Ode all'utero desertico

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Antico, il suono delle ossa
che si incrinano, rompendo i silenzi
neri della solitudine del deserto;
un pugno di sabbia negli occhi -
mi sanguina la vista -
finchè ancora si cammina
potrò sperare stupidamente
che ci sia un pozzo d'acqua
che plachi la sete nera
della mia gola marcia.
Si incrinano le stelle,
qualcuno fa uno squarcio
sulla tela nera del cosmo
e sanguinano le nuvole -
pioggia arrugginita.

Fa scempio del mio corpo
l'arsura del deserto:
avvizzisce le mie membra, inaridisce
il feto di un'infanzia morta
dentro un utero agonizzante.
Pensavo fossi pronta a spingere
una vita -tra sangue e sudore-
dentro questo deserto di sogni.
Ma il fiore si è appassito
e non c'è più seme da piantare,
chè la terra del mio ventre
è cenere sterile.

Non sono mai stata madre.




Abisso organicoWhere stories live. Discover now