vingt-six

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"Io faccio sempre ciò che non posso
Fare,in modo da imparare come farlo" Pablo Picasso

Vide sfocato,appena aprì gli occhi,poi sbatté nuovamente le palpebre e allora fu consapevole di essere sveglio.
Mise a fuoco per prima la finestra;la luna faceva capolino nel cielo fatto di inchiostro nero.
Girò la testa verso sinistra e sorrise dolcemente. Vedere il volto rilassato di Jungkook,ancora addormentato,gli diede un senso di tranquillità.
La finestra era rimasta aperta ed entrava un venticello leggero ma freddo. Si accoccolò sotto al piumone giallo e si spinse verso il corpo del più piccolo. Appoggiò il viso sul petto e sentì Jungkook muoversi e mugulare qualcosa.
-che ore sono?-scandì meglio.
-non lo so,ma è notte-gli rispose.
Prese ad accarezzargli i capelli.
-spero che mia madre non si chieda perchè la porta è chiusa a chiave-disse.
Taehyung sorrise.
-è rimasta uguale-
-è camera tua,mia madre non la da a nessuno-
Il più grande si girò come meglio poteva e si allungò a dare un dolce bacio a stampo al suo interlocutore.
Sorrisero entrambi sulle labbra dell'altro.
-mi piace guardarti-disse Jungkook dal nulla.
Taehyung gli posò una mano sulla guancia e lo baciò di nuovo,stavolta con più trasporto.
-beh diciamo che anche baciarti non è male-rise.
-io ti ho perdonato,Jungkook,ma il dolore che ho provato da quel giorno non si cancella così in fretta-
-lo so-
-ma non posso mentire,io ti amo-sorrise e continuò ad accarezzare la sua guancia.
Jungkook si aggrappò a quella carezza.
-non devi dirmi "anche io" se non è quello che esattamente senti in questo momento,non voglio sentire delle balle,o mezze verità-
Fece per parlare.
-dimmelo quando sarà una verità piena e incontenibile,se lo sarà,per ora abbracciami-
Entrambi videro sorgere il sole e il cielo  cambiare colore,il sonno non si presentò mai,ma chissà se insieme al sole quel giorno sorgevano consapevolezze e speranze.


comme le soleil pendant l'orageWhere stories live. Discover now