Capiolo 14

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Noel guardava Camden, e Camden guardava Noel. Nella stanza c'era il silenzio tombale, ma nessuno dei due si decideva a fare la prima mossa, entrambi troppi insicuri su cosa fosse meglio dire.
«Ne sei proprio sicuro?»domandò alla fine, Camden.
«È la quinta volta che me lo chiedi, la risposta è sempre la stessa: si» si alzò e gli andò vicino, accarezzandogli il volto. «Tutto quello che è successo mi ha insegnato che non posso sprecare la mia vita così, io e te dobbiamo stare insieme, senza ombre e paure e soprattutto senza nasconderci» lo baciò, sentì l'altro rilassarti.
«Voglio solo che tu non te ne penta, a lungo andare. Fare coming out non è semplice» disse guardandolo negli occhi.
«Lo so, ma io non sono solo. Ci sei tu, questo mi da la forza di affrontare tutto»
Camden sospirò. «Lewis cosa ne pensa di tutto questo?» domandò poggiando la testa contro il suo petto.
«Ovviamente non è d'accordo, ma gli ho detto che nel momento in cui scinderò il contratto, sarà fuori anche lui»
«E chi sarà il tuo manager poi?» chiese confuso. Noel sorrise, e si sedette sulle sue gambe, per poi girare la faccia verso la porta, questa si aprì mostrando Liam in tutta la sua serietà ed eleganza.
«No! Ma puoi farlo? Essere sia mio manager, che il suo? Infondo siamo una coppia»
Liam alzò le spalle. «Non succede nulla, e io ho detto a Noel che lo sarò per un breve periodo, sono già in contatto con un amico che sono sicuro piacerà» disse ai due, sedendosi su uno sgabello.
«Per stare più tranquilli possiamo solo dire che del mio coming out, poi magari di noi due possiamo parlarne in un altro momento» propose per cercare di tranquillizzarlo.
«Credo che sia meglio. Tu dovrai affrontare milioni di giornalisti, articoli sulle riviste; magari quando si saranno calmate le acque potremmo dire di noi» nessuno ebbe da dire, così si diressero verso la sala per le conferenze stampa.
«Buongiorno a tutti, scusate per il poco preavviso ma sarò breve: io sono gay, ho tenuto necessario dirlo perché non volevo che i miei fan lo venissero a sapere da qualcun altro, o che lo venissero fatte congetture nei miei confronti» prese un respiro profondo. «Vorrei solo che da oggi in poi, se vedete un ragazzo al mio fianco non significa che sono fidanzato con lui o altro, sono sempre stata una persona sincera, se ci sarà qualcosa da dire, lo farò io» asserì, sorridendo verso la folla di giornalisti presenti in sala. «Domande?»chiese visto che nessuno sembrava voler dire qualcosa. Piano piano iniziarono ad alzarsi le mani dei presenti, così l'intera giornata Noel la trascorse in sala stampa, nel pomeriggio potè tornare a casa. Aprì la porta di casa e sorrise non appena un buon profumo gli arrivò alle narici; in sottofondo si sentiva una musica soffusa e la voce di Camden che proveniva dalla cucina. Gli arrivò alle spalle e aspettò che si accorgesse di lui, e quando lo fece si accorse che l'altro stava parlando al telefono.
«Con chi parlavi?» domandò sbirciando nella pentola cosa stesse cucinando.
«Con Ronnie, le ho chiesto una ricetta che sono sicuro ti piacerà»lo baciò. «Come è andata?» chiese poi, controllando la pentola sul fuoco.
«Bene, sono stati molto simpatici ed educati. Avranno tanto di cui parlare» raggiunse la zona notte, e si spogliò per farsi una doccia; una volta finito raggiunse Camden in cucina.
«Come mai hai deciso di cucinare?» aprì il frigo per prendere una bottiglia di Coca Cola, lo richiuse guardando il compagno.
«Beh, mi ricordo che una volta sono venuto a cena da te e mi hai preparato qualcosa da mangiare, volevo solo ricambiare il favore» alzò le spalle. Noel prese le posate e i piatti, poi si diresse verso il soggiorno poggiando tutto sul tavolino in basso.
«Quindi lo possiamo considerare un appuntamento?»alzò le sopracciglia con fare eloquente.
«Siamo una coppia, ti ho detto che ti amo, e siamo ancora agli appuntamenti?»
«Perché no? Corteggiamoci un altro po'» disse facendo ridere l'altro. Durante la cena riuscirono a lasciare fuori tutto quello che era successo in quei giorni: l'incidente di Camden e la scomparsa di Charlie, il suo funerale tenuto pochi giorni prima; Noel che aveva deciso di scindere il contratto, per poi mandare a quel paese tutti quelli che si erano opposti alla loro relazione. C'erano solo loro due, che ridevano e scherzavano, che si imboccavano a vicenda come due bambini, che si baciavano sulle labbra sporche di sugo preparato da Camden. Lasciarono tutti sparso sul tavolino, quando si ritrovarono stesi sul divano, uno sopra l'altro, che si baciavano in modo più intenso e più profondo.
«Sai a cosa stavo pensando...» lasciò la frase in sospeso, aspettando che l'altro parlasse e sospirò quando sentì le sue labbra sul collo.
«A cosa?»si sforzò di chiedere, nonostante non fosse per niente concentrato. Noel agganciò una gamba alla sua, intrecciandosi con l'altro, in modo da sentirlo più vicino.
«Che dovremmo prendere un animale, un cane o un gatto» disse accarezzandolo sulla schiena.
Camden si bloccò, guardando verso il basso.
«Perché dovremmo prendere un animale domestico?»domandò ridendo.
«Non so, è da tempo che voglio farlo e ora che ci sei più ne sento ancora di più la voglia» ammise.
«D'accordo, ma è meglio un cane. Sono allergico ai gatti» e detto ciò lo zittì prima che potesse anche solo pensare di dire altro, e interrompere di nuovo quel momento intenso tra i due. Era troppo tempo che non avevano un loro momento di intimità, ed entrambi sentivano come se quella fosse la loro prima volta. Iniziarono a strusciare lentamente i fianchi l'uno contro l'altro, mentre i respiri si facevano più ansanti, le carezze più urgenti e i baci più eccitanti. Iniziarono a spogliarsi con gesti frenetico, quasi impazienti, poiché entrambi non vedevano l'ora di toccare la pelle dell'altro, e soprattutto non vedevano l'ora di essere di nuovo una cosa sola. Non appena anche l'ultimo indumenti finì per terra, tornarono a toccarsi e a baciarsi come se non volessero smettere mai più, Noel fece scivolare le mani sulle spalle dell'altro, poi lungo le braccia e la schiena. Camden spinse in avanti i fianchi e sentì l'altro mugolare, così si fermò facendolo abituare alla presenza dentro di sé; solo quando Noel strinse la mano intorno al braccio l'altro potè muoversi iniziando a prendere un ritmo più deciso. Camden riconobbe l'espressione sul volto dell'altro e aumentò il ritmo, facendo sospirare l'altro e gemette rumorosamente capendo che ormai eravamo quasi vicino all'orgasmo. Ci vollero altre spinte affinché potessero, quasi contemporaneamente, raggiungere il piacere che li lasciò senza fiato. Noel alzò il viso per baciarlo e fu ben accontentato, come se l'altro non aspettasse altro; dopodiché poggiò la testa sul suo petto, intrecciando le loro gambe mentre Noel accarezzava la schiena nuda si Camden.
«Credi che funzionerà?» mormorò sfiorando il petto con dita leggere.
«Che cosa?»
«Tra noi due» spiegò.
«Ti fai venire i dubbi ora?» rise. «Io credo funzionerà, e sai perché? Perché tu sei tornato ad amare, nonostante la tua brutta esperienza; io ho dichiarato di essere gay davanti a tutto il mondo solo per poter stare con te, se non è amore questo»
«Quindi... tu mi ami»
«Direi di si, non avrei mandato a quel paese un contratto, pagato una penale che mi costerà molti film, soprattutto non avrei detto a tutti di essere gay. Quando sì, ti amo, pensavo fosse ovvio ormai»Camden alzò la testa, per guardarlo.
«Non ero sicuro perché non me lo hai mai detto»sospirò. «Io te lo dicevo e tu non rispondevi, così ho iniziato a dubitarne» ammise.
«Non dovrai dubitarne più, mai più. Farò tutto il possibile affinché tu non possa mai più smettere di crederci» promise.
Camden sorrise. «Ti amo» disse guardandolo negli occhi.
«Ti amo anche io» lo baciò, Camden posò di nuovo la testa sul suo petto.
Era tutto perfetto.

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