trente-quatre

379 43 2
                                    

"mia pupilla,mia ala,abbatti il dubbio e la sua prigione,con l'innocenza fatta canzone" Raffaele Crovi

-nevicaaaaa-Hyunsu corse dalla sua camera fino in salotto dove si trovavano gli altri,urlando,perchè fu come se dall'altro lato della finestra, la neve gli fosse entrata negli occhi,come se l'avesse toccata,fredda e morbida, e senza guardare giù,dove in realtà si stava sciogliendo,lui se la immagnava pronta per un bel pupazzo.

Era una nevicata così senza pretese,carica di illusioni,una nevicata ingannatrice.Come lei, quel giorno sembrava cadere dal cielo sorridente e felice,ma sempre come lei era pronto a sciogliersi lasciando solo una pozzanghera e niente più.
-si ma non si ferma-gli disse Minso.
-oh ma nevicherà ancora,tranquillo Hyun-rimediò subito Jungkook.
Il piccolo infatti sorrise.
-dai vieni a sederti,tra poco prepariamo il tavolo-
Sul divano,come tempo prima,quando guardavano Peter Pan.
La porta si aprì,l'unica altra persona che aveva le chiavi era la mamma di Jungkook.
Quando si voltarono infatti la videro.
-ciao mamma,che ci fai qui?-
-posso parlarvi un secondo?-
Quell'aria dura ce l'aveva solo dopo emozioni tristi,Jungkook la conosceva.
-puoi parlargli anche davanti a noi.-disse Minso alzando le spalle.
-va bene-si sedette.-mi hanno chiamato da Kaesong-
Gelo,come se le finestre di tutta la casa si fossero aperte.Hyunsu era picolo,non stupido. Si vide nel punto più alto della città,quello da cui vedeva tutte le case uguali e grigie,dove sua sorella lo aveva portato per il suo compleanno. Minso invece si ritrovò alla frontiera,nascosta mentre aspettava il cambio dei militari,per scappare da una prigione che tutti spacciavano per città.

-l'uomo con cui vivevate ha sporto denuncia,dopo essere stato in carcere in questi mesi per una rissa,sa che siete scappati-

Nessuno parlava,tutti con una domanda in testa,impauriti dal fatto che se fosse uscita da lì,la risposta ricevuta sarebbe stata quella che si aspettavano.

-il governo nord-coreano vuole il rimpatrio forzato-

-non può-iniziò Taehyung.

-io non ci torno,non esiste,quell'uomo è un assassino,non metterò Hyunsu in pericolo-urlò. Prese suo fratello per mano e iniziò a camminare fuori dal salotto.

-Minso credimi l'ultima cosa che voglio,che vogliamo tutti è permettere che voi torniate a Kaesong,ma hanno mandato due assistenti sociali di là,rimarrò in contatto con loro,tutti odiano la dittatura,ma sono pochi ad essere coraggiosi,vi faremo tornare-

Minso aveva il volto rigato dalle lacrime.-appena metteremo piede in quella casa la mia vita finirà,la nostra vita finirà-urlò.

-ci sarà qualcosa che si può fare,non si può volere il male di qualcuno, loro qui stanno bene-

-sono sotto un orfanotrofio,voi siete due amici,ne tutori ne benché meno genitori,io-

-se li chiamo papà non mi portano via?-Hyunsu parlò per la prima volta.-io voglio stare que-lasciò la mano della sorella e corse sul divano.Jungkook lo prese imbraccio e lo strinse a se.

-non possiamo fare nulla adesso,farò tutto il possibile per far in modo che voi veniate tolti da quella casa-

-io non voglio essere tolta da questa di casa-urlò di nuovo.



comme le soleil pendant l'orageWhere stories live. Discover now