dei nove regni! Ne hai mangiati talmente tanti, e ne hai la bocca piena...sei una pasticciona e pure... disgustosa' la interloquì, ridacchiando di nuovo, per prenderla in giro.

Rafflesia arrossì e lo guardò. Era la prima volta che lo aveva sentito ridere. Non dava l'idea di un tipo che ridesse spesso. Le piaceva la sua risata. Parecchio.

Thor, dalla parte opposta del tavolo, stava pensando esattamente la stessa cosa. Di quanto fosse bello e raro sentire ridere il fratello. La risata sincera di Loki. Per Odino, quanto gli era mancata. Forse quella donna non era capitata fra di loro per caso. Forse aveva ragione Fury. Forse era davvero speciale.

***

Prima del pranzo, di solito gli Avengers si esercitavano un paio d'ore in palestra. Rafflesia si era allenata, con poco sforzo. Cyclette e tapis roulant. Vicino a Banner e Stark, con cui aveva, piacevolmente, chiacchierato del più e del meno. Erano molto cordiali. La simpatica le sembrò reciproca.

La palestra dello S.H.I.E.L.D. era splendida, enorme e dotata di tutto ciò che si potesse desiderare per l'attività sportiva. Un ring per la boxe e tanti sacchi appesi, per il Capitano Rogers. Steve era spettacolare. Elegante e preciso nei movimenti. Grande potenza. Proprio un belvedere.

Natasha e Barton si allenavano insieme. Ai bilancieri e nel corpo a corpo. Affiatati.

Thor si dedicava ai diversi macchinari della sala attrezzata. Una muscolatura fuori dal comune. Difficile competere con lui.

In fondo alla sala, Loki. Stretching e salto della corda. Rafflesia lo studiava, con la coda dell'occhio. Era bravo, non come lei, comunque eccellente. Snello, muscoloso, elastico. Rifletté che, in quel lungo isolamento dal mondo esterno, l'attività fisica potesse solo migliorare l'umore.

La principessa di Boston#Loki 💚💜#AvengersWhere stories live. Discover now