Prologo

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Doveva scappare, sia la sua vita che il destino del regno erano in gioco.


Il sottosuolo del castello era stato costruito nelle viscere del posatoio della Fenice, la secolare fortezza dei Sanderson. L'acre odore di urina e umidità gli penetrò le narici, stordendolo. Non vi erano finestre e l'unica fonte di luce era la candela che teneva in mano. Il suo bagliore si rifletteva sulla caleidoscopica lama della spada, impugnata con il braccio libero.


Il ragazzo continuò a fissare il mozzicone, temendo che potesse finire da un momento all'altro. La cera bollente gli cadde sulla mano, ustionandolo, ma lui continuò a correre.


"Deve sapere...deve sapere..." Continuò a ripetersi, per trovare la forza. I suoi polpacci bruciavano e la fronte era madida di sudore. Le piastre dell'armatura sfregandosi l'un l'altra producevano una macabra cacofonia. Ma finalmente eccoli, dei gradini in pietra lavica illuminati da un debole fendente di luce.


"Ci sono quasi..." Poi lo udì. Un suono basso, cupo e strisciante. Il ragazzo non fece in tempo ad urlare. Tanti artigli affondarono nella sua carne, trascinandolo nell'oscurità. La candela cadde a terra. E poi, il buio.

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