Nu futur, PARTE UNO [4]

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Dopo venticinque anni, la vita di quei giovani ragazzini ormai diventati adulti, è cambiata.
Qualcuno ha preso drastiche strade, qualcuno è rimasto nella stessa posizione del passato.
Infatti nuovi guai e nuovi vantaggi si aggirano per il quartiere.

Ma la vita nel rione va avanti.

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1986

Era domenica pomeriggio.
Rumore di motorini vaganti per le strade, il fumo delle marmitte, il grigiore delle nuvole e i fili di luce provenienti dal sole, lo schiamazzo della gente che urlava, mormorava e parlava..
Il rumore delle televisioni accese, della radio, del vento, delle campane..
Animavano il rione.

In lontananza tra quei tanti palazzi c'era una donna: sui trenta-sei anni, dal viso stanco, ma di una folgorante bellezza.
La luce del sole le illuminava il viso, si trovava sul balcone, stava tenendo fra le mani un lenzuolo che scosse nell'aria.

I capelli neri e lunghi erano raccolti in una crocchia, gli occhi scuri fissavano un punto vuoto galleggiante a mezz'aria, il naso si divertiva ad annusare l'odore del bucato, le labbra schiuse avevano bisogno di una sigaretta.
Indossava degli orecchini abbastanza grandi e vistosi, di una forma romboide decorata in oro.
Il corpo era magro e slanciato, fasciato da lupetto e una gonna nera, ai piedi vi erano degli zoccoli che risuonavano al toccare del pavimento.

Posò ciò che aveva appena piegato in un cesto e rientrò in casa.
Del fumo e la puzza dell'alcol le pervasero le narici, una sigaretta accesa era poggiata su un posacenere, un uomo grassoccio era seduto su una sedia, con gli avambracci sul tavolo guardando la televisione a colori.

La donna si sedette accanto all'uomo, accavallò le gambe e accese una sigaretta fra le labbra.
Dopo qualche minuto, si alzò di scatto e si mise le scarpe con un tacco a spillo, infilò la giacca e prese la borsa.

«Che stai facendo?»
Chiese lui.

«Vado da Carmela.»

«Lila, tuorn ambress oppur è pegg p' te.» (1)
Disse, bevendo un sorso di vino dal bicchiere.

Lei abbassò lo sguardo e annuì.

«Ah, Stefano?»

«Mh?»

«Guarda a Madalina, sta dormendo.»

Stefano annuì e Lila uscì di casa lasciando quel terrore di matrimonio alle spalle.

Si incamminò verso il palazzo di Carmela, scese agli angoli delle strade che, erano ben diverse dagli anni precedenti.

Il cortile del palazzo era circondato da macchine che, una volta si potevano permettere solo i Solara, le strade avevano varie fermate degli autobus, diversi negozi altamente colorati mettevano in vendita cose innovative;
La salumeria Carracci fu venduta ai Solara, attualmente veniva gestita da Gigliola e Michele, diventati proprietari.
Vendevano dischi e musica, lavoravano molto, tutti i giorni.
La gente di Napoli veniva a spendere a Luzzati, quartiere reso famoso grazie alle ristrutturazioni pagate dai Solara.
Al suo interno c'erano miriadi di dischi ed aggeggi tecnologici, vi erano molti ragazzi e ragazze che non si facevano sfuggire nessun brano.

Camminando Lila inciampò e cadde per terra in mezzo alla gente.

Ma quando alzò lo sguardo vide una faccia familiare, che non aveva riconosciuto subito.

L'amica Geniale »ONE SHOT«Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora