Lenù&Alfonso, Senza Tempo [7]

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Alfonso durante i suoi ultimi anni viene a conoscenza del fatto che ad Elena è stata diagnosticata una grave malattia.
Ma questo non fa perdere d'animo Alfonso, che cerca di ricordarle il loro passato per farla restare in vita.

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Dove il mare non perde colore
nei tuoi occhi
Lì dove, solo io posso annegar senza morire tra le onde,
E i venti mi spazzano dove sei tu, che mi salvi alla battigia di queste lacrime,
che mi salvi allo strusciare di questa fastidiosa realtà.
Elena, sei senza tempo.


Scriveva Alfonso ad Elena mentre lei era intenta a far un bagno nelle acque limpide..

O almeno si ricordava così, di quel lontano giorno mentre Elena nuotava, lui le stava scrivendo qualcosa sotto all'ombrellone.
Quella vecchia poesia la ritrovò dopo anni, chiusa nei libri, tra le scatole ed i mobili antichi.

Eppure furono gli anni più belli, quelli passati insieme.
Un'amicizia mai terminata ed un'amore in sospeso, così si poteva definire quel rapporto.

Ad Alfonso scese una lacrima: non aveva sposato con la donna dei suoi sogni, non aveva avuto la storia che il suo cuore desiderava; proprio loro che si conoscevano sin da piccoli, si persero nei passi più grandi.
Nonostante le strade diverse, Alfonso e Lenù si scrivevano lettere almeno tre volte l'anno, ovviamente, col passare degli anni diventavano più sporadiche le parole, ma ogni pezzo di carta era sempre intriso dai sentimenti.

Erano passati anni ormai dal loro ultimo arrivederci, ma adesso che lei stava così male, era necessario starle accanto.

Da Napoli a Milano erano diverse ore di viaggio, ma nonostante i settant'anni, Alfonso si fece accompagnare dal figlio Rainaldo, fin dove avesse desiderato. Certamente il figlio avrebbe dovuto accontentare il padre per vari motivi, in fin dei conti si trattava di un anziano che desiderava visitare una vecchia conoscenza che gli stava a cuore.

Rainaldo sapeva di ciò che era successo in passato tra Elena e Alfonso,  questo legame portò vari problemi a casa.. Alfonso non aveva mai amato veramente la madre dei suoi figli come aveva amato Elena. La moglie soffrì per questo, ma al cuor non si comanda e dopo svariati anni si separarono.


Alfonso arrancò nella stanza dell'ospedale con suo figlio sottobraccio.

La luce del sole attraversava i vetri che illuminavano il viso di Elena, mentre muta guardava il cielo da un lettuccio, coi capelli grigi, il viso segnato dagli anni e le braccia fasciate dai braccialetti e dalle flebo.

Sulla soglia della porta, Alfonso sorrise e disse:

-Lenù-

Ella si voltò e vide il suo Alfonso, tornato per lei dopo tutto quel tempo. Sorrise e non disse una parola, mentre l'ecocardiografo segnava ad alto volume l'apogeo di felicità.

A quel punto Rainaldo che si trovava dietro lo stipite della porta si rammaricò e se ne andò.

Alfonso con le lacrime agli occhi camminò verso di lei, le accarezzò il viso e le braccia, tirandola a sè. Elena non riusciva nè a parlare nè a muoversi, se non con fatica.

-Lenù m' si mancata assai, nun si cagnata..- (1)

La dolce anziana socchiuse gli occhi e scosse la testa con un piccolo risolino, come per dire "Cosa dici, sciocco".

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