5.

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Sono passate circa due settimane da quel weekend a Melbourne, nel mentre sono tornata a Londra e ho ripreso la mia vita, dimenticandomi completamente della Melissa che avevo scoperto in Australia. Sto facendo la mia solita corsa mattutina inglese quando sento qualcuno chiamarmi da lontano. "Lewis cosa ci fai qua?" "Beh principalmente ci vivo, in questo istante mi alleno" ride "Tu invece? Ti decidi a dirmi perché non ti sei più fatta vedere o devo trovare il modo di costringerti a farlo?" Da quando sono tornata io e il mio migliore amico ci siamo ovviamente sentiti, ma non ho mai risposto alle sue domande su Daniel e su quella sera, forse perché non saprei nemmeno io cosa dire, forse perché per qualsiasi persona la mia reazione è esagerata e completamente inutile. E a ripensarci lo sembra anche a me, ma quel che è fatto è fatto, non si può più tornare indietro. "Senti so che ti può sembrare stupido ma non è successo niente di grave, semplicemente non me la sono sentita di star lì ancora" "Andiamo Melissa non dirmi cazzate, ti conosco da abbastanza tempo da sapere che non scappi mai, e sottolineo MAI, da un appuntamento senza essere sicura di aver avuto successo, in qualsiasi campo" Gli sorrido debolmente per poi cercare di riordinare anche i miei pensieri. Alla fine capisco che per una volta dovrò ammettere di aver leggermente sbagliato, anche se non senza un motivo per me importante. "Ti va di parlarne a casa mia? Magari davanti a una buona pizza?" Ovviamente accetta.

"Quindi fammi capire bene, tu eri lì con Daniel, lui ha usato un nome che a te non andava bene, e te ne sei andata così?!" Dice scioccato. Mi sento leggermente stupida in questo momento ed è una sensazione molto strana "Senti Lewis, lo so che non riesci a capire questa cosa ma...non lo so, mi ha toccato quel soprannome, nessuno mi chiama mai così ed è stato troppo...bello" finisco la frase quasi sussurrando. Il mio amico sa benissimo quanto io faccia difficoltà ad aprirmi con le persone e tutta questa storia lo sta appassionando parecchio. È convinto per qualche motivo che dovrei scusarmi con Daniel, che forse si merita una spiegazione, e io una chance per essere veramente felice. Dopo una lunga serata a spettegolare sulla mia vita sentimentale da quando avevo 5 anni, Lewis torna finalmente a casa, non prima di aver scritto all'australiano che forse sarebbe stato il caso di rivederci. Lui era decisamente riluttante, posso anche capirlo, ma alla fine non ha saputo dire di no a Hamilton e cosi domani sera ho un appuntamento, con l'unica condizione di "ricominciare da capo", come se nulla fosse.

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"Piacere Melissa, ho 24 anni e sai sono Australiana proprio come te". Brava Melissa complimenti, magari portagli direttamente un mazzo di rose rosse e un biglietto con scritto "mi piaci". Ma si può sapere cosa mi succede? In fondo è solo un pilota (proprio come il mio migliore amico), ed è anche alla mano (da quanto ho sentito dire). Forse è proprio questo il problema, sono abituata ai convenevoli, ai sorrisi forzati, i brindisi disinteressati, gli appuntamenti incastrati tra due eventi mondani a cui non si può rinunciare...Forse semplicemente non sono fatta per uscire con un normalissimo pilota di F1, forse non sono fatta per uscire con Daniel Ricciardo

Quando sono finalmente pronta ad uscire sento il citofono suonare e mi avvio verso l'uscita. Appena fuori dal portone vedo Daniel appoggiato alla sua bellissima Aston Martin con un mazzo di girasoli "Ciao Daniel" lo saluto quasi intimidita e lui di tutta risposta sfodera uno dei suo sorrisi che tanto odiavo 2 settimane fa e mi invita a salire. Il tragitto in macchina è molto più divertente del previsto: ha messo una serie di canzoni che sta cantando a squarciagola tra una mia risata e l'altra, devo ammettere che sa come smorzare la tensione. Il ristorante che ha scelto è fantastico, si vede tutta Londra da lassù ed è molto raffinato. "Allora Melissa come va?" Mi chiede tranquillo e mi viene naturale rispondergli con lo stesso tono di voce rilassato, forse perché mi sento veramente in pace ora.
La cena prosegue molto bene, parliamo del più e del meno, della disastrosa gara in Bahrein che l'ha visto ritirarsi dopo un solo giro, e sembra interessato perfino ai miei racconti di vita mondana londinese. Dopo aver finito il dolce vengo praticamente trascinata sulla terrazza del ristorante dove il discorso si fa leggermente più serio. "Daniel senti io so che ho sbagliato a Melbourne, e fidati non dico spesso questa frase. Ma qualcosa di te mi ha fatto paura, forse il fatto che tu sia riuscito a farmi stare così bene in così poco o forse il fatto che per la prima volta non mi ha messo tristezza sentirmi chiamare Mel...non lo so, ma so che forse oggi ci meritiamo una possibilità per essere felici, me la merito" concludo la frase girandomi verso il panorama, il freddo è veramente pungente ma ne vale la pena. Non so cosa mi abbia fatto dire quelle parole però mi sembra di essermi tolta un peso dallo stomaco, c'era qualcosa dentro di me che mi dice che lui potrebbe essere la mia felicità e ho solo paura di una sua risposta. Ma proprio mentre sto per farmi decisamente troppi pensieri negativi sento la sua mano che mi gira lentamente e mi fa posizionare davanti a lui. Per la prima volta da quando l'ho conosciuto riesco a guardarlo negli occhi, sono bellissimi. Lui sorride, non uno di quei sorrisi giganteschi, uno quasi timido, poi si avvicina e mi bacia. Vorrei che quel momento non finisse mai, mi sembra di vivere il momento più felice della mia vita. Quando ci stacchiamo per necessità, mi sussurra all'orecchio "Spero davvero di poterti rendere felice Mel", chiude la frase stringendomi i polsi, quasi per paura che io possa nuovamente scappare, ma non è mia intenzione. Gli do un rapido bacio per poi stringerlo fortissimo e sentire ogni suo muscolo rilassarsi "E per favore non mettere sempre i tacchi, non voglio che tu sia alta come me", scoppiamo a ridere per l'ennesima volta questa sera. Adesso sono felice.

Madness - Daniel Ricciardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora