1

2.4K 92 0
                                    


Ciao mi chiamo Alexis Collins, ho 5 anni, sono una bambina dolce e spensierata. Oggi la mia baby-sitter, Mary, mi ha concesso di andare fuori in giardino a giocare.

Per la felicità presi la mia Barbie e andai fuori con Mary pronta a una giornata fantastica.

Una ventina di minuti dopo aver iniziato a giocare, Mary entrò dentro casa per prendermi qualcosa da mangiare dicendomi di non uscire dal cancello, continuai a giocare fino a quando non sentii un qualcosa schiantarsi contro il muretto del giardino di casa mia e una voce maschile urlare un "aia".

Mi avvicinai al cancello e vidi un bambino seduto a terra che si manteneva il ginocchio con una faccia addolorata.
Esitai ma poi mi decisi ad aprire il cancello di legno e con imbarazzo mi avvicinai al ragazzino.

Io: "e-ehi...ti serve aiuto?"

Il ragazzino sentendo la mia voce alzò lo sguardo verso di me, si guardò il ginocchio e tolse le mani mostrandomi la sbucciatura su di esso.

X: "te ne sarei grato"

Non avevo mai sentito un linguaggio così formale da un bambino così piccolo.
E per intenderci, questo ragazzino non avrà chissà quanti anni in più a me, forse ha addirittura la mia età.

Gli tesi la mano che lui afferrò saldamente e lo aiutai ad alzarsi, presi il suo skate con cui aveva fatto un volo finendo sul mio muretto e lo portai nel mio giardino.

Quando Mary uscì di casa notò il bambino e si affrettò a chiederci cosa fosse successo, le spiegai tutto, chiedendo anche scusa per essere uscita senza il suo permesso, lei mi fece un sorriso comprensivo e aiutò il ragazzino moro ad entrare in casa mia.

Per fortuna non si era fatto nulla di grave, solo un graffietto su cui abbiamo messo un cerotto.
Mary andò a finire di lavare i piatti mentre io restai sola nel salotto di casa con questo ragazzino.

X: "come ti chiami?" Disse mostrandomi un sorriso a trentadue denti
Io: "Alexis, tu?"
X: "io sono Shawn"
Io: "bene Shawn, sappi che mi devi un favore, ti ho salvato la vita!"

Ridacchiai per quello che dissi e Shawn mi seguì a ruota.

Una mezz'ora dopo arrivarono a casa i miei genitori, che nel vedere Shawn si stupirono, ma lo invitarono a cena.

Scoprii che Shawn abitava nella casa difronte alla mia e che aveva la mia stessa età, poi era anche un bambino simpatico e timido.
Diventeremo grandi amici me lo sento.

Sono Alexis, ho 12 anni e faccio le medie. Rispetto a quando ero bambina ora non sono più tanto socievole, ma cerco di parlare con tutti.

Ho fatto amicizia con due ragazzi, si chiamano Cameron e Nash, credo di avere una cotta per Cameron, è così carino ed è simpaticissimo, ed è anche più grande di me!

Oltre loro due ho fatto amicizia con due ragazze, Amber e Rachel, sono le mie migliori amiche.

Sono amica di questi quattro ragazzi grazie a Shawn. Dal giorno in cui lo aiutai quando cadde dallo skate siamo diventati inseparabili.

Ogni giorno veniva e viene tutt'ora a casa mia per fare i compiti o semplicemente per giocare, le domeniche le passiamo io, lui, i miei genitori e i suoi, mentre per un weekend al mese andiamo tutti insieme in campeggio.

Nash: "Alex mi stai ascoltando?"

Mi ripresi dal mio stato di trance e guardai il ragazzo dagli occhi azzurri.

Io: "no scusami Nash, puoi ripetere?"

Nash ridacchiò per poi posare il bicchiere che aveva in mano sul suo vassoio.

Nash: "dicevo, ti va di venire a casa mia con gli altri? Facciamo qualche gioco da tavola e poi ci vediamo un bel film"
Io: "credo di poter venire, dovrei prima chiedere"
Rachel: "dai Alex, non puoi non esserci"
Cameron: "già sei la mia preferita devi esserci per forza!"

A quelle parole il mio cuore fece un balzo e automaticamente guardai Shawn, lui sa della mia cotta per Cameron, è il mio migliore amico e gli dico sempre tutto.

Io sbuffai ridendo per la reazione dei miei amici, e anche perché altrimenti avrei pensato alle parole di Cam e sarei diventata rossa.

Io: "va bene va bene, ma Nash, se non hai il gelato non vengo"
Nash: "manderò mio fratello Will a prenderlo" ridacchiò occhi azzurri.

Notai Amber sventolarsi una mano davanti al viso per farsi un po' d'aria, lamentandosi del caldo che c'era oggi.

Beh in effetti non aveva torto, qui a Los Angeles fa abbastanza caldo rispetto a Toronto che, invece fa freddo.

E bene sì, sono canadese da parte di padre e californiana da parte di madre, ma non sono la sola, anche Shawn è canadese ma i genitori no, il padre è portoghese, mentre la madre è inglese.

La cosa buffa è che i nostri padri lavorano insieme e ad entrambi hanno spostato la sede del lavoro da Toronto a Los Angeles, quindi io e Shawn ci siamo trovati spaesati in una città non nostra, ma sempre con la sua casa difronte alla mia.

Finimmo di mangiare per poi alzarci dal tavolo della mensa e per poi dirigerci in classe per l'ultima ora.

Andai a casa e corsi in camera mia per lasciare lo zaino mentre salutavo i miei genitori.

Dopo aver lavato le mani scesi in sala da pranzo dove già c'erano mia madre e mio padre, seduti uno difronte all'altro con sguardo preoccupato, al tavolo mancavo solo io.

Io: "mamma, papà, tutto ok?"
Mio padre lanciò uno sguardo a mia madre per poi ritornare sui miei occhi azzurri sospirando.

Papà: "tesoro ho delle notizie che mi hanno dato a lavoro qualche giorno fa..."
Io: "quali?"
Mi versai l'acqua nel bicchiere per poi portarlo alla bocca per bere.
Papà: "dobbiamo trasferirci in Italia"
Subito l'acqua che stavo ingerendo mi si bloccò in gola e iniziai a tossire.

Io: "c-cosa? No! Dobbiamo trasferisci di nuovo? Shawn verrà con noi vero? Come lo dirò ad Amber, a Rachel, a Nash e a Cameron?"
Mamma: "dovrai dirlo oggi, partiamo domani, appena finisci scuola"
Io: "COSA?"
Papà: "mi spiace Alexis"
Io: "rispondete...Shawn verrà con noi vero? Questa notizia l'ha avuta anche Manuel giusto?"

Mia madre guardò mio padre per poi abbassare lo sguardo.

Io: "n-non...non l'hanno detto anche a Manuel? I-io dovrò separarmi da Shawn?"
Papà: "tesoro mi dispiace"

Mi alzai da tavola sbattendo le mani su di esso e mi avvicinai alla porta della sala, mi girai verso i miei genitori e li guardai con tanto odio, troppo odio per una ragazzina di 12anni come me.

Io: "no che non vi dispiace! Se vi fosse dispiaciuto me l'avreste detto giorni fa! Io non ci vengo in Italia con voi, non lascerò Los Angeles, i miei amici, la scuola, Shawn, per l'Italia"

Marcai bene il nome 'Shawn' perché i miei genitori sapevano bene quanto io tenessi a quel ragazzo.

Grazie a lui ho fatto amicizia con altre persone, grazie a lui mi sono aperta al mondo, grazie a lui ho capito cosa vuol avere fiducia in una persona, e nonostante quel giorno sono stata io ad aiutare lui, in realtà fu lui ad aiutare me.

Kid in love ||Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora