Chapter two.

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<Si! Così bravo! Oh Cristo, Elaja sei il migliore!> urlava la ragazza sotto di lui, quello era ormai il quarto round della serata con Kara, una sua buona amica fin troppo instancabile tra le lenzuola.
<Lo so, dolcezza> ansimò lui sull'orlo dell'orgasmo, <Lo sai quello che sto per fare, vero?> vide la ragazza annuire con forza, probabilmente troppo vicina all'apice per parlare, <Allora ferma con quelle tue belle spalle> disse, poi prese un po' di droga e la lasciò cadere alla bell'è meglio sulla sua schiena, più precisamente su una scapola, tentò di ricompattarla e poi, ormai ad un passo dal piacere finale, inalò la polvere bianca in un solo tiro, riversandosi in quello stesso istante nel preservativo.
<Porca puttana!> il corvino inprecò ridendo sguaiatamente, <Amo farlo!> l'euforia era quasi tangibile nella sua voce.
<E io adoro farlo con te, stronzetto sei un dio a letto!> lui ghignò a quel complimento, <Merito della partner> indicò Kara, <E dell'assistente> indicò la cocaina, di cui qualche striscia era rimasta sul tavolino vicino a loro. <Rifacciamolo!> disse euforica Kara,
girandosi e posando le mani smaltate di rosso ai lati del suo collo, stringendo leggermente.
La sua pelle olivastra si intonava perfettamente con il pallore quasi malaticcio di Elaja. <Vorrei dolcezza, ma non ho più preservativi> alzò le spalle, <Ne hai portati solo quattro? Da chi pensavi di andare? Da quella mazza di scopa di Susan?> Elaja rise,
<No, diciamo che ne avevo di più, ma li ho "persi" per strada> si morse il labbro inferiore, mentre faceva le due virgolette con le dita.
<Ohh, con chi? Dovrei iniziare a sentirmi la seconda scelta?> domandò divertita <Boh, due tipe in discoteca> allungò il braccio per recuperare da terra le sue sigarette, <Ero con te e non me ne sono neanche accorta, questi sono i miracoli dell'alcol> concluse la ragazza, avvicinandosi con la testa all'accendino per accendere la sigaretta che le era stata offerta.
<Erano belle?> chiese ancora lei, <Probabilmente, perché tante domande? Avresti voluto partecipare? Ci sapevano fare quelle due. Parola mia!> si mise una mano sul cuore, <Più di me?> chiese maliziosa Kara, facendo passare un piede con voluta svogliatezza sul petto glabro di Elaja, <Con chi ho scopato quattro volte sta sera?> chiede a sua volta il corvino, spegnendo la sigaretta sul parquet. <Hey! È nuovo!> si beccò un calcio sul braccio dalla proprietaria di casa, <Allora chiedi a papino di prendertene uno ancora più nuovo> disse con nonchalance, <Dove tieni i preservativi?> chiese per poi tirare un'altra striscia di coca senza battere ciglio, <Te lo dico solo se mi fai un servizietto laggiù, voglio essere in pari con i tuoi orgasmi> disse lei con malizia nella voce, <Credo proprio che ci vorrà molto più di un servizietto per metterti in pari con me!>

<Ciao, Susan cara, dimmi tutto> Elaja accolse con questa ironia la telefonata della ragazza, <Ho bisogno di un favore: 'sta sera alle 20:30 devi andare a prendere Josh a casa di un suo nuovo amico, Morgan> il corvino alzò un sopracciglio con scetticismo, pur sapendo che l'altra non lo potesse vedere, <Avrei da fare, Mr. Padre-Dell'Anno non è reperibile? Sai per essere un tossico senza futuro ho molto da fare!> disse con un pizzico di superbia nella voce, <Eddai! Ti prego! Non riuscirei ad arrivare in tempo, finisco di lavorare alle 21:00
'sta sera e Max è ad un convegno per altri tre giorni> Elaja sghignazzò, <Adesso li chiamano così? Convegni? Come sono antiquato! Ero rimasto al buon vecchio, "vado a scopare per un po' con ogni forma di vita esistente, lontano dalla mia fidanzata e dal mio forse-figlio, tanto lei farà finta di nulla e io mi crogiolerò nell'idea di averla imbrogliata", effettivamente questo neologismo funziona alla grande! Che uomo che è Max! Sempre sul pezzo!> lo derise, mentre continuava a pennellare sulla tela.
<Molto divertente> Susan finse di ridere, <Allora, mi aiuti o no?> domandò nervosa, aveva ancora pochi minuti di pausa e poi sarebbe dovuta tornare a lavoro.
<Va bene, questo dannato tossico andrà a prendere il suo forse-figlio. Prima che tu possa riprendere con la tua solita tiritera, ti anticipo: non dirò che è mio figlio, lo farò solo nel caso lui mi chiamasse "papà", non dovrò né bere né drogarmi di nulla almeno per le precedenti quattro ore all'appuntamento, andrò vestito bene e non dirò volgarità. Contenta?> Susan dall'altro capo del telefono sorrideva, portando il conto dei punti con le dita, <Grazie mille Elaja, dico sul serio> lui fece spallucce, <Figurati, dovere da forse-padre> la sentì sbuffare e sghignazzò allegro.
<Cristo che brutto...> mormorò tra sé e sé, incurante di essere ancora al telefono con la ragazza, <A che ti riferisci?> chiese appunto lei, che guardava i minuti ancora a disposizione scorrere inesorabilmente, <Eh? Ah, sì. Nulla di importante, il quadro non mi soddisfa, non sono abbastanza fatto. Ma tranquilla! Lo finirò domani, o dopo aver scortato Josh a casa tua> disse, ancora prima le lei potesse richiamarlo all'ordine, <Dopo averlo recuperato lo porto a casa tua, vero?> chiese, guardando in cagnesco la tela, che non "obbediva" ai suoi comandi.
<Certo> rispose lei con il tono di chi risponde ad un'ovvietà, <Qualche sera potrebbe stare anche da me, sai? Quelle poche volte si è sempre divertito molto, adora casa mia e quando viene non vorrebbe mai andarsene> lei in tutta risposta roteò gli occhi, <No, Elaja. Non resterà a dormire da te, casa tua è troppo pericolosa> lui sospirò affitto, <Vero, casa mia non è pericolosa solo quando Mr. Padre-Dell'Anno vuole fare giochini erotici di dubbio gusto in giro per casa, quindi il piccolo e innocente Josh viene confinato con il forse-padre nella sua forse-pericolosa casa. Viva la coerenza!> terminò con un tono leggermente isterico. <Pensala come vuoi, devo tornare a lavoro, sai, quella cosa che tu non fai mai> lui si finse oltraggiato <Come osi? Gigolette da quattro soldi! Io sto lavorando, solo che mentre tu lo fai con il tailleur in ufficio, io lo faccio nudo e strafatto nel mio attico, per giunta guadagno al meno dieci volte più di te con un suolo quadro!> lei ebbe la premura di insultarlo a bassa voce solo per la vicinanza a quell'arpia della della moglie del capo.
<Dal brio nella tua voce deduco che tu non sia lucido!> lui ridacchiò, ecco la conferma.
<Sono uno che ci tiene al lavoro! La droga è un passaggio essenziale! Ricorda: il lavoro mobilita l'uomo> Susan non ebbe neanche la voglia di sbuffare <Certo, come dici tu> stava per attaccare quando sentì la voce di Elaja urlare di aspettare. <Che vuoi ancora, piattola?> chiese stizzita, <Le piattole semmai le avrà quel bavoso geriatrico del tuo fidanzato, io sono pulito! Comunque stavo pensando... perché si, io penso...> venne interrotto dalla ragazza, <Vai al punto, Elaja> lapidaria come sempre. <Ma Morgan non era un nome da bambina?> ottenne come unica risposta il bip del telefono: Susan glia aveva attaccato il telefono in faccia.

La casa degli specchi Where stories live. Discover now