Prologo

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New York - metà ottobre

Quando quel giorno aprì gli occhi, Camden era di buon umore; il sole era coperto dalle nuvole ma c'era d'aspettarselo, essendo ormai ottobre inoltrato. New York poi era conosciuta per i suoi tempi fatti di pioggia e neve. Era di buon umore anche quando il suo manager, Liam, gli diede la notizia di essere stato ingaggiato per un nuovo film, quando erano passati solo due mesi dal suo ultimo debutto sullo schermo, il film aveva avuto un enorme successo. Era molto fiero di sé, dovette ammetterlo. Era di buon umore quando fece colazione, la sua preferita, prese la rivista lasciata probabilmente da Liam distrattamente, l'aprì e la sfogliò pigramente, doveva ancora connettere visto che si era svegliato da circa dieci minuti ma questo non gli impedì di sgranare gli occhi quando lesse un determinato articolo e non gli impedì di urlare, facendosi sentire dal suo manager, dal vicinato e da mezza città.
«COSA?» fu l'urlo che fece allarmare Liam, per poi continuare a mormorare incredulo parole sconnesse tra di loro. Quando il ragazzo entrò in cucina lo trovò con la testa bassa sulla rivista e sussurrava tra di sé.
«Non è possibile, non ci posso credere»farfugliava, facendo preoccupare sempre di più l'amico.
«Cam?! Che succede?» gli si avvicinò, posandogli una mano sulla spalla, per confortarlo. Il giovane alzò la testa, poi gli mise la rivista davanti agli occhi. Liam ci mise qualche minuto per leggere ciò che c'era scritto ma quando lo fece si prese altri minuti per evitare di spaccare la faccia all'attore.
«Stai scherzando? Mi hai fatto spaventare per questa stronzata?» lo rimproverò, sbattendo la rivista sul piano della cucina.
«Non è una stronzata, ti rendi conto della disgrazia? Sono diventato secondo, SECONDO» urlò tra le lacrime. Ciò che bisogna sapere di Camden è che, essendo un attore, tendeva ad essere un po' melodrammatico, gli riusciva anche piuttosto bene. Liam sospirò.
«Tu mi farai morire di infarto, e ho solo trentaquattro anni amico, sono troppo giovane per morire» borbottò prendendosi del caffè ancora caldo, nella caraffa. «E mia moglie ti ammazzerebbe, quindi fai tu» rise facendo alzare gli occhi al cielo al ragazzo.
«Anche io ho quasi trentatré anni, però se dovessi morire in questo momento sarebbe una tragedia» si accasciò sulla sedia, lasciando la colazione.
«Ma la vuoi finire?» domandò guardandolo seriamente.
«Tu non capisci» iniziò passandosi una mano tra i capelli. «Sono sempre stato il primo, ora, da un giorno all'altro, sono diventato secondo»
«È solo una stupida classifica» si sentiva strano nel discutere su una classifica su una rivista di gossip.
«Non è una stupida classifica, non dirlo più» rispose ferito da quel menefreghismo. «Ma poi chi è questo... Nemo, Niall, come cazzo si chiama» sbottò guardando ancora la classifica, facendosi del male.
«Come fai a non conoscerlo? Praticamente in tutti gli ultimi film usciti c'era sempre lui» lo prese in giro, godendosi quel momento. «Sarà che è più giovane di te» rimarcò la dose.
«Capirai, ha trent'anni» rispose oltraggiato. «Quindi ha pure meno esperienza di me» ormai era sull'orlo delle lacrime, sulla via della disperazione ma non poteva permetterlo perché a breve avrebbe dovuto iniziare le riprese di un film. Liam ripose la tazza nel lavello.
«Oh, quindi non vuoi che ti dica che il prossimo film lo girerai con lui» rispose Liam come se nulla fosse, dandogli le spalle. Sentì un forte rumore e di scatto si voltò trovando l'amico steso per terra.
«Che ci fai lì?» chiese esasperato, più che preoccupato. Ogni volta che Camden faceva una delle su sceneggiate, lui sapeva già come comportarsi, il tempo di qualche ora e se ne sarebbe dimenticato.

No, non se ne era dimenticato. Ecco cosa stava pensando Camden, quando si ritrovò seduto al grande tavolo con i produttori, i registi, sceneggiatori e attori per parlare del nuovo film. Caso volle che di fronte a lui era seduto il grande Noel... qualcosa, aveva un cognome troppo difficile da pronunciare. Camden era troppo indaffarato ad incenerire con lo sguardo quello che sarebbe dovuto essere il suo collega per chissà quanto tempo, che non si rese conto che qualcuno gli aveva chiesto qualcosa.
«Come?» domandò tornando da chissà quale pianeta, dopo aver sentito qualcuno pronunciare il suo nome.
«Sei tra noi?» chiese uno dei produttori. Sentì distrattamente una risatina davvero irritante, ma fece finta di nulla.
«Ci sono» borbottò girando i fogli del copione, la trama era stupenda e dovette ammettere che quel Noel rientrava benissimo nella parte da attore protagonista. Non aveva mai interpretato un medico, in tutta la sua carriera, sperò con tutto se stesso che quelle parole difficili da imparare gli entrassero subito nel suo cervello.
«Quindi» prestò attenzione al regista, Harry Marquin, molto famoso per i suoi film d'amore, un uomo molto piacente nonostante la sua età. «Gireremo in tre città diverse, inizieremo qui a New York, poi ci sposteremo in Inghilterra e infine in Italia. Le riprese dureranno per circa otto mesi, giù di lì» concluse, per poi spiegare la trama, i ruoli, la sceneggiatura e tutto ciò che Camden aveva già letto per essere in parte preparato a ciò che avrebbe dovuto fare.
«Gli attori che dicono?» chiese guardando prima Noel, poi lui. Il ragazzo seduto di fronte sorrise, facendo gongolare la due ragazze che si occupavano di trucco e capelli. Camden si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo.
«Volevo ringraziarvi per questa opportunità. Spero di essere all'altezza, sono convinto che faremo un ottimo lavoro tutti insieme» disse facendo spalancare gli occhi al più grande. Tutto si sarebbe aspettato, tranne che il ragazzo avesse una voce così bella, dolce e sensuale. La sua voce lo faceva sembrare più grande della sua effettiva età, in netto contrasto con quella di Camden che lo faceva sembrare un ragazzino di sedici anni nel corpo di un uomo trentaduenne. Seguì poi un lungo silenzio durante il quale Camden si accorse che le persone intorno a lui stavano aspettando che dicesse qualcosa.
Si schiarì la voce. «Io sono davvero contento di fare parte di questo progetto, ci metterò tutto me stesso, non vedo l'ora di andare in Italia, non ci sono mai stato» fece ridere gli altri, si accorse che anche Noel stava ridendo guardando verso di lui. Dopo aver accordato le ultime cose, tutti si alzarono per poter tornare a casa e rivedersi per la data stabilita, per iniziare le riprese. Si incamminò lungo il corridoio dopo aver salutato tutti, era quasi arrivato all'uscita quando si sentì chiamare.
«Camden!» si voltò subito, trovandosi davanti Noel che ansimava leggermente, per la corsa fatta per raggiungerlo. Camden inarcò un sopracciglio, restando impassibile davanti al ragazzo che ora lo guardava con un sorriso smagliante.
«Volevo solo dirti che sono davvero felice di lavorare insieme» si dondolò sui talloni, imbarazzato.
«Spero che tu faccia bene il tuo lavoro, non voglio condividere lo spazio con un pivello» rispose sferzante, non riuscendo a nascondere l'ostilità che provava nei suoi confronti. Un po' gli era concessa, visto che aveva perso il primo posto nella classifica per colpa sua.
«Oh» arrossì, mordendosi un labbro. «Sarò bravissimo, vedrai; alla fine uscirà un film stupendo»disse entusiasta. Camden borbottò qualcosa che l'altro non capì, senza dargli una risposta, girò le spalle e riprese a camminare lungo il corridoio, fino ad arrivare alla porta principale e uscire dall'edificio. Liam era già lì ad aspettarlo.
«Come è andata?» chiese canzonatorio, ricevendo un grugnito come risposta. Il manager rise ed entrò in macchina, per poi mettere in moto e raggiungere casa dell'attore. Noel, nel frattempo, era rimasto fermo nel corridoio, con il sorriso stampato in faccia, contento di aver avuto quella breve conversazione con il suo idolo.
«Tutto bene?» sentì chiedere dal suo manager, Lewis. Il giovane annuì e insieme uscirono dall'edificio.
«Sei pronto per questa nuova esperienza?» chiese una volta entrati in auto.
«Si, però sono anche nervoso. Lavorare a stretto contatto con Camden sarà stupendo, da lui potrò solo imparare» rispose concitato. Sentì Lewis ridere, lui si rilassò sul sedile, sorridendo. Non vedeva l'ora.
«Ma avete già lavorato insieme» gli fece notare Lewis, svoltando per entrare nella via dove si trovava la casa di Noel.
«Lo so, però questa volta saremo io e lui. Nell'altro film ero un personaggio secondario» pensò di nuovo a quando avevano lavorato insieme anni fa, quanto fosse stato gentile con lui Camden, dandogli dei consigli su come recitare, come comportarsi in determinati modi e da quel giorno Noel non aveva smesso di pensare a lui, iniziando poi a seguirlo come fan ed infine prenderlo come esempio quando recitava. Aveva ancora tanto lavoro da fare, lo sapeva, però sperava che lavorando con Camden sarebbe migliorato così da essere considerato da lui. Ci sperava davvero. Chissà... magari si sarebbe potuto innamorare di lui un giorno, non poteva evitare di sognare ad occhi aperti. 

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