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"No, Disperazione, conforto della carogna, non banchetterò con te; 

né scioglierò-per molli che siano-queste ultime fibre d'uomo in me,

e neppure, esausto, griderò più non posso. Posso;

qualcosa posso, sperare, desiderare che venga il giorno,

e non scegliere di non essere" Gerard Manley Hopkins

Taehyung era pesantemente disteso sul soffice e trasandato divano del suo appartamento. Erano giorni che la sua vita era scandita dalla solita noiosa e banale routine; si alzava mollemente dal letto, trascinava il suo corpo al piano di sotto e si accasciava sul sofà. Ogni tanto sgarrava, per allungarsi verso la cucina e cercare qualcosa di quanto più commestibile per tenersi in vita. "niente può impedirmi di sorridere" era quello che si era ripetuto per 23 anni e 5 mesi della sua vita, che, forse troppo tragicamente a pensarci, ha dichiarato finita 7 mesi fa.

Come ogni giorno, il suo frenetico cervello, iniziò a produrre ricordi felici e pensieri angoscianti; arrivano puntuali,come a dover timbrare il cartellino, sia mai che se ne stiano a casa o tardino di qualche minuto.

A salvarlo dalla stretta soffocante alla gola che si apprestava ad arrivare, fu, quel giovedì pomeriggio, il suono del campanello. Un barlume di speranza gli si accese nel petto e gli inondò gli occhi ed il cervello che mosse le sue impazienti gambe fino alla porta.

A sgretolare per un attimo il mondo intorno a lui, fu la delusione di non vedere chi si aspettava. C'erano una ragazzina e un bambino con i vestiti stracciati, segni violacei sulla pelle e sangue secco in alcuni punti graffiati. Il bambino si strinse alla ragazza, come se avesse paura di esserne separato.

-puoi aiutarci?- lei parlò con voce fioca e sottile,quasi un sussuro.

Taehyung fu colto di sorpresa, annuì titubante e si fece da parte per farli entrare.

-sedetevi pure sul divano,vi porto dell'acqua?- aveva notato la greve stanchezza aderente ai loro visi, fece quello che più di spontaneo gli venne in quel momento.

Anuirono.

Portata l'acqua, si sedette anche lui, nella poltrona di fronte.

-come vi chiamate?- chiese in tono caldo e attento, per paura di poter blaterare e divagare come suo solito, rovinando tutto. 

-Sin Minso,lui è mio fratello Hyunsu-aveva parlato con tono piatto,quasi infastidita dalla domanda, eppure, si disse Taehyung, non ho detto nulla di male.

-io sono Kim Taehyung, posso chiedervi cosa ci fate qui e cosa vi è successo?- provò a chiedere con un approccio il più educato e accondiscendente possible.

-siamo scappati da Kaesong-

Gli ci volle un attimo per collegare dove si trovasse la città.

-è in nord Corea- affermò più a se stesso che ai suoi ospiti.

-si-confermò Minso.

Ora si spiegava il loro aspetto.Colto da una scossa di agitazione e preoccupazione, saltò in piedi.

-vado a prendervi del disinfettante e dei vestiti,potrebbero starvi larghi-

Non risposero, camminò verso la sua stanza al piano di sopra e iniziò a metterla sottosopra in cerca di qualcosa.

Tornato in sala si inginocchiò davanti al divano.

-posso?- chiese con il cotone e il disinfettante in mano.

Dopo che lei annuì,iniziò a medicarli in modo abbozzato e inesperto. Hyunsu fu, comprensibilmente, quello che si lamentò di pù per il fastidio del disinfettante sulle ferite.

-quanti anni avete?- chiese ancora intento ad improvvisarsi infermiere.

-15, tra poco ne farò 16,lui 5-

-io ne ho 24-lo disse solo per non far chiudere il discorso.-ascoltate- si mise in piedi-stanotte potete dormire qui da me, non ho intenzione di rimandarvi là, ma dobbiamo poi trovarvi una sistemazione pressoché legale-

Silenzio.

In quel silenzio, Taehyung pensò; la situazione era importante, più importante dei suoi stupidi piagnistei, ora se ne rendeva conto,ma tanto, la sua testa andò allo stesso nome, anche per risolvere quel problema. Jungkook.

Ehiii❣,nuova storia sui miei cari Taekook :) è solo il primo capitolo, ma spero vi piaccia!!

-koya

comme le soleil pendant l'orageDove le storie prendono vita. Scoprilo ora