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"Maledetto. Maledetto. Ma perché non schiatta" borbotta Liam percorrendo a grandi passi la sala comune in cui è stato chiuso.
Il punto di ritrovo per tutti i detenuti è quello, ma per ovvi motivi Liam è stato portato lì molto prima rispetto agli altri.
Si passa una mano tra i capelli, frustrato.
È riuscito per anni a non cedere alle provocazioni di suo padre, anzi spesso accade il contrario, e Liam ha sempre provato una perversa soddisfazione nel vederlo andare fuori di testa, ma questa volta non ce l'ha fatta: sarà il nervosismo dovuto alla sua permanenza nel carcere, sarà l'assurda richiesta che gli ha fatto, ma Dio solo sa quanto avrebbe voluto non limitarsi ad un pugno solo.
Quell'uomo è sempre stato la sua rovina, sin da ragazzino.
Solo le migliori scuole, solo le migliori compagnie, solo le migliori feste.
Per un po' a Liam è andato bene, si è sempre considerato un ragazzo viziato, ma quando suo padre ha cominciato ad avanzare pretese, come iscriversi ad Economia, una volta finito il liceo, per poi sostituirlo nell'azienda di famiglia, come frequentare le figlie dei suoi superiori -una più cozza dell'altra, non se le sarebbe fatte nemmeno se fosse stato etero-, le cose hanno iniziato a prendere una brutta piega.
Avrebbe dovuto essere il numero uno in tutto, le aspettative su di lui sono sempre state altissime.
Al liceo però, lui non è mai stato il numero uno in nulla, anzi era l'ultimo anello della catena alimentare.
La prima volta che venne picchiato a scuola, era tornato a casa piangendo.
Suo padre prima l'aveva rimproverato -gli uomini non piangono, Liam, sii uomo ogni tanto- e poi, una volta saputo cosa fosse successo, l'aveva anche sgridato.
'Come cavolo hai fatto a farti pestare? Gesù, sei un maiale su due zampe e non sei nemmeno riuscito a sferrare un cazzotto come si deve. Sei una vergogna per questa famiglia'.
Quella ovviamente è stata l'ultima volta che Liam si è confidato con suo padre.
Sua madre aveva pianto, quando lo aveva saputo, ma non aveva mosso un dito per difenderlo.
Se l'è sempre dovuta cavare da solo.
Bella famiglia di merda.
Il rumore della serratura lo fa scattare, riscuotendolo dai suoi pensieri.
Sulla soglia, Zayn e Carter.
"Stai bene, amico?" Chiede il moro.
Liam annuisce.
"Ecco perché hai finito prima. Di solito ti dobbiamo trascinare via di peso" dice Carter assottigliando le labbra.
Poi si rivolge a Liam e gli sorride.
"Stai bene? Hai bisogno di qualcosa?"
Liam scuote la testa. Non sa quando ha perso l'uso della parola.
Carter lo fissa ancora qualche secondo speranzoso, poi si arrende.
"Ok, allora voi due state qui. Tra dieci minuti finiranno gli incontri e vi accompagneremo alle vostre celle"
Lancia uno sguardo strano a Zayn, uno sguardo che il castano non riesce a decifrare, prima di chiudersi alle spalle la porta e chiuderla con due mandate.
In quel momento, Liam si rende conto di essere da solo con Zayn. Improvvisamente la stanza sembra più piccola, i suoi problemi sembrano rimasti fuori.
Ci sono solo lui e quel bellissimo ragazzo che una volta ha tentato di fargli una sega e che ha quasi baciato.
"Stai davvero bene?" Chiede ancora Zayn, avvicinandosi.
"Sono stato meglio, mettiamola così"
"Chi era?"
Liam sospira.
"Gregory"
Zayn alza un sopracciglio.
"Più specifico"
"Mio padre"
"Ah"
Non se lo aspettava, è evidente: apre leggermente la bocca in un'espressione scioccata.
Liam non può fare a meno di scoppiare a ridere, ma gli esce più come un momento di isteria.
"Sembra impossibile da crederlo, ma io e papino non abbiamo esattamente un rapporto idilliaco"
"Ho visto, gli hai mollato un destro niente male"
Liam si lascia cadere sulla poltrona, distrutto.
"Se non mi avessero trattenuto, lo avrei ucciso"
Capisce troppo tardi l'importanza di quella frase: allarga gli occhi e si morde un labbro in imbarazzo.
Ma Zayn gli sorride per nulla toccato.
"Questi padri sono stati buoni solo per donare il cromosoma X"
Il castano sogghigna, poi abbassa la testa.
"Cosa ti ha fatto?" Chiede Zayn in un sussurro.
Lo sente avvicinarsi e trattiene il respiro, ma non osa alzare lo sguardo.
"Avrebbe ripulito la mia fedina penale, a patto che la smettessi di essere gay"
Sente Zayn risucchiare l'aria.
"Ma è serio?"
"Purtroppo sì. Mio padre ha un piccolo problema di omofobia, ed in quanto unico figlio maschio, capisci bene che la cosa non gli sia andata giù. Il giorno in cui mi ha cacciato di casa, mi ha sputato addosso e mi ha detto di tornare solo quando mi fosse passata questa schifezza dell'essere frocio"
"Cristo" sussurra "ma è la tua natura! Come può aver detto una cosa simile?"
Liam alza le spalle e chiude gli occhi, il ricordo così vivido di quel giorno: suo padre lo ha picchiato per la prima volta con una cintura di cuoio spessa, di cui porta ancora i segni sulla schiena, e Liam ricorda così bene la saliva di suo padre addosso da sentirla quasi colare in quel momento sul viso.
E le cose che gli ha detto... Dio, nessuno dovrebbe sentirsi dire certe cose.
"Guardami, Payne"
Non alza lo sguardo. La vergogna per quello che gli è stato detto è ancora fresca, la vergogna per aver ceduto alle provocazioni di suo padre lo fa sentire un idiota.
"Liam, guardami per piacere"
Alza lo sguardo, sorpreso: è la prima volta che lo chiama per nome, ed in qualche modo sente che questa cosa rende il momento più solenne.
Lo vede avvicinarsi ancora di più, lentamente.
Zayn si mette a cavalcioni su di lui, le ginocchia premono sui suoi fianchi e le loro cosce entrano in contatto.
Liam non riesce a respirare.
Il moro posa le mani sulle sue guance e lo costringe ad alzare il viso verso l'alto per guardarlo.
C'è della magia, nel modo in cui si stanno fissando: come se si stessero raccontando anni e anni di sofferenze reciproche senza dire una parola.
Zayn lo guarda in modo intenso, lo spoglia metaforicamente di tutta la rabbia e la vergogna che prova. Come ci riesca, per Liam è un mistero.
Ha bisogno di toccarlo: preme le mani sui fianchi di Zayn, al di sopra della maglietta, e stringe come se avesse paura di perdere l'orientamento senza la bussola.
"Non osare nemmeno per un secondo vergognarti, mi hai sentito? Tu vai più che bene così come sei, è colpa dello stronzo di tuo padre se tu hai passato qualunque cosa tu abbia passato. Tu non hai colpe, e se pensi il contrario, ti prendo a pugni"
Liam sorride, senza smettere di fissare Zayn.
"Non so molto della vita, contando che ho passato un sesto della mia qui dentro. Ma so per certo che noi non abbiamo nessun motivo per vergognarci. Ci piace fare sesso con uomini? Sì. E quindi? Io non ci vedo nulla di male. E tu?"
Sussurra l'ultima domanda ad un millimetro dalle sue labbra.
Proprio come il giorno prima in quel bagno.
"Nemmeno io" risponde Liam.
Le sue mani si spostano dai fianchi ai capelli di Zayn, tirandoli dalla nuca.
Il moro socchiude le labbra in un gemito debole.
"Ti piace che ti tirino i capelli. Sei proprio una ragazzina arrapata"
In tutta risposta, Zayn si avventa sul suo labbro inferiore, mordendolo ferocemente e facendolo gemere di dolore e piacere insieme.
"Non parlare di ragazzine arrapate, Payne. Sei già duro e non ti ho nemmeno sfiorato"
Beh, è in effetti vero: Liam sente già le mutande più strette.
"Sono solo molto reattivo" tenta di difendersi.
"Potrebbe essere divertente" sussurra Zayn.
Gli lascia un morbido bacio sullo stesso labbro che prima aveva morso.
Liam va a fuoco.
Stanno per baciarsi come Dio comanda, quando sentono il rumore della serratura.
In un balzo, Zayn si scosta da Liam e corre a prendere una rivista a caso ('Decoupage faidate', ci crederanno tutti), mentre quest'ultimo accavalla le gambe in un modo davvero poco mascolino per tentare di nascondere la durezza.
Un'orda di detenuti entra nella stanza, non facendo caso a loro due.
Louis ed Harry, però, corrono subito dal loro amico.
"Stai bene? Oddio, è stato orribile" esclama il riccio abbracciandolo.
Orribile? Liam avrebbe detto tutto il contrario ma-
Ah già, la scenata con suo padre.
Giusto.
"Sono stato peggio"
"Tieni amico, ti sanguina il labbro. Non avevo visto che avesse risposto al cazzotto" dice Louis offrendogli un fazzoletto.
Liam rimane spiazzato qualche secondo: è abbastanza sicuro di non essere stato nemmeno toccato da suo padre, ormai è solo un vecchio grasso con i riflessi lenti.
Ma da qualcun altro, sì.
Si volta verso Zayn, che lo sta guardando a sua volta, sorridendo con la lingua incastrata tra i denti.
È un cazzo di vampiro, si trova a pensare, mentre tampona il piccolo taglio sul labbro inferiore.
"Non me n'ero nemmeno accorto, sai, l'adrenalina"
Entrambi i suoi amici gli danno delle pacche sulle spalle, comprensivi.
Maledetto sexy vampiro Malik.

La settimana dopo, Liam è di nuovo nella sala delle visite, ma questa volta si tratta di Niall ed è decisamente più tranquillo.
Certo, sarebbe più tranquillo se si facesse vivo.
Lo sta aspettando seduto al tavolo da almeno dieci minuti buoni, e contando che hanno non più di quaranta minuti per stare insieme, lo considera poco gentile da parte del suo amico.
Gli manca, accidenti a lui.
Si guarda intorno annoiato: una decina di ragazzi, tra cui Louis ed Harry, sono distribuiti ai tavoli con i rispettivi familiari ed amici, tranne Zayn che, come lui, è in paziente - più o meno- attesa del suo familiare.
I loro sguardi si incrociano, e Liam non può fare a meno di sorridergli, ricevendo in cambio un sorriso a labbra chiuse.
Ma il suo sguardo è intenso, è dolce, lo trapassa e lo rende instabile.
Se fosse in piedi, Liam è quasi sicuro che sarebbe caduto.
Zayn la deve smettere di guardarlo in quel modo, cazzo.
"Il tuo amico non viene oggi?"
Liam si gira di scatto e incontra gli occhi chiari di Carter ed il suo sorriso aperto.
Gli sorride di rimando.
"Avrà trovato traffico, lui abita dall'altra parte della città, e deve incastrare i suoi orari di lavoro con quel disastro di amico che sono io"
"Non sei un disastro" lo rabbonisce il poliziotto "sei capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Poteva succedere a chiunque"
Liam sospira.
"Ma è successo a me. Sono stato proprio sfigato a farmi beccare"
Si porta le mani alla bocca sussultando: Carter è un ragazzo simpatico e a posto, ma deve mettere un limite perché sta parlando pur sempre con un poliziotto.
Ma Carter gli fa l'occhiolino in modo complice.
"Sì, lo sei stato. Insomma, in quel locale c'è una retata un giorno sì e l'altro pure, come hai potuto sottovalutarlo?"
Liam ridacchia come una ragazzina e ok, si deve dare un contegno perché non ci tiene che il resto dei detenuti lo veda scherzare - e forse un po' flirtare- con le forze dell'ordine.
Ci tiene alle proprie palle.
"Possiamo cambiare argomento? Non mi sento molto a mio agio a parlarne con te"
Il poliziotto alza le mani in segno di resa.
"Hai ragione, scusa. Quindi, Liam Payne, a parte spacciare droga, cosa fai nella vita? Cosa ti piace fare?" Domanda incuriosito.
Il castano è stupito positivamente: nessuno si è mai interessato alla sua vita, alle sue passioni.
"Beh" si gratta la nuca imbarazzato "so fare poche cose, in realtà. Mi piacciono i lussi, credo. Le macchine costose, gli orologi, cose così"
Carter annuisce sorridendo, e Liam è quasi sicuro di essere arrossito.
"Uomo di poche pretese. Immagino cene nei ristoranti più cari e serate nei club più esclusivi. Sei interessante, Liam Payne" conclude.
Un momento, quando è diventato un tentativo di corteggiamento?
"Ci stai provando, agente Carter?"
Il ragazzo lo fissa alzando un sopracciglio.
"Certo che no, detenuto Payne. A me piace la passera"
Scoppiano entrambi a ridere di gusto, non preoccupandosi di abbassare il tono di voce.
Il rumore della porta d'ingresso gli fa alzare la testa, e sospira di sollievo quando vede finalmente Niall fare il suo ingresso come la palla di sole che è.
Dietro di lui, la ragazza che è venuta a trovare Zayn.
Che, a proposito, non ha mai visto così incazzato.
Lancia un rapido sguardo alla ragazza appena entrata, ma poi punta i suoi occhi caramello su Liam, le sopracciglia unite e gli angoli della bocca piegati in giù.
Il castano è perplesso: ora perché lo sta guardando in quel modo?
Si sente quasi come se dovesse scusarsi con lui, ma cosa è cambiato negli ultimi cinque minuti da trasfigurargli il volto in quel modo?
Oh. Oh.
Le nocche di Zayn diventano bianche da quanto stringe i pugni nel momento in cui Liam si apre in un sorriso sornione.
Zayn Malik è fottutamente geloso.
Di lui. E Carter.
Interessante.
"Anche io sono felice di vederti, amico"
Il tono di voce sarcastico di Niall fa tornare Liam sulla terraferma.
Lo abbraccia e gli dice quanto gli sia mancato, lo ascolta mentre racconta delle sue giornate piene, e racconta anche qualcosa delle sue, di giornate.
Senza menzionare Zayn e i loro incontri ravvicinati.
Zayn. Che è geloso di lui.
Liam non riesce a togliersi quel sorriso da ebete per tutta la durata dell'incontro.

NdA:
Anche il sesto capitolo è vostro.
Le cose iniziano a farsi confuse e lo posso capire, vi sarà tutto più chiaro andando avanti coi capitoli.
Grazie mille per le stelline e le letture!
Jess

Never forget giving love gives loveWhere stories live. Discover now