Guerra [2]

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I ragazzi del rione decidono di affrontare i Solara a loro rischio e pericolo, sfidando i più forti per non sentirsi deboli.

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Antonio stava camminando per il rione da solo con la sua cassetta di attrezzi stretta nei palmi, se ne stava tornando a casa.
Era tardo pomeriggio ed Enzo aveva già chiuso baracca, Pasquale invece fumava una sigaretta vicino ad Enzo.

«Cià Antò, comm staj?» (1)
Chiese Pasquale avvicinandosi ad Antonio.

«Comm aggia stà, Pascà? Ramm na sigarett, ja.» (2)
Rispose con fare stanco, Antonio.

Pasquale sfilò dalle tasche dei pantaloni, il pacchetto di sigarette e ne diede una ad Antonio, porgendole una anche ad Enzo che, non la voleva.

Enzo strinse il braccio alle spalle di Antonio e camminarono tutti insieme, tornando sulla via di casa.

Passando dinanzi al Bar Solara, vi erano Michele e Marcello che stavano controllando la loro auto, non funzionante. Marcello se ne stava lì a guardare il motore fumando, invece, Michele si trovava con le mani all'interno della carrozzeria.

Michele si accorse dei tre ragazzi e fischiò ad Antonio.

«O' Meccà! Vien!» (3)
Esclamò, mentre Antonio guardò i suoi due amici.

Con coraggio Antonio avanzò verso Michele e lo guardò negli occhi, fronteggiandolo.

«Dimmi»

«Accuon'c'm a machin.» (4)

Impavidamente Antonio si avvicinò di più a Michele e lo fissò con aria di sfida.

«È s'n'tut? Accuonc' subit, sta machin.» (5)
Pretese Marcello.

«No.»
Rispose sorprendendo i due Solara.

Dunque, Antonio aveva fatto un gran passo che nessuno d'ora aveva osato fare nel rione.
Sfidare i Solara.
Tutti non avevano mai violato l'oppressione dei Solara, per paura di ricevere solo male.
Nel rione nessuno aveva niente, comandava chi aveva tutto.
Ma Antonio, questa volta decise volersi sollevare da questa oppressione e di creare una rivoluzione.

Pasquale ed Enzo si avvicinarono ad Antonio, per proteggerlo.

«C' vulit crìa tutt e tre?» (6)
Chiese Michele.

«Nun sit nisciun.» (7)
Sbottò Pasquale.

Marcello si avvicinò a Pasquale e prese la sigaretta tra le dita avvicinandola alla giacca del ragazzo, spegnendo così sul vestiario di Pasquale la sigaretta, un atto scorbutico, che affermava il potere che avevano i Solara.

Pasquale alzò la suola della scarpa e pestò il piede di Marcello facendolo gemere dal dolore.

Marcello stava per sferrare un pugno a Pasquale, ma Michele lo fermò.

«Si tu accuon'c a Machin, tutt chell c'à fatt o' cumpagn tuoj, c'ho scurdamm.» (8)
Disse rivolgendosi ad Antonio.

«Accumminciamm sta g'uerr.» (8)
Enunciò Enzo.

I ragazzi iniziarono a picchiarsi tra di loro, suscitando il clamore e il borbottare del Rione Luzzati.

Intanto il sangue si sparse nella sporca terra, i vestiti si stavano stracciando, dei lividi e del sangue su espanse sui corpi.

Gigliola, che era nei paraggi cercò di allontanare Michele dagli altri.
Carmela, allontanò Pasquale.
Ed infine Silvio Solara separò tutti.

Si risollevarono e si guardarono in faccia.

Marcello sputò a terra, Enzo fece la stessa cosa.

«Nun è F'rnut cà.» (9)
Esclamò Marcello.

«Chest è na g'uerr!» (10)
Disse Antonio, tornando sui suoi passi con gli altri ragazzi.

Per la prima volta i deboli si sentivano forti, e i forti si sentirono deboli.


NOTE
1. Come stai?
2. Come dovrei stare? Dammi una sigaretta.
3. Meccanico! Vieni qui!
4. Aggiustami la macchina.
5. Hai sentito? Aggiustami la macchina.
6. Non siete nessuno.
7. Aggiusta la macchina e tutto ciò che ha fatto il tuo amico sarà dimenticato.
8. Iniziamo questa guerra.
9. Non è finita qui.
10. Questa è guerra.

L'amica Geniale »ONE SHOT«Where stories live. Discover now