dix-neuf

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"Se leggi questi versi,dimentica
La mano che li scrisse:
T'amo a tal punto
Che non vorrei restar
Nei tuoi dolci pensieri,
Se il pensare a me ti facesse soffrire"William Shakespeare

Gli ospedali non sono mai posti felici,forse solo quando viene al mondo una nuova piccola personcina,eppure quel giorno,nonostante non stesse per partorire,Taehyung si sentiva tornato indietro a quando la gioia era troppa per essere contenuta.
Un tempo lontano certo,ma un tempo esistito.
Jungkook era seduto sul letto accanto al suo,aveva riposato un po' dopo pranzo ora era li a far nulla.
Ci fosse stata una terza persona nella stanza avrebbe visto due adolescenti troppo timidi per parlare; si scambiavano sguardi fugaci,alzavano gli occhi nello stesso tempo e di scatto li tiravano giù,arrossendo e sorridendo.
Erano innamorati.
Taehyung trovava bellissima quella situazione,così delicata,dolce,fatta di attimi che gli stampavano un sorriso sul volto.Avrebbe voluto fermare il tempo.Scosse la testa,troppo banale come pensiero,provò a formulare un altro.
Si ecco,voleva chiudersi a chiave dentro quella stanza,già meglio si disse.
Jungkook allo stesso modo trovava irresistibile quell'aria innocente e imbarazzata che il più grande assumeva,non poteva far altro che torturarsi il labbro inferiore per distrarsi dalla voglia di raggiungerlo sul letto,che in quel momento sembrava così distante.
-mentre riposavi ho chiamato Minso,stasera mi dimettono,se mi puoi accompagnare a casa-
-certo-disse d'impulso-si-riformulò piano.
-grazie-ci fu un momento in cui l'aria si fece densa, si guardarono per millesimi di secondo lentissimi,fu come se uno stesse entrando nella testa dell'altro,anche se lì c'erano già.
-allora passiamo a prendere delle pizze-disse Taehyung,scrollandosi dal quella trance.
Jungkook,trascinato alla realtà,annuì.
-ti va di venire a sederti qui?-gli chiese inaspettatamente Taehyung.
Lo stupore fu lampante negli occhi del più piccolo,nonostante ciò,si alzò.
Si sedette sul bordo,leggermente insicuro sul dafarsi.
Taehyung,con una velata smorfia di dolore in volto,provocato dal male alla testa,si spostò fino alla fine del letto,rannicchiando le gambe.
-dovresti appoggiare la schiena al muro-gli disse ridendo.
Lo fece.
Taehyung allora indietreggiò e si accoccolò tra le sue braccia.
Silenzio,nessuno voleva aprir bocca,per paura di dire qualcosa di sbagliato che avrebbe mutato quella posizione.
Sorridevano,erano vicini,questo bastava.

comme le soleil pendant l'orageWhere stories live. Discover now