C'è stato un tempo in cui pensavo di non esistere più.
Non pensavo più a niente, perchè la mia mente non registrava più nessuna impressione, nessuna informazione.
Vagavo, nei deserti affollati di una stazione di treni, e non avevo nessun posto in cui andare.
Come su un isola deserta, me ne stavo seduta ad aspettare che accadesse qualcosa all'orizzonte. Non volevo essere salvata; volevo soltanto ricordarmi di esistere.
Non scrivevo più niente, perchè scrivere è vivere a parole proprie; e io non vivevo e non avevo parole.
Avevo dimenticato chi ero. Se mi guardavo allo specchio non vedevo che una confusa matassa, un po' obliqua, un po' trasparente. Se quella ero io, non ricordavo di saperlo.
E cercai di ricordarmi, ma mi ero persa in un fiume, tra giunchi e ciottoli rotondi.
Mi ero persa nella corrente della memoria, tra interstizi e rimembranze.E adesso, non so perchè, sto parlando di questo. Forse volevo soltanto ricordare a me stessa che esisto ancora. Forse volevo perdermi di nuovo tra i giunchi e i ciottoli di un fiume.
Non volermene se sono stata incomprensibile.
Questa non è poesia.
Mi trema l'anima.
BINABASA MO ANG
Abisso organico
PoetryNon so neanch'io come definirlo, se paura del vuoto o voglia di cadere. Non so neanch'io cos'è, quest'abisso organico che proviene dallo stomaco, dal fegato, dal cuore, dal cervello, e che vomita parole. ----- "Eri tu che mi dicevi che quando ci...