vingt-quatre

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"Così ci separammo senza esserci capiti.
Ma non è facile capirsi a questo mondo." J.W. Goethe.

Jungkook sbuffò e si lasciò cadere sul letto.
Taehyung,al contrario,si alzò e raggiunse il telefono nello zaino.Senza guardare chi fosse rispose.
-si?-cercò di controllare il fiatone.
-ehi Tae sono Jimin-
-minchia hai un tempismo-disse a bassa voce,più a se stesso che a lui.
-eh?-chiese non avendo capito.
-nulla,dimmi-
-niente,volevo sapere a che ora arrivi domani a lavoro-
-ah-si bloccò-cazzo mi sono dimenticato di avvisarti,non sono in città,prima di dopo domattina non ci sarò-si sedette sul bordo del letto.
-potevi aspettare ancora un po'a dirmelo,posso almeno sapere dove sei scappato?-
Jungkook,dietro di lui,arrivò a gattoni e prese in mano il telefono.
-a Daegu,buonanotte-disse poi spegnendolo.
Taehyung non poté che scoppiare a ridere.
-ora si che mi tartasserà di domande-
-sarà meglio dormire-disse con una punta di fastidio Jungkook,per poi arricciare il naso.
Il maggiore annuì.
Taehyung si sentì prendere ed essere avvolto dalle sue braccia.
-dovremmo cambiarci-provò a dire.
Jungkook scosse la testa.
-dormi,domani abbiamo l'aereo abbastanza presto-
-ehi-lo richiamò-è andato tutto bene,Jungkook-
-no invece,non abbiamo cenato dove avrei voluto,ma in aereo,Jimin ha interrotto-si fermò-avevo organizzato diversamente-concluse.
Taehyung si fece più piccolo per rimanere al sicuro nell'abbraccio.
-vedi che sei stupido,guarda dove siamo. Sei riuscito a riportarci indietro nel tempo,certo, mi hai fatto arrabbiare perchè sei sparito per giorni,ma lo hai fatto per me. Non ho bisogno di una cena,a me basta questo, è sempre bastato questo.-concluse affondando il volto nel collo di Jungkook.
Lui prese ad accarezzargli i capelli,aspettando in silenzio di dormire.

Il giorno dopo, dopo essersi cambiati e aver fatto colazione, andarono in aeroporto.
Visti da fuori non sembravano due fidanzati,cosa che infatti non erano,ma più una coppia al secondo appuntamento,quello in cui ci si inizia a chiedere cosa si vuole fare.
Per tutta la durata del volo Jungkook decise di comportarsi da ragazzo della sua età e di appoggiare la testa alla spalla di Taehyung.
Voleva lasciarsi andare,era tanto che non succedeva,era abituato a stare sulla difensiva e si sentiva,chissà perchè in dovere di far finta di essere più vecchio.
Tornati per le strade di Seul,si sentirono addosso,di nuovo,ogni problema e responsabilità e lasciavano che la mente corresse in cerca di qualcosa che li slegasse da ogni corda che li teneva legati ad essi.
Arrivarono a casa,Minso e Hyunsu erano già lì,in sala come sempre.
Il più piccolo correndo e urlando arrivò a salutarli,lei sorrise e agitò la mano.
Prima di uscire dalla porta e tornare a casa sua,Jungkook passò un foglietto a Taehyung.
-hai intenzione di aprirlo o lo devo fare io?- chiese Minso entrando in stanza.
-penso lo farò io-disse lui.
-forza allora,non esplode-lo incitò.
Lui sorrise.
Mentre lo dispiegava lei gli si sedette accanto.
<<ti ho chiesto di saltare giù da quella finestra una volta,e se ora ti chiedessi di arrampicartici dentro,fifone?>>
Solo quello.
-cos'è un messaggio in codice?-
-più meno-si alzò-mi posso fidare di lasciarvi da soli stanotte?-chiese.
Lei annuì-chiuderò a chiave-disse.
La abbracciò.
-grazie,soprattutto di non chiedermi dove vado-rise.
Mentre lui si affrettava ad uscire,lei aggiunse:-non lo chiedo perché lo so-

//spazio autrice//
Ho aggiornato molto,ma ora fino a domani nulla.
Vi voglio bene
-koya🥀

comme le soleil pendant l'orageWhere stories live. Discover now