Capitolo 10 Addii

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Rafflesia si avvicinò a Loki, che la guardava, immobile.

'Non mandarmi via' la scongiurò, arrabbiato.

'Devi!'.

'Resta con me, vivi ogni momento rimasto con me, ti prego!' la esortò.

'Non posso. É meglio separarsi ora, sarà più facile' gli carezzò il viso la bellissima chioma nera, che adorava...' amo i tuoi capelli...ricordati di me, ogni volta che li laverai...'.

L'avrebbe pensata sempre, in ogni modo ed in ogni momento. La donna più bella dei nove regni, nel corpo e nell'anima. Le prese la mano destra e ricoprì il palmo di piccoli baci affettuosi, seguendo il segno della cicatrice.

Si baciarono, nello stesso modo delicato della prima volta, perdendosi l'uno nello sguardo dell'altra, finché Thor non ruppe l'incantesimo 'Dobbiamo andare, fratello'.

Loki si voltò molte volte, nel tragitto fino all'auto. Quando salì e si sedette, prima che la macchina partisse, posò una mano sul vetro che era, tuttavia, oscurato per motivi di quel gesto tanto familiare che la ragazza faceva sempre con Billy; il finestrino era così scuro che Loki pensò non si vedesse nulla dall'esterno.

Non seppe mai se Rafflesia lo avesse visto appoggiare la mano al vetro o se, da brava profiler, lo avesse previsto. Fatto sta che lei alzò la sua mano, aprendo il palmo per mostrare la cicatrice.

Loki sentì di lasciare a Boston una gran parte di sé.

***

Le settimane che seguirono, alla nuova base dello S.H.I.E.L.D., furono strane. In assenza di Rafflesia, gli Avengers conservarono le loro abitudini. Allenamenti, pranzi. Loki e Thor, caparbiamente, erano riusciti a saltare la corda insieme, con un sincronismo perfetto.

Organizzarono sempre i pasti in gruppi di due, per evitare che il moro si trovasse a dover fare tutto da solo.

Nel resto del tempo, non faceva altro che disegnare. Ogni giorno chiedeva a Fury nuovi blocchi di fogli di carta. I primi tempi si rinchiudeva, ore ed ore, nella sua stanza. Iniziò a farlo in ogni angolo della nuova location predisposta dal Direttore. Ed in qualsiasi occasione. A volte, a tavola.

Ritraeva sempre e solo Rafflesia. In ogni tipo di posa; diceva che non voleva dimenticare nulla di lei. E fermava sul foglio ogni espressione che gli tornava in mente, ogni dettaglio che poteva ricordare, ogni particolare che amava.

L'aveva raffigurata in atteggiamenti pure intimi e personali, a tratti erotici; Thor era visibilmente imbarazzato, davanti ad alcuni ritratti, ed aveva spiegato al fratello minore che non era opportuno condividere con altri quelle immagini tanto personali.

Ma il fuoco dell'arte o della disperazione erano più forti di lui. Natasha trovava i disegni stupendi, come Tony...loro erano più...moderni...Bruce aveva un mero interesse artistico per le pose, per Rogers e Clint era un po' strano rimirare un'amica donna così poco vestita...tant'è, la produzione aumentava a dismisura, giorno dopo giorno...l'idea era portarli con sé ad Asgard, tutti. Non se ne separava mai e per nessun motivo, un'ossessione.

***

Rafflesia aveva lasciato Boston, il pomeriggio in cui gli altri erano partiti in direzione del nuovo S.H.I.E.L.D.. Aveva, finalmente, deciso di tornare alla casa al mare, a Cape Cod.

Voleva stare sola e nessun luogo era migliore per pensare; faceva lunghe passeggiate sulla spiaggia, qualche bagno, rigorosamente, con la muta ed aveva perfino ritirato fuori il vecchio surf, per godersi le onde.

I pensieri si susseguivano, uno successivo l'altro, continuamente; le sembrava di avere un frullatore, in testa, senza tasto di spegnimento.

Ricordava il suo amico scomparso... Loki di Asgard era il suo pensiero ricorrente; avrebbe desiderato solo essere con lui.

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