Capitolo 7

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In vista delle feste, Harry aveva concesso loro di tornare a casa e girare solo alcune scene, giusto per non essere indietro con il programma. Molto spesso finivano presto, e la maggior parte delle volte entrambi tornavano a casa di Noel, essendo la più vicina. Si fermavano in qualche posto per prendere da mangiare, o ordinavano da casa, così che potessero mangiare insieme, guardavano dei film o delle serie tv, e dormivano insieme. La loro era diventata una vera e propria vita di coppia, ogni notte prima di addormentarsi abbracciati, facevano l'amore e Camden sembrava essersi sciolto con Noel, e sembrava sempre più coinvolto nella loro storia. Un giorno di quelli, Noel ebbe un'idea, a detta sua splendida, così da poter rendere le cose più facili per tutti: aveva dato il secondo mazzo di chiavi di casa sua a Camden, così che potesse entrarci senza dover aspettare che Noel finisse di lavorare, ma quel l'ennesimo passo avanti, mandò in confusione l'attore.
«Non le voglio» disse guardando le chiavi sul basso tavolino del soggiorno, mentre era seduto sul divano e Noel lo guardava dall'altro.
«Cam, è solo per comodità. Così se io dovessi avere da fare, tu potrai venire qui e metterti comodo e aspettarmi qui» si accovacciò così da arrivare al suo viso. «So cosa stai pensando, e posso dirti che no, non è una convivenza»
«Ah no?» incrociò le braccia al petto, sentendosi un bambino capriccioso.
«No» gli baciò il naso, facendogli arricciare. Camden sbuffò, ma poi sorrise birichino e si caricò l'altro sulla spalla.
«Dove mi stai portando?! Mettimi giù!» urlò tra le risate il giovane.
«Andiamo a fare la doccia» rispose mettendolo giù, una volta arrivato in bagno.
Noel fu il promo a spogliarsi, e dirigersi verso la doccia, aprì il getto dell'acqua e lanciò un'occhiata provocante all'altro, che era rimasto immobile ad ammirare il corpo dell'altro.
«Beh, non mi raggiungi?» domandò ammiccando. Camden non se lo fece ripetere due volte; la conversazione di prima e le chiavi completamente dimenticate.
«Cosa hai pensato la prima volta che mi hai visto?» chiese una volta messi a letto.
Camden lo guardò confuso. «Come ti è venuta questa domanda ora?» domandò a sua volta, senza rispondere. Noel lo guardò, stando disteso a pancia in giù.
«Sono curioso»
Camden ci pensò per qualche minuto, poi rispose. «Che eri buffo» rispose poi guardando il più piccolo.
Noel sbuffò. «Tutto qui?» mise il broncio.
«Beh, eri molto impacciato. Se non mi sbaglio era il tuo primo film, giusto?» l'altro annuì, e lui continuò. «Mi ricordavi molto me stesso quando ho iniziato questa carriera: spensierato, pieno di sogni, illuso che tutto potesse andare bene. Forse è per questo che ti odiavo, cioè non ti sopportavo, mi ricordavi me stesso e io non riuscivo più ad essere così» sospirò, e abbassò lo sguardo. «Non riesco più ad essere così»
«Non è vero!» esclamò, mettendosi seduto. «Io lo vedo il talento che ci metti quando reciti, o la passione che hai. Quando parli con altri attori, come ti perdi quando ripassi le tue battute, o il modo in cui entri nella parte come se facesse davvero parte di te. Tu sei bravo Cam, e non lo dico perché sono un po' di parte, ma perché lo penso davvero» sospirò. «Io quando ti ho visto la prima volta ho pensato: voglio essere come lui» ammise facendo spalancare gli occhi al più grande. «Quando abbiamo girato il primo film insieme, io ero più piccolo e avevo meno parti, e ogni volta che tu giravi le tue scene, io ero sempre in disparte ad osservarti e cercare di memorizzare ogni tuo movimento, ogni tuo modo di fare» continuò a parlare come un fiume in piena.
«Tu per me eri un idolo, lo sei ancora, quindi se adesso sono bravo è anche grazie a te»
Camden si mise seduto, e passò entrambe le mani tra i capelli di Noel, i quali iniziavano a crescere, mentre l'altro lo accarezzava dietro la schiena, facendosi più vicino così da sentire la pelle dell'altro attaccata alla sua.
«Sono stato davvero antipatico con te, e tutto perché avevo paura che potessi portarmi via il mio lavoro, ma Liam aveva ragione... la mia era solo una sceneggiata, perché in realtà ti desideravo troppo» ammise per la prima volta, all'altro. Noel sorrise, e in risposta lo baciò. «Ti prometto che non ti pentirai di avermi dato una possibilità» disse ad un passo dalle sue labbra, sfiorandole con le proprie. Camden cambiò posizione tenendolo con un solo braccio, e Noel poco dopo si ritrovò disteso sotto il corpo dell'altro.
«Mi fido, Noel. E anche tu puoi farlo» disse prima di baciarlo di nuovo, con dolcezza che pian piano si trasformò in passione, accendendo da fiamma che si era leggermente assopita. Erano già nudi, fu solo necessario recuperare un condom dal comodino, così che poi potessero continuare senza interruzioni. Camden lo penetro facendolo sospirare di piacere, e gli fece inarcare la schiena facendo incontrare i loro petti, e riprese a baciarlo fagocitando i loro respiri di piacere. Il più piccolo strinse le gambe intorno ai fianchi dell'altro, sentendo il ritmo farsi sempre più frenetico, entrambi arrancavano per un po' di ossigeno, fino a quando Noel non boccheggiò e strinse gli occhi raggiungendo l'orgasmo. Camden si perse in quell'immagine, e poco dopo riuscì anche lui a perdersi nel proprio piacere, gemendo piuttosto rumorosamente mentre Noel iniziava a respirare per avere un po' d'aria, e Camden si accasciò sul suo petto, e sorrise sentendo l'altro stringere le braccia intorno al suo busto. Ebbero il tempo di pulirsi, e sistemarsi, per poi addormentarsi l'uno nelle braccia dell'altro.
La loro routine quotidiana fu spezzata dall'arrivo del Natale, avevano deciso di passarlo separati così da non dover dare nessun tipo di spiegazione alla propria famiglia. Anche se Noel, aveva deciso di dire giusto qualcosa ai propri genitori, ai quali non aveva mai nascosto niente, ne approfittò quello stesso pomeriggio, visto che stava aiutando sua madre a cucinare la cena per Natale; avevano invitato alcuni loro amici e parenti, così che Noel potesse rivedere i suoi cugini e i suoi zii che raramente riusciva ad incontrare.
«Mamma» disse mentre tagliava le carote da aggiungere all'insalata.
«Dimmi amore» rispose l'altra, indaffarata ai fornelli.
«Sai quando ti parlavo sempre di quel ragazzo? Quello bello e a tratti un po' antipatico?» domandò sorridendo alla sua descrizione di Camden, lasciando perdere per un attimo le carote. Sua madre rispose con un cenno, e lui potè continuare.
«Ecco, diciamo che stiamo insieme» disse con timore. Claire, sua madre, si girò di scatto verso di lui; era incredula, si poteva vedere dai suoi occhi.
«Non ci credo! Dimmi di più!» esclamò contenta, andando subito ad abbracciarlo.
«Dura da poco e per ora lo sappiamo noi e i nostri manager, vogliamo vedere come andrà» rispose senza entrare troppo nei dettagli.
«Sono davvero contenta, tesoro. Ma fammelo vedere su» disse sedendosi accanto a lui, pronta a commentare. Noel rise ma decise di accontentarla, infondo era sua madre, non poteva dirle di no.

Dall'altra parte della città, alla stessa ora, Camden era a casa di sua nonna, circondato dai cani che lei aveva adottato tempo fa.
«Mi sembri più felice» sentì dire dalla donna, mentre mandava un messaggio a Noel per sapere cosa stesse facendo.
«Faccio molto sesso nonna, ecco perché sono felice» scherzò dandole tutta la sua attenzione. Con sua nonna poteva permettersi di dire certe cose, lei lo aveva cresciuto e tra di loro non c'erano mai stati segreti.
«Ah giovanotto, bada a come parli» lo ammonì puntandogli un dito contro ma sorrise affettuosamente come al solito.
«Charlie, suvvia. Non vorrai mica mettermi in punizione?!» domandò ironico.
«Avrei dovuto farlo tempo fa!» si mise ad accarezzare Doris, la cagnolina appena arrivata. «E dove è adesso la persona con la quale ti intrattieni?» domandò curiosa, cercando di celarlo, malamente.
«È a casa sua. Mica potevo invitarlo» sbuffò e prese in braccio, Mary, un Labrador di pochi mesi.
«Perché no? C'è cibo a sufficienza in questa casa» borbottò contrariata. Poi sembrò illuminarsi. «Ahhh, ma è un ragazzo» disse notando come il nipote avesse utilizzato il maschile.
«Si, è un attore come me, lavoriamo insieme da un po'» rispose sentendo Mary continuare a cercare la sua mano per essere accarezzata.
«È un bravo ragazzo?» indagò guardandolo circospetto.
«Si, è davvero un bravo ragazzo» rispose sincero, cercando di trattenere il sorriso idiota che aveva ogni volta che pensava a lui. Era la prima volta che stavano del tempo separati, e Noel gli mandava dei messaggi sdolcinati e a volte anche un po' maliziosi, e Camden sembrava essere tornato un ragazzino alle prese con la prima cotta.
«Almeno siamo sicuri che lui non fingerà di aspettare un bambino da te» esordì distogliendo il nipoti dai propri pensieri. Quando captò il vero significato di quelle parole, non riuscì a trattenersi dal scoppiare a ridere. Poco dopo suonarono il campanello, i loro inviati erano appena arrivati: il Natale poteva iniziare.
Quando ormai avevano finito di pranzare, Camden decise di chiamare Noel così da augurargli buon Natale e chiedergli come fosse andata la sua giornata. Si chiuse nella sua vecchia stanza, per sicurezza, nonostante non ci fosse nessuno tra i paraggi, non si poteva mai essere sicuri. Dopo due squilli, la voce allegra di Noel fece capolino dall'altra parte.
«Caaaaam»
«Ehi! Vedo che stai bene» disse contento che l'altro si stesse divertendo.
«Si»abbassò il tono di voce, e Camden sentì dei fruscii. «Tu stai bene?»
«Si, volevo solo sentirti» e mentre lo diceva si sentiva proprio un'idiota smielato.
«Ohw, ti ho tempestato di messaggi, pensavo non ne potessi più di me» rise e si sedette sul letto, finalmente lontano dai rumori e dalle voci in cucina.
«No, no» rise anche lui. Poi sospirò. «In realtà, ti vorrei qui»
«A chi lo dici» si passò una mano tra i capelli. «Non vedo l'ora di stare di nuovo insieme. Capodanno lo festeggiamo insieme, vero?»
«Certo» rispose, mettendosi comodo.
Stettero per un po' in silenzio, poi Camden decise di romperlo.
«Senti ma— cosa ne pensi del sesso telefonico?» domandò tastando il terreno. Sentì Noel ridere.
«Non l'ho mai fatto prima, vogliamo provare?» azzardò, e Camden iniziò a spogliarsi.
Un bel modo di passare il Natale.

Capitolo di passaggio, preparatevi

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