Una Serpe fra i Reietti

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Il biondo afferrò la corda del pontile e con un balzo si lanciò sui moli di legno. Quella mattinata era stata proficua, la tessitrice di menzogne aveva raccolto tanto di quel pesce che i suoi marinai erano stati costretti a gettare in mare uno squalo kraken per paura di affondare a causa del troppo peso.

Il sole bruciava così forte che prima ancora delle grida udì il suo fetore; finalmente era tornato alla sua adorata casa, la baia dei reietti!

La sua mano destra volteggiò fino alla fronte per schernire i suoi occhi, uno blu e l'altro dorato, contro quella luce accecante. Uno stupido sorriso gli apparve sul volto.

Devin schivò un rozzo pirata e con un gesto di mano salutò una sacerdotessa del dio serpente. Quest'ultima ricambiò piroettando attorno al tridente cerimoniale che stava impugnando.

Il ragazzo contrattò con un anziano signore per un'arancia e riuscì ad aggiudicarsela per due scellini di bronzo. Non aveva mai mangiato qualcosa di così amaro ma fu costretto a mangiare fino all'ultimo spicchio. Anche lui, come tutti gli uomini di mare, temeva il bacio del Signore delle piaghe. E sopratutto, come tutti gli uomini di mare, sarebbe morto prima di rinunciare a del cibo ottenuto con uno scambio in denaro.

L'enorme città di Seastar era in verità un piccolo arcipelago di isole comunicanti con ponti od altre strutture. L'era dei pirati era terminata nel momento in cui i tredici corsari fondatori erano scesi a patti con Re Saint I Sanderson, il Temerario, per affrontare l'imponente flotta dei signori dell'Est.

L'incredibile battaglia durò anni e vide come vincitori lo schieramento Sanderson e Pirati. Per il servizio reso il Re nominò la Draghessa dei mari, Hela Morgan, signora dei Pirati dell'Oceano Danzante, donandole l'arcipelago come feudo.

Quello che per il re era un ammasso di pietre gettate in acqua da un qualche dio furioso si rivelò un luogo strategico e in pochi anni divenne il centro del commercio del grande Oceano Danzante. Saint si accorse troppo tardi del suo errore: Ormai Seastar era una città dotata di vita propria. E sarebbe stato difficile strappargliela.

Ma negli anni Seastar era diventato un luogo maledetto dalla corruzione e dalla lussuria e, allo stesso tempo, anche un'occasione per cominciare una nuova vita. Certo, qualche sognatore finiva per galleggiare con la gola sgozzata e le tasche svuotate nei canali della città, ma quel giorno Devin ne contò solo uno. Molti altri riuscivano a salpare per l'Est, con le tasche anch'essi vuote ma col cuore colmo di speranze.

Destino più crudele spettava agli ammutinati e ai loro simili. Un uomo mingherlino e lungo era stato appeso con un enorme uncino arrugginito a mezz'aria. Probabilmente doveva essere ancora vivo ma il dolore doveva avergli portato via il senno. Devin non si curò di questa visione raccapricciante: Aveva visto di peggio.

In lontananza notò sette enormi galeoni viola, trascinavano nelle acque dell'arcipelago l'enorme carcassa di un granchio colossale. La baia si era colorata di rosso e a breve le tasche di quei marinai si sarebbero colorate di oro. Per affrontare il problema degli approvvigionamenti di una città come Seastar, e l'ancor più grave minaccia dei mostri marini, erano stato istituito i Templi del sangue.

Un'intera baia in cui chi riusciva ad abbattere creature gigantesche come kraken o squali re poteva rivendere le loro carcasse per guadagnarci qualcosa. La loro carne era messa all'asta e alcune parti ritenute sacre venivano comprate dalle sacerdotesse di chissà quale religione per compiere strani rituali.

Per sua fortuna Devin non aveva mai dovuto avere a che fare con bestie del genere, le navi su cui prestava servizio si dilettavano a catturare pesci e crostacei di più umili natali nelle acque delle lagune di Mir e di Verm.

L'Eco della FeniceWhere stories live. Discover now