•Capitolo 12•L'astro più bello•

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Vorrei che fosse qui con me.

Appena udì quel sussurro, il Dragon Slayer si voltò in ogni direzione, per capire dove fosse la sua Lucy.

Senza nemmeno il tempo di accorgesene, la pioggia era già cominciata.

Era incredibilmente unico il modo in cui sembrava che le code delle stelle cadenti facessero a loro volta piovere comete.
Allungò un braccio, come se avesse la sensazione di poterle toccare.

Vorrei che fosse qui con me.

Un'insolita polverina, caduta dal cielo, avvolse il suo corpo, facendolo brillare.
Osservò terrorizzato come ogni suo arto piano piano veniva cancellato da questo insolito bagliore.

Serrò forzatamente gli occhi, sperando che fosse tutto un sogno.
Ma, quando li riaprì, si ritrovò a galleggiare in un luogo sconosciuto, pieno di puntini luminosi tutti intorno a lui.

Disorientato, provò a guardarsi attorno, cercando un modo per uscire da quella situazione.

Vorrei che fosse qui con me.

La sua voce lo stava chiamando di nuovo. Eppure non vedeva la sua amata da nessuna parte.

Chiudendo ancora gli occhi, questa volta più delicatamente, riuscì chiaramente a vedere un cielo notturno punteggiato di stelle.

Tra quelle più luminose, una in particolare aveva una forma insolita.

Più che una stella, sembrava una persona che emetteva luce propria.

Luce...

Lu... Ce...

Lu... Cy...

Lucy...

Cercò di avvicinarsi maggiormente a quella fonte luminosa.

La figura sembrava seduta e rannicchiata su sé stessa, mentre osservava un punto in alto davanti a sé.

Un po' titubante, il rosato si incamminò verso quella sagoma misteriosa.

A passo lento e felpato, si avvicinò, fino a che non le si piazzò davanti.

La persona misteriosa, di cui ora si poteva facilmente riconoscere l'identità, non si accorse minimamente della presenza del Dragon Slayer.

Vorrei che fosse qui con me.

Più si sporgeva verso di lei, più il sussurro cresceva d'intensità.

Quando si piegò per poter osservarla in viso, e, confermare la sua ipotesi, il respiro gli si mozzò in gola.

La sua Lucy. La sua Lucy era proprio di fronte a lui.

Qualcosa, però, stonava con quello che era il viso di un angelo puro ed indifeso.

Le guance di quella splendida creatura, infatti, erano attraversate da numerose lacrime. Questo particolare, nonostante facesse parecchio male al cuore del mago del fuoco, non rendeva quel volto debole. Trasmetteva infatti tutta la forza con cui la bionda aveva sempre cercato di superare le difficoltà.

Piangeva? Sì.
Piangeva molto? Sì.
Piangeva per nulla? No.
Nelle molteplici occasioni dove il rosato l'aveva vista versare lacrime, non gli era mai passata l'idea che fosse una bambina piagnucolona.

Era, anzi, l'unica che accettava la realtà così com'era. Crudele, a volte insensibile, ma così è la realtà. Perlomeno non fingeva che tutto si sarebbe risolto per il meglio, come quasi tutti facevano.

Volendo rassenerarla il più possibile, poggiò i palmi delicatamente sulle sue spalle e, sporgendosi verso il suo viso ancora triste, posò le labbra proprio su un angolo dell'occhio destro di Lucy. Anche se l'intento era quello di fermare le lacrime, provò lui stesso una sensazione di leggerezza a quel tenero contatto, che fece fremere entrambi.

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